L'altra metà del cielo

strana contentezza eccessiva lo fece sentire un idiota, ma nulla gli importava se non risentirlo.
Fremette tutto e la voglia divenne incontrollabile.
Appena sentì la sua voce tutto quello che avrebbe voluto dirgli scomparve dalla sua testa, lasciando
spazio a un dolcissimo saluto innamorato.
Parlarono come se non fosse successo niente ma ugualmente imbarazzati, e si dettero appuntamento
vicino casa di Giulio.
Quel parco non era cambiato in quasi due anni e neanche poi tanto le loro sensazioni. Erano
cresciuti molto, si erano amati e quel sentimento forse era più forte di prima ma la preoccupazione
(infondata) di rincontrarsi giaceva sempre nel profondo del loro amarsi.
I due ragazzi non vedevano l'ora di rivedersi, di riabbracciarsi, di toccarsi e di continuare a viversi
l'uno nelle braccia dell'altro.
Andrea velocemente prese la macchina e raggiunse il posto dell'appuntamento mentre Giulio, dalle
bancarelle della fiera, iniziò quasi a correre, fregandosene di tutto il resto. Gli era mancato, lo
voleva, lo desiderava. Si dimenticò immediatamente del motivo del loro distacco e ripensando a
quei due giorni passati senza di lui li considerò inutili, vuoti e senza senso.
Gli mancavano pochi isolati e l'avrebbe baciato. In quel momento non calcolò neanche le sue
gambe, che quasi doloranti continuarono a camminare imperterrite, quando all'improvviso gli
squillò il cellulare. Lo prese, lo guardò di sfuggita e vedendo che era sua madre rispose
distrattamente, dicendo ''Mamma vengo più tardi a casa, non preoccuparti!''. Ma sua madre non lo
aveva chiamato per avere sue notizie e si capì subito dal tono di voce. ''Giulio torna subito a casa.
Muoviti. Vieni!''.
Ma come a casa? Che è successo?
Sempre in questi momenti devono succedere le cose!
E Andrea..ora come faccio?
Alzò il passo dirigendosi verso casa. Pensò di chiamare Andrea e lo fece subito, ma dopo qualche
secondo...tip tiiipp- batteria scarica. Il destino in quel momento era avverso e Giulio si sentì
enormemente spiazzato. Avrebbe perso tanto tempo se passava dal parco. Non si sarebbe più
staccato da lui, dalle sue labbra e dal suo sguardo. Doveva tornare da sua madre e in fretta capire
cosa fosse successo.
Ma che cosa era potuto accadere durante la sua assenza? Ci riflettè un secondo ma non si diede
risposta. Non immaginò il motivo per il quale la sua mamma poteva avere quel tono così inusuale,
imperante e glaciale.
Sperò di avere il tempo di chiamare Andrea ma già mentre saliva le scale la strana atmosfera si andò
lentamente definendosi. Aprì la porta di casa, che era socchiusa e vide tanto disordine. Girò lo
sguardo e vide sua sorella tremante e preoccupata, che cercava di non piangere. Vide piatti rotti e
una foto lacerata per terra che gli trafisse lo stomaco. Era una foto sua e di Andrea di molti mesi
addietro. Se l'erano fatta durante una festa. Erano abbracciati, sorridenti, felici e vicini.
''Mi sa che papà ha trovato quella foto in camera tua..'' disse Filippa.
Giulio non riuscì quasi a dire niente se non ''Ma come, dove l'ha trovata, che cosa ha detto?''.
Vide sua madre sopraggiungere velocissimamente dal corridoio, era sfatta, stanca e affaticata. Forse
aveva discusso e urlato. Nella sua testa c'era una confusione enorme. Non credeva ancora che stesse
succedendo davvero, ebbe dei dubbi ma capì che doveva essere stato per colpa di quella foto.
Non aveva avuto il tempo di parlare con suo padre, non lo aveva guardato negli occhi, non aveva
avuto modo di fargli capire il suo amore verso quel ragazzo, quell'amico che gli aveva cambiato la
vita.
Tra mille dubbi, mille incertezze pensò immediatamente di andarsene ma non poteva scappare,
doveva dirglielo e farglielo capire.
Se davvero suo padre aveva combinato tutto quello, doveva almeno affrontare il suo sguardo .
Non si era mai sentito così coraggioso e potente. Voleva cambiare quella situazione, far
tranquillizzare sua madre e sua sorella, e tentare di spiegare la sua vera natura e il suo vero io.
Ma quando arrivò nella stanza vide un uomo completamente diverso da suo padre, distrutto in volto
e fuori di se. Giulio non capì subito ma immaginò cosa stesse pensando. Si avvicinò lentamente e