L’insegnamento dello strumento musicale nella scuola media
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INTERVENTI<br />
La <strong>scuola</strong><br />
andrebbe<br />
«sonorizzata»,<br />
cioè ripensata<br />
e aggiornata,<br />
con l’impegno<br />
ad includere<br />
dentro i suoi<br />
orizzonti<br />
attuali<br />
le aperture<br />
di senso<br />
che il suono<br />
riprodotto,<br />
e prodotto per<br />
la riproduzione,<br />
garantiscono<br />
anche soltanto<br />
per il loro<br />
stesso<br />
«esserci nel<br />
e al mondo»<br />
30 • ANNALI DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE<br />
a distanza ha reso praticabile una forma di scrittura del suono dotata,<br />
come lo è la scrittura della parola (almeno se la si vuole interpretare adeguatamente<br />
e in profondità), del potere di alienare il soggetto rispetto<br />
all’oggetto e viceversa (si legge un testo in assenza di chi lo ha scritto, si<br />
ascolta una musica in assenza di chi l’ha prodotta; si scrive un testo e si<br />
registrano suoni musicali in assenza di chi legge o ascolta), e dunque del<br />
potere di sollecitare e legittimare sperimentazioni mentali e fisiche impensabili<br />
e impensate prima dell’avvento della riproduzione acustica (per<br />
esempio: riascoltare un suono, esattamente quello stesso suono, dunque<br />
far tornare il tempo indietro, riciclarlo; oppure, in sede di registrazione,<br />
modificare un suono, addirittura in sede di ascolto della registrazione,<br />
modificarne i parametri). Di tutto ciò <strong>nella</strong> <strong>scuola</strong> non c’è traccia. Se ce<br />
ne fosse, e se questo avvenisse con la dovuta consapevolezza, si potrebbe<br />
legittimamente ipotizzare che la sua funzione educativa e istruttiva ne risulterebbe<br />
rinforzata.<br />
7. Tutto ciò varrebbe per la musica, certamente, ma varrebbe più ancora e in<br />
termini più generali per l’universo acustico nel suo complesso, che include<br />
i suoni non musicali del mondo, non ultimi (anzi tra i primi a poter essere<br />
presi in considerazione come materiali della e per la schizofonia) i suoni<br />
della voce umana. Non è un caso che l’esposizione continua al telefono, alla<br />
radio, al disco, al file di registrazione abbia reso noi tutti molto sensibili alle<br />
modalità di una drammaturgia fonica che rende la cosa detta più ricca e<br />
pregnante per la sua resa vocale che non per il suo significato letterale. Che<br />
cosa entra <strong>nella</strong> <strong>scuola</strong> del fenomeno oggi così importante della «teatralizzazione<br />
della voce»?<br />
8. In questa prospettiva, anzi in relazione a queste molteplici prospettive di<br />
impegno la <strong>scuola</strong> andrebbe «sonorizzata», cioè ripensata e aggiornata, partendo<br />
dal suo stesso paradigma fondativo coincidente con la centralità della<br />
scrittura, con l’assumere coraggiosamente l’impegno ad includere dentro i<br />
suoi orizzonti attuali le aperture di senso che il suono riprodotto, e prodotto<br />
per la riproduzione, garantiscono anche soltanto per il loro stesso<br />
«esserci nel e al mondo».<br />
9. Ampliando la portata del paradigma scrittorio fino a includervi i modi<br />
della registrazione sonora (ma è evidente che ci si dovrebbe fare analoga<br />
considerazione per i modi della registrazione visiva, foto e video) si potrebbe<br />
(io penso si dovrebbe) reagire al processo in atto di strisciante<br />
descolarizzazione, cioè di perdita di senso dell’esperienza scolastica: un fenomeno<br />
che, diversamente da quanto si è soliti credere, non dipenderebbe<br />
dall’indebolirsi, al suo interno, delle pratiche della lingua scritta, ma dal venire<br />
meno di una legittimazione fondativa che risale a due secoli fa e che<br />
non riesce a fare i conti con quanto è avvenuto nel frattempo in termini di<br />
sviluppo e centratura dell’esperienza umana.