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L'altra metà del cielo

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Alla fine si addormentarono abbracciati, e in quella medesima posizione si risvegliarono quando<br />

suonò la sveglia di Antonio.<br />

Gli esami, lo scritto di italiano, i banchi, i professori...non aveva più voglia di tutto quello ma si<br />

preparò pensando alla libertà.<br />

Il ragazzo si vestì accuratamente e mentre era davanti allo specchio per mettersi la matita, Mario lo<br />

abbracciò da dietro e teneramente gli sussurrò una frase nell'orecchio. ''Adoro vederti truccare...''.<br />

Allora Antonio gli prese la mano e lo trascinò in bagno. Mario chiese quale sarebbe stato il suo fine<br />

ma non lo comprese, fin quando il ragazzo non lo fece sedere sulla vasca e non gli spostò il viso<br />

verso la luce. Quello che interessava in quel momento al giovane diplomando erano gli occhi <strong>del</strong><br />

suo ragazzo, che immediatamente furono disegnati di nero. Mario, sorridendo si fissò nello<br />

specchio e si rallegrò vedendo che in quel momento avevano qualcosa di simile.<br />

Un lungo e tenero bacio fu il loro saluto prima di uscire per raggiungere la scuola.<br />

Lo sguardo di Antonio, che prima di allora era stato sognante e pieno <strong>del</strong> suo ragazzo, cadde<br />

immediatamente su Giulio che in un angolo, <strong>del</strong> giardino <strong>del</strong>la scuola, tentava di concentrarsi o<br />

forse di nascondersi.<br />

''Perché non andiamo con gli altri?'' gli chiese, dopo averlo raggiunto.<br />

In realtà non ci fu il tempo, ne di rispondere e ne di agire, perché dopo di lui arrivarono a salutarli<br />

Marina, Cristian, Antonella e Giovanni, Cristina e Alberto e tutti gli altri loro compagni di classe,<br />

che immediatamente si lasciarono trasportare dalla foga e dalla paura degli esami.<br />

Quando il bi<strong>del</strong>lo li chiamò per entrare, Giulio d'istinto si girò dappertutto per vedere se Andrea<br />

fosse arrivato.<br />

Ma non lo vide.<br />

Lo aspettò qualche minuto ma notando l'entrata di tutti, lo fece anche lui, non potendo credere al<br />

fatto che Andrea lo stava facendo sul serio...saltare gli esami di stato. Pensò che fosse impazzito o<br />

che forse era successo qualcosa di grave.<br />

Gli venne mal di stomaco e mentre i professori passavano tra i banchi <strong>del</strong> lungo corridoio, pensò di<br />

dire loro qualcosa per giustificare la sua assenza ed attenderlo ancora un po', ma all'improvviso lo<br />

vide entrare.<br />

Osservò il suo corpo che lentamente si avvicinava alla cattedra per posare il cellulare e consegnare<br />

la carta di identità. Guardò quel movimento che fece per togliersi gli occhiali da sole, che gli<br />

coprivano la maggior parte <strong>del</strong> volto. Trattenne il fiato quando capì che si stava avvicinando e notò<br />

la sua bellezza assoluta.<br />

Non riuscì a credere che quello fosse, o fosse stato, davvero il suo ragazzo. Ogni sguardo presente<br />

nel corridoio era rivolto a lui e lui puntualmente se ne fregò.<br />

Giulio abbassò lo sguardo e quando lo rialzò lo vide seduto nel banco davanti a lui mentre<br />

aggiustava tutti i suoi fogli. Quella non era l'occasione giusta di parlargli ma non ce la fece proprio<br />

ad aspettare.<br />

Cazzo e ora che gli dico?<br />

E' qui...vicino...bellissimo...fanculo.<br />

Gli dico ciao! No, lo chiamo. Gli chiedo qualcosa...uffaaa. Cazzone che sono!<br />

''Come stai?'' chiese Andrea, prima che potesse farlo lui.<br />

Giulio come caduto dalle nuvole, rispose di stare bene e sorrise. ''Senti...Scusa...'' disse alla fine.<br />

''Per cosa?'' chiese Andrea, sarcasticamente.<br />

''Per tutto. Sono stato un cretino, stupido, imbecille...'' rispose Giulio affannosamente, mentre col<br />

corpo si spostò in avanti per non dover alzare la voce.<br />

''Non è che offendendoti cambia qualcosa eh...'' disse Andrea, con un tono tutt'altro che affabile.<br />

''Comunque questo non è il momento per parlarne...'' terminò scocciato.<br />

Giulio come previsto si ritrovò nel suo tipico stato agitato e ansioso andante, per la necessità e il<br />

desiderio di spiegargli tutto. Aveva bisogno di parlargli e di guardarlo negli occhi. Voleva la sua<br />

attenzione. Voleva i suoi occhi e senza pensare gli chiese freddamente e stupidamente ''E allora<br />

questo è il momento per fare cosa?''.<br />

''Cazzo per concentrarsi, per iniziare a scrivere...'' rispose Andrea, arrabbiato e con un tono basso,

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