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tesi Albano.pdf - Università degli Studi del Molise

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Pertanto, si può ritenere che i motivi di impugnazione attinenti<br />

all’antigiuridicità, comportando la possibilità di produrre effetti<br />

quantomeno mediati sulla posizione dei compartecipi, siano suscettibili di<br />

estensione.<br />

Da ciò consegue che in presenza di un’impugnazione fondata<br />

esclusivamente su motivi riguardanti l’esistenza di una scriminante,<br />

qualsiasi essa sia, dovrà essere citato nel relativo giudizio anche il non<br />

impugnante.<br />

6.3. (Segue): I motivi concernenti la colpevolezza.<br />

Ben può accadere che l’impugnazione proposta da uno dei<br />

compartecipi abbia ad oggetto doglianze relative all’elemento soggettivo<br />

<strong>del</strong>l’illecito penale, ovverosia all’insieme di condizioni psicologiche che<br />

consentono l’imputazione personale <strong>del</strong> fatto di reato all’autore 89 .<br />

Anche in quest’ambito la casistica appare assolutamente vasta: si<br />

pensi ai motivi che deducono l’assenza <strong>del</strong> dolo o <strong>del</strong>la colpa, l’infermità di<br />

mente, la minore età al momento <strong>del</strong> compimento <strong>del</strong> reato, l’aver agito<br />

sotto minaccia psicologica esercitata da un’altra persona (c.d. coazione<br />

morale: art. 54 comma 3 c.p.) o in adempimento di ordine criminoso<br />

insindacabile <strong>del</strong>l’autorità, nonché l’ignoranza o errore inevitabile <strong>del</strong>la<br />

legge penale 90 .<br />

Sebbene nella maggior parte dei casi suindicati le censure non siano<br />

suscettibili di estensione (si consideri, ad esempio, l’ipo<strong>tesi</strong> di chi faccia<br />

valere la propria intossicazione accidentale da stupefacenti), la semplice<br />

89 Sul punto si rinvia a FIANDACA-MUSCO, Diritto penale, cit. p. 169.<br />

90 Con la sent. n. 364 <strong>del</strong> 1988, la Corte costituzionale ha espresso il principio secondo<br />

cui l’applicazione <strong>del</strong>la pena presuppone l’attribuibilità psicologica <strong>del</strong> singolo fatto di reato alla<br />

volontà antidoverosa <strong>del</strong>l’autore, sicché può considerarsi veramente conforme al principio di<br />

«personalità», a condizione che il fatto stesso sia attribuibile all’autore almeno a titolo di colpa.<br />

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