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Giulio digrignò la bocca e abbassando le sopracciglia, disse ''Le infermiere di qui sono tutte<br />
bastarde e con le mani più pesanti di un macellaio, preferirei rimanere rinchiuso qui per sempre<br />
anziché essere portato fuori da quelle arpie!''.<br />
Il ragazzo Goffredi allora abbandonò il collo all'indietro e sorrise sarcasticamente.<br />
Si è dimenticato tutto ma almeno non è diventato un donnaiolo.-pensò.<br />
Sorrise ancora un po' e alzando la testa vide Giulio che lo stava osservando. ''Che c'è?'' gli chiese,<br />
quasi spaventato.<br />
''Niente..cioè è da quattro giorni che ti vedo sempre qui in reparto, vicino alle macchinette o sul<br />
divano o che passi qui davanti ma...?'' rispose Giulio, senza però avere il tempo di finire la sua<br />
domanda.<br />
Andrea si alzò di scatto dalla poltrona e disse ''Se vuoi ti porto io a fare un giro!'' per cambiare<br />
argomento.<br />
Gli occhi <strong>del</strong>l'ammalato cambiarono immediatamente. Iniziò a sorridere e senza neanche pensarci o<br />
farsi tanti scrupoli esplose in un Sììììììì molto allegro.<br />
Allora il ragazzo Goffredi prese la sedia a rotelle, poggiata nel corridoio, sistemò tutti i fili e<br />
bustettine varie, attaccate a lui, lo coprì con una copertina e si accinse ad accompagnarlo nel<br />
corridoio, facendo attenzione alle infermiere che potevano negargli il passaggio.<br />
Arrivati nell'ascensore Giulio spinse il bottone per scendere al piano terra e girandosi verso Andrea<br />
sorrise e sibilò un dolcissimo ''Grazie!''. L'amico di rimando sorrise, abbassando lo sguardo.<br />
Era bello riaverlo accanto, sentire la sua voce, le sue domande insistenti e notare che anche in quella<br />
situazione Giulio non smetteva di guardarlo.<br />
Arrivati al piano terra, uscirono nel giardino e mentre gironzolavano per quelle viuzze tutte<br />
verdeggianti e baciate dal sole, Andrea notò la sua espressione dubbiosa. ''Che c'è? Ti fa freddo?<br />
Vuoi tornare in stanza?'' gli chiese subito.<br />
Giulio voleva chiedergli se l'indomani sarebbero potuti andare sul terrazzo invece che in giardino<br />
ma gli erano sorti dubbi sulla sua disponibilità, allora si sporse un po' dalla sedia, girandosi, e disse<br />
''No è che...la prossima volta voglio andare sul terrazzo, magari di sera, per vedere la luna.''.<br />
Gli era sorto il desiderio di andarci con lui, con Andrea. La sua presenza lo rendeva felice,<br />
spensierato e quasi si domandò il perché in quei quattro giorni non avesse fatto altro che pensare a<br />
quel ragazzo che non conosceva affatto.<br />
Forse era suo amico e l'aveva dimenticato, come la maggior parte <strong>del</strong>le persone che aveva visto in<br />
quei giorni?<br />
La sua mente partì da sola e pensò che fosse un peccato averlo dimenticato e che magari si sarebbe<br />
sforzato di ricordare.<br />
***<br />
Stava aspettando quel giorno.<br />
Per uscire. Per camminare, per vivere e per tornare a casa sua.<br />
Intanto rimase lì per ore, difronte a quella finestra, guardando il sole che lasciava il posto ad una<br />
luna meravigliosa e serena, ripensando alle due giornate appena trascorse, piene di visite<br />
inaspettate, di persone lontane e sconosciute e ai tanti regali che aveva ricevuto.<br />
All'improvviso Giulio voltò la testa verso il tavolino, bianco e verde <strong>del</strong>la sua stanza, e iniziò a<br />
fissare tutti quei pacchetti colorati che vi erano poggiati sopra. Arrivò lentamente, con l'ausilio <strong>del</strong>le<br />
stampelle, vicino alla sedia e vi si sedette, allungando il braccio verso una rivista. La prese e sorrise.<br />
''Perché sorridi fratellino?'' chiese Filippa, appena rientrò nella stanza, con una bottiglia di succo di<br />
frutta in mano.<br />
''Niente!'' rispose lui, cercando di fare finta di nulla.<br />
''Macché niente, avevi un sorriso da sornione, pensavi a qualcosa!'' rispose di rimando sua sorella.<br />
Giulio sembrò cedere all'insistenza di Filippa e infatti dopo qualche secondo, disse ''Questa rivista