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L’insegnamento dello strumento musicale nella scuola media

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L’INSEGNAMENTO DELLO STRUMENTO MUSICALE NELLA SCUOLA MEDIA • 25<br />

gnamento strumentale stesso». Quindi, pur sottolineando le peculiarità di un<br />

percorso di studi finalizzato all’acquisizione di tecniche strumentali di base e di<br />

adeguate competenze interpretative, sia individualmente che collettivamente, si<br />

evidenzia come l’insegnamento <strong>dello</strong> <strong>strumento</strong> debba integrarsi in maniera<br />

programmata con le discipline musicali per la «costituzione della competenza<br />

<strong>musicale</strong> generale», riconducibile, quindi, agli obiettivi di apprendimento e ai<br />

traguardi di competenza descritti nelle Indicazioni nazionali per «Musica».<br />

INTERVENTI<br />

SCUOLE SECONDARIE DI II GRADO<br />

Nelle scuole secondarie di II grado la situazione è molto complessa e articolata.<br />

Di certo «Musica» è praticamente assente da tutti gli ordinamenti curricolari<br />

obbligatori, se si eccettuano i corsi degli ex istituti magistrali, i cui percorsi formativi<br />

sono stati sostituiti dai Licei pedagogici e socio-psico-pedagogici, nei<br />

quali è proseguito anche l’insegnamento facoltativo <strong>dello</strong> <strong>strumento</strong> <strong>musicale</strong>,<br />

come previsto dai vetusti ma sempre validi programmi approvati con R.D.<br />

7 maggio 1936 – XV (vedi anche la circolare 5 ottobre 1936 – XV, n. 5883) e<br />

delineati <strong>nella</strong> successiva Circolare Ministeriale 17 settembre 1938 Prot.<br />

n. 12957, in cui si precisano delle linee-guida sull’articolazione oraria e sulla<br />

composizione dei gruppi di studenti nelle ore di insegnamento <strong>dello</strong> <strong>strumento</strong>.<br />

Il documento ministeriale più recente, a tale proposito, è la Nota Prot. n. 5035<br />

del 13 marzo 2003, diramata dalla Direzione Generale per gli ordinamenti<br />

scolastici per chiarire definitivamente la «particolare natura» dei corsi di <strong>strumento</strong><br />

<strong>musicale</strong>, «la cui facoltatività va riguardata dal punto di vista dell’utenza<br />

e non da quello degli organi che istituzionalmente sono chiamati a fornire<br />

il relativo personale. Essi […] devono essere garantiti <strong>nella</strong> misura massima<br />

possibile fornendo loro, una volta soddisfatte tutte le necessità curricolari, una<br />

«preferenzialità» rispetto ad altre offerte formative facoltative al fine di non<br />

snaturarne l’originaria configurazione».<br />

In tutti gli altri ordini della <strong>scuola</strong> secondaria le attività musicali sono svolte<br />

prevalentemente da esperti in orario extracurricolare e con scelta facoltativa<br />

degli studenti, nelle forme laboratoriali più varie e con contenuti e finalità altrettanto<br />

difformi. Tale organizzazione rappresenta una sorta di distillato, nel<br />

bene e nel male, delle possibilità offerte dall’autonomia scolastica e da una concezione<br />

del sistema di istruzione come <strong>scuola</strong> «di progetto». Purtroppo sembra<br />

essere convinzione diffusa, confermata quanto meno dai fatti, che i progetti<br />

musicali attuati nell’ambito dell’ampliamento dell’offerta formativa possano<br />

integrare le inevitabili «lacune» del curricolo ordinamentale, soprattutto per la<br />

loro connotazione pratica e incentrata sul «laboratorio». È stato giustamente osservato<br />

che «curricolo» e «progetto» sono due caratterizzazioni ognuna con<br />

«specificità non riconducibili all’altra e si perseverebbe in un serio errore di ge-<br />

Nelle scuole<br />

secondarie<br />

di II grado<br />

«Musica»<br />

è praticamente<br />

assente<br />

da tutti<br />

gli ordinamenti<br />

curricolari<br />

obbligatori,<br />

se si<br />

eccettuano<br />

i corsi<br />

degli ex istituti<br />

magistrali

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