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''E' abbastanza buona, anche perché è una galleria non una sala da concerto!'' rispose il ragazzo,<br />
tremando per quello spavento, non ancora passato. ''...i pannelli centrali assorbono molto suono ma<br />
non si preoccupi.'' aggiunse alla fine, mentre la signora quasi non ascoltando, gli disse di prepararsi<br />
perché mancava poco meno di un'oretta all'inizio.<br />
Allora Giulio si alzò, raggiunse la sua borsa e vi sfilò i vestiti che doveva indossare. Si sedette su<br />
una sedia per slacciarsi le scarpe, poi si tolse i pantaloni e la maglia.<br />
Andrea rimase immobile e per la prima volta vide il suo corpo seminudo, chiarissimo, magro,<br />
longilineo e perfetto. Continuò a fissarlo per un po', ma poi, per non imbarazzarlo o distrarlo,<br />
distolse lo sguardo, ma divertito, disse ''Pensavo che per un concerto ci si dovesse vestire in un<br />
modo diverso!''.<br />
''E come mi dovrei vestire? In giacca e cravattino?'' rispose Giulio impacciato per non rotolare nei<br />
pantaloni.<br />
''No..esagerato! Pensavo in modo...diverso! In fondo hai solo un pantalone e una maglietta nera!''.<br />
''I protagonisti mica siamo noi ma quello che suoniamo!'' disse sorridendo dolcemente, come se<br />
stesse spiegando <strong>del</strong>le teorie basilari per lui, ma non per il resto <strong>del</strong> mondo.<br />
Durante la camminata per raggiungere la sua pedana, Giulio volle quasi prendere la mano <strong>del</strong> suo<br />
ragazzo, per sentire la sua presenza incondizionata al risultato musicale di quella sera, che in quel<br />
momento gli si prospettava catastrofica.<br />
Entrato nella sala si guardò intorno e notò l'affollamento e gli schiamazzi, iniziò ad agitarsi ma<br />
pensò che doveva abituarsi a quelle persone che camminavano intorno, che parlavano e che<br />
discutevano. Capì semplicemente che doveva rendere la sua musica un sottofondo per quell'evento,<br />
anche se l'idea non lo faceva impazzire affatto, e che doveva estraniarsi da tutto e concentrarsi per<br />
entrare totalmente in quell'emisfero parallelo che lo doveva accogliere.<br />
Gli unici occhi che non si spostarono mai da lui furono i suoi, quelli di Andrea, che per tutto il<br />
tempo rimase seduto su quella poltroncina Barcellona nera.<br />
Ma all'improvviso lo vide.<br />
Quella persona che aveva <strong>del</strong>uso mesi addietro per l'abbandono <strong>del</strong> conservatorio. Il suo corpo<br />
allora da rilassato si irrigidì. Un tremolio sottile e molto fastidioso lo pervase dappertutto, si sentì<br />
appeso ad un filo, pensò a quello che gli stava capitando e si vide da fuori, immaginando quali<br />
fossero i pensieri <strong>del</strong>le altre persone rivolte a lui. Subito nella sua testa avanzò il desiderio<br />
incontrollabile di andarsene e fuggire. Fece uno sforzo enorme per terminare il concerto, per non<br />
farlo diventare una catastrofe e alla fine di tutto si alzò di scatto, senza guardare nessuno e con<br />
passo svelto, raggiunse le panchine esterne che davano sulla strada, senza neanche aspettare Andrea.<br />
''Ma che cosa ti prende? Perché sei quasi scappato?'' gli chiese infatti, dopo averlo raggiunto.<br />
''L'hai invitato tu?'' chiese Giulio, con tono affannoso.<br />
''Chi scusa?'' chiese l'amico, incuriosito e concentrato a riflettere sulla possibile risposta.<br />
Giulio si alzò di scatto e iniziò a camminare nervosamente. ''Il mio maestro!'' disse alla fine, quasi<br />
urlando.<br />
Andrea non riuscì a rispondere perché subito dopo furono interrotti dalla presenza <strong>del</strong> protagonista<br />
<strong>del</strong>la loro appena iniziata discussione.<br />
Quell'uomo non fece nulla. Tese la mano al giovane ragazzo e subito dopo lo tirò a se per<br />
abbracciarlo.<br />
''Ho visto che hai fatto domanda per l'ammissione di Settembre! Per qualsiasi cosa sai dove<br />
trovarmi!'' disse semplicemente alla fine <strong>del</strong>l'abbraccio. Giulio lo guardò e annuì sorridendo. Aveva<br />
tante cose da dirgli, si voleva scusare per essere sparito, per non averlo chiamato, per non aver<br />
continuato a studiare, per aver lasciato la musica, per tante cose in realtà, ma non disse nulla. Se il<br />
suo maestro era lì, significava molto per entrambi e soprattutto significava che aveva compreso la<br />
sua situazione e perdonato il suo grave errore.<br />
Dopo che il maestro se ne andò via, Andrea si tranquillizzò e con aria rilassata, disse ''Devi sempre<br />
esagerare nelle reazioni. Hai visto? Era tranquillo, fiero e contento di essere venuto''.<br />
''Ma tu non lo sai!!'' disse Giulio, visibilmente alterato. ''Non lo sai com'era la mia vita anche<br />
semplicemente un anno fa. Un anno è tanto tempo ed è cambiato tutto come non poteva cambiare