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''A cosa stai pensando?'' chiese Giulio d'istinto.<br />
Andrea si voltò e lo guardò come se fosse un marziano indesiderato e pagliaccio. ''A niente! Cosa<br />
dovrei pensare?'' rispose quella voce fredda, dopo qualche secondo.<br />
Giulio allora non aspettò oltre e lasciò fuoriuscire la sua voce intrisa di iracondia celata da<br />
superiorità, dicendo ''Beh sai di solito la mente umana pensa. Va da sola...''.<br />
Andrea si stava stancando di quella situazione, dove non sapeva cosa dire o come dirle le cose che<br />
provava. La sua voglia dondolò tra il menefreghismo andante e la necessità di sputargli addosso<br />
tutto ciò che provava, per l'impressione di non aver più nulla da perdere.<br />
Ma non si abbandonò in quella sensazione e con aria stanca di pensare, di ammettere cose a se<br />
stesso e di cercare di capire, disse ''Cosa dovrei dirti? Che è inutile che sei qui? Che perdi il tuo<br />
tempo? Che ormai io sono vuoto? Cazzo cosa?'' urlò alla fine. facendo paura anche a se stesso.<br />
Giulio lo guardò e non lo riconobbe per quanto era scosso, ma non volle assolutamente<br />
abbandonarlo e lasciare che la loro amicizia, se c'era ancora, sparisse nei ricordi. Allora in silenzio,<br />
disse ''Voglio solo sapere come stai?''.<br />
''Ah vuoi sapere come sto io? Dopo che per settimane non ti sei degnato di farti sentire neanche una<br />
volta. Una! Per sapere se ero vivo. Una!'' rispose, preso dall'ira.<br />
L'amico non seppe più cosa dire, difronte a quella inesorabile verità. Tentò di chiedergli scusa ma<br />
come risposta ricevette solo il silenzio più totale e allora tentò di spiegarsi, dicendo ''Io pensavo che<br />
tu avessi bisogno di rimanere solo, per il fatto di tua madre, per l'ospedale e poi neanche tu ti sei<br />
fatto sentire, allora ho pensato...''. Ma non finì di parlare che subito Andrea gli si scagliò contro con<br />
parole ben più dure di quelle che aveva usato prima. ''Ma cosa? Cosa?''. ''Primo non scusarti perché<br />
serve solo a te! Secondo ti sei chiesto di cosa realmente avevo bisogno io?''.<br />
Il realtà non se l'era chiesto, aveva solo immaginato quali potessero essere stati effettivamente i<br />
bisogni e pensieri di Andrea, accettandoli subito come certezza, ma senza chiederselo e chiederlo a<br />
lui veramente.<br />
Durante questi pensieri l'amico continuò a dargli addosso, dicendo ''Bene! Vedo che ho centrato il<br />
punto! La tua mente ora starà pensando Scusa è vero!Di che cosa avevi bisogno? Mi sono<br />
dimenticato di chiedertelo! Vuoi saperlo davvero di che cosa avevo bisogno?'' chiese Andrea,<br />
avvicinandosi velocemente all'amico per osservare meglio le sue reazioni.<br />
Il suo tono cambiò all'istante diventando impercettibile, mentre pronunciava quelle parole, che per<br />
la sua bocca sembravano impensabili. ''Di un amico! Avevo bisogno di te! Dell'unico di cui mi sia<br />
fidato veramente. Non pensavo che dovevo dirtelo, che dovevo fartelo capire che stavo di merda ma<br />
forse mi ero sbagliato! Ormai, non si può più tornare indietro!'' terminò, mentre la malinconia<br />
avanzava.<br />
Giulio a quella frase si girò di scatto e si sentì spossato e instabile. Gli venne un vuoto allo stomaco<br />
e alle pareti <strong>del</strong>l'anima.<br />
Era tutto vero. Lui aveva pensato. Ma solo alle sue di paure, alle sue incertezze e ai suoi dubbi. A<br />
quel bacio che in quel momento gli sembrò così maledetto, e a quello che gli aveva provocato.<br />
Non aveva pensato che Andrea aveva bisogno di lui. Non lo aveva immaginato. Si era accontentato<br />
dei racconti di Viola e dei suoi giudizi superficiali sulla figura <strong>del</strong> fratello.<br />
Non seppe cosa dire. Tutto si spiegava attraverso la sua espressione sbigottita e rattristata.<br />
Rimase lì, fermo, mentre Andrea si allontanava verso la casa, cercando di capire, fissando<br />
lungamente quel <strong>cielo</strong> coperto da pallide stelle.<br />
***