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L'altra metà del cielo

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V<br />

Due giorni prima.<br />

Lunedì mattina.<br />

Mario si risvegliò accanto a quel corpo che la sera prima aveva accolto in casa sua, e continuò ad<br />

osservarlo per un po' prima di sorridere dolcemente per le sue sembianze, simili a quelle di un<br />

angelo.<br />

Rimase fermo, in silenzio e socchiudendo gli occhi desiderò che fosse notte.<br />

Sfortunatamente, dieci minuti dopo la sveglia suonò e il suo corpo mezzo addormentato, con uno<br />

sforzo sovrumano, si portò in posizione eretta. Si sgranchì, si frizionò leggermente gli occhi con le<br />

dita e tentò di arrivare in cucina. Accese il cellulare e vedendo la chiamata di Gaia, rifece il suo<br />

numero.<br />

La sua fidanzata era a Londra per terminare un servizio fotografico e ogni mattina al suo risveglio<br />

voleva sentire la sua voce. Parlarono un po' e alla domanda che cosa hai fatto ieri sera? Mario<br />

rispose distrattamente, dicendo che era stato in un locale.<br />

Al termine <strong>del</strong>la telefonata si chiuse la vestaglia e raggiunse la sua camera da letto.<br />

Voleva svegliarlo, pensando al fatto che la sera prima gli aveva detto che andava ancora al liceo, ma<br />

non vedendo nessun cedimento nel suo sonno, lo lasciò dormire.<br />

I suoi sensi fortemente dormienti iniziarono a concretizzarsi al propagarsi di quell'odore forte di<br />

caffè. Allargò le braccia e sentendo sotto le dita la leggerezza <strong>del</strong>le lenzuola di seta si domandò<br />

dove fosse finito.<br />

Sopraggiunse la confusione quando capì che non era a casa sua e guardandosi intorno cercò di<br />

trovare i suoi vestiti. Osservò attentamente quell'appartamento sconosciuto tentando di trovarvi<br />

qualcosa di famigliare ma mentre camminava sentì dei rumori provenienti dalla cucina ed ebbe<br />

paura di arrivarsi. Non si ricordava <strong>del</strong>la sera passata in discoteca, <strong>del</strong> suo ritorno e di quel luogo<br />

dove aveva passato la notte.<br />

Per la prima volta Antonio ebbe paura di non trovarsi a casa sua e con la sua famiglia. Paura di<br />

dover sopravvivere da solo e paura di incontrare gente che gli potesse far <strong>del</strong> male.<br />

Ma varcando la porta <strong>del</strong>la cucina, vedendo tutta la tavola imbandita e guardando quell'uomo, si<br />

ricordò immediatamente <strong>del</strong>la litigata con Cristian, <strong>del</strong>le reazioni di Andrea e Giulio, e <strong>del</strong>la<br />

gentilezza di Mario che lo aveva accolto per la notte.<br />

Si guardarono per un attimo e poi il giovane padrone di casa, disse ''Ben svegliato! Hai fame?''.<br />

Antonio sorrise dolcemente e mentre si accingeva a sedersi salutò e rispose ''Beh ne ho molta e qui<br />

vedo che c'è di tutto!''.<br />

Mario posò il giornale, finì il suo caffè e poi chiese ''Hai scuola oggi?''.<br />

''In realtà sì ma non mi va di andarci.'' rispose il ragazzo.<br />

''Oddio!'' disse all'improvviso Antonio, prima di finire il cornetto ''...devo passare a casa di Andrea<br />

per recuperare tutte le mie cose e....''.<br />

''E...cosa?'' chiese Mario.<br />

Il giovane ragazzo sorrise e imbarazzato volle sviare l'argomento ma non ce la fece. ''E...poi devo<br />

trovarmi un posto dove andare almeno per la notte!''.<br />

L'avvocato lo guardò con aria stupita e interrogativa, alla quale scaturì subito la reazione di<br />

Antonio. ''A casa non posso tornare perché mio padre non mi può vedere! E' stato lui a farmi questo<br />

(indicandosi l'occhio nero) perché...sono gay!'' disse senza mezzi termini. ''Da Andrea non voglio<br />

stare perché deve risolvere le sue cose con Giulio e io non voglio essere d'impiccio!'' terminò.<br />

Mario rimase in silenzio, dopo gli squillò il cellulare e rivolto verso Antonio, disse ''Puoi restare qui<br />

ma dovrai accontentarti <strong>del</strong> divano...''. ''Mi spiace!'' disse dolcemente un istante prima di rispondere.

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