"La Città dell'Oro" di Emilio Salgari - Altervista
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– Ed io non comprendo nulla, dottore.<br />
– Non ve<strong>di</strong> che tutti i tronchi <strong>di</strong> queste palme sono stretti<br />
fra piante rampicanti?<br />
– Sì, dottore.<br />
– Ebbene, quelle piante si chiamano fichi maledetti. Sono<br />
terribili parassiti, che dapprima si alzano sottili come ra<strong>di</strong>ci e<br />
innocui, ma poi, allacciandosi fra <strong>di</strong> loro, finiscono col soffocare<br />
le piante, talmente ne stringono i tronchi. Fra qualche mese tutti<br />
questi alberi saranno morti.<br />
– I fichi maledetti sono adunque il simbolo vivente<br />
dell'ingratitu<strong>di</strong>ne.<br />
– Precisamente, Alonzo.<br />
– <strong>La</strong>sciamo là i fichi e scuoiamo il formichiere. Ceneremo<br />
con delle deliziose costolette, ma <strong>di</strong>sgraziatamente non abbiamo<br />
nemmeno un pezzetto <strong>di</strong> pane.<br />
– Lo troveremo.<br />
– Dove?...<br />
– Vedrai! Non mi farò attendere molto.<br />
Approfittando della poca luce che ancora si proiettava sotto<br />
la foresta, il dottore s'appressò ad un albero che aveva poco<br />
prima notato. Era una specie <strong>di</strong> palmizio col tronco liscio ma in<br />
forma <strong>di</strong> fuso e che si appoggiava, coll'estremità inferiore, su<br />
parecchie ra<strong>di</strong>ci uscenti da terra. In alto portava un bellissimo<br />
ciuffo <strong>di</strong> gran<strong>di</strong> foglie d'un verde cupo.<br />
Non portava né frutta né fiori, ma in mezzo al ciuffo si<br />
vedeva uscire un germoglio lungo circa ottanta centimetri e più<br />
grosso del fusto dell'albero.<br />
Il dottore girò e rigirò attorno al palmizio, poi si aggrappò<br />
ai fichi maledetti che formavano una vera rete e s'innalzò con<br />
un'agilità sorprendente borbottando.<br />
Giunto in cima all'albero si cacciò in mezzo al ciuffo e a<br />
colpi <strong>di</strong> coltello recise il lungo germoglio, lasciandolo<br />
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