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L’insegnamento dello strumento musicale nella scuola media

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L’INSEGNAMENTO DELLO STRUMENTO MUSICALE NELLA SCUOLA MEDIA • 29<br />

confronti del mondo esterno, e che, va riconosciuto, il mondo esterno in buona<br />

parte contraccambia: del resto, non è espressione del disagio che tipicamente si<br />

sente di fronte a un’incognita, a qualcosa di irriducibile a soluzioni semplici, il<br />

fatto che, per quanto siano molti a pensare che i problemi della <strong>scuola</strong> siano risolvibili,<br />

e non pochi siano quelli che ipotizzano e tentano soluzioni, le cose<br />

non vanno certo progredendo anno dopo anno, e invece cresce lo spazio per un<br />

senso di sfiducia <strong>nella</strong> possibilità di cambiamenti migliorativi?<br />

È legittimo chiedersi se sia possibile uscire da questa situazione.<br />

Provo a dare una risposta in positivo.<br />

Sia chiaro, però, non sto sostenendo che, poiché le forme del consumo <strong>musicale</strong><br />

hanno creato una sorta di scolarizzazione parallela e alternativa a quella di<br />

una <strong>scuola</strong> ufficiale sempre più marginalizzata e marginalizzantesi, non si darebbe<br />

diversa alternativa per questa che arrendersi fondendosi e confondendosi<br />

con quel mondo; sto ponendo invece le condizioni minime per delineare<br />

e sviluppare un’altra prospettiva.<br />

Provo a sintetizzare per punti il percorso di ragionamento che autorizzerebbe<br />

la scelta di adottare, se non altro come esperimento mentale, quest’altra<br />

prospettiva.<br />

1. L’esperienza sonora del cittadino del mondo, da tre/quattro generazioni<br />

ormai, è segnata dal fenomeno chiamato schizofonia (ossia separazione del<br />

suono dalla sua fonte di origine): questo ha modellato il sensorio dell’uomo<br />

secondo modalità e figure diverse dalle modalità e le figure in auge «prima<br />

della rivoluzione».<br />

2. Le musiche registrate che ascoltiamo e usiamo vivono una vita autonoma<br />

rispetto al luogo e al tempo in cui sono state prodotte. C’è di più. Sono autonome,<br />

spesso, anche rispetto alle intenzioni e alle destinazioni di chi le<br />

ha composte (si può ascoltare un requiem in cuffia, correndo).<br />

3. La schizofonia fonda e diffonde un’idea e una pratica di musica diverse da<br />

quelle precedenti il suo avvento.<br />

4. Questa idea e questa pratica «diverse» hanno toccato e intaccato solo marginalmente<br />

gli spazi dell’accademia e della <strong>scuola</strong> rimanendo relegate perlopiù<br />

a un ruolo di rumore e disturbo.<br />

5. Del complesso dell’esperienza <strong>musicale</strong> la <strong>scuola</strong> ha riservato a se stessa<br />

solo la parte riconducibile alle forme della <strong>media</strong>zione scrittoria classica: la<br />

notazione per un verso, la resa in termini verbali del significato dell’esperienza<br />

sonora per un altro.<br />

6. Così operando la <strong>scuola</strong> non solo si è mostrata insensibile all’esperienza<br />

mondana ma ha perso addirittura un’occasione importante per rinforzare,<br />

con multi<strong>media</strong>lità montante, il suo stesso fondamento, cioè il paradigma<br />

mentale della scrittura. Come può essere? Chiarisco, o meglio<br />

cerco di chiarire. La schizofonia della registrazione e della comunicazione<br />

INTERVENTI<br />

L’esperienza<br />

sonora<br />

del cittadino<br />

del mondo,<br />

da tre/quattro<br />

generazioni<br />

ormai,<br />

è segnata<br />

dal fenomeno<br />

chiamato<br />

schizofonia<br />

(ossia<br />

separazione<br />

del suono<br />

dalla sua fonte<br />

di origine)

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