"La CittÃ dell'Oro" di Emilio Salgari - Altervista

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loro destra. Ad un tratto si udì un sibilo appena percettibile ed un cannello adorno all'estremità d'un piccolo tappo di midolla di legno cannone, andò a piantarsi nel tronco d'una palma, a due soli pollici dal capo di Yaruri. – Una freccia! – aveva esclamato il dottore. – Fuoco, Alonzo. Fecero fuoco a casaccio verso la direzione ove era venuto quel messaggero di morte. Appena cessate le due detonazioni, udirono uno spezzarsi di rami, poi più nulla. L'indiano si era scagliato in mezzo alla foresta brandendo la sua cerbottana, ma si era subito trovato dinanzi ad una muraglia di verzura così fitta e così irta di spine, che aveva dovuto arrestarsi e tornare indietro. Staccò la freccia che era formata d'un leggero cannello terminante in un'acuta spina e se la mise sulle labbra. – È intinta nel curaro – diss'egli, sputando. – Ma ti avveleni! – esclamò Alonzo. – Non temere – disse il dottore. – Il curaro è mortale solamente se si mescola al sangue dell'uomo colpito, ma si può assaggiarlo impunemente. – Era destinata a noi quella freccia? – A Yaruri – disse il dottore. – Gl'indiani non falliscono mai e se l'avessero destinata a noi, saremmo stati colpiti. Fortunatamente il nostro indiano ha udito il sibilo a tempo ed ha potuto evitarla. – Qualcuno adunque ha interesse a sopprimere Yaruri? – Così la penso anch'io. – Ma a quale scopo? Perché lui invece di noi? – Per privarci della guida che ci conduce alla Città dell'Oro; tale è il mio sospetto. Affrettiamoci a ritornare prima che ci piova addosso qualche altra freccia. 78
Si ripiegarono in fretta verso la sponda dove trovarono don Raffaele assai inquieto ed in procinto di raggiungerli. Informato di ciò che era avvenuto, approvò la proposta del dottore di vegliare attentamente sul fiume e l'indomani battere la foresta per cercar di scoprire quei nemici misteriosi. 79
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YARURI - Bada, Alonzo! Se ti piomba
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americana aveva preso lo slancio ed
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- Forse - rispose l'indiano con un
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- Ma impazzisci? - No, Alonzo, il m
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LA LEGGENDA DELL'ELDORADO Don Raffa
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incrocio di negri e d'indiani, pers
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peregrinazioni sul fiume gigante, v
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fantasia d'alcuni illusi. - Niente
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sapevano colorire le stoffe. - Ma c
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UNA FUGA MISTERIOSA Udendo quel gri
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obusti negri, si misero alacremente
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disponendole in modo che non potess
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idurre un uomo allo stato di schele
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- Non deve essere uno scoglio - dis
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preparato un nuovo agguato? - chies
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L'ASSALTO DEI CAIMANI Sulle onde ch
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IL PANE DEGLI INDIANI Il luogo ove
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Si mise a raccogliere dei rami mort
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Yaruri però non si curava di quell
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- S'incaricherà Yaruri di fabbrica
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- Allora conta su di noi. - Ho la t
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L'INCANTATORE DI SERPENTI Quella sa
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le colonne. - Quale magnificenza!..
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UN ESERCITO DI RETTILI Don Raffaele
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Muoveva dritto verso la barricata d
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IL TEMPIO DEL SOLE La notte era dis
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CONCLUSIONE Cinque ore dopo don Raf
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