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La trasformazione di società in trust - Reggio Emilia

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conduzione dell’azienda, irrilevanza che oggi – si sottol<strong>in</strong>ea 26 – ha “trovato esplicito<br />

riconoscimento nel novellato art. 67 l. fall., <strong>in</strong> particolare laddove la norma esclude dalla revocatoria<br />

quei «pagamenti <strong>di</strong> beni e servizi effettuati nell’esercizio della attività <strong>di</strong> impresa nei term<strong>in</strong>i<br />

d’uso»”.<br />

Di tali pr<strong>in</strong>cipi (che qui abbiamo richiamato solo s<strong>in</strong>teticamente e senza alcuna pretesa <strong>di</strong><br />

esaustività) dovrà tenersi conto nel valutare il comportamento dell’impren<strong>di</strong>tore che,<br />

imputato del delitto <strong>di</strong> cui all’art. 10-ter, si <strong>di</strong>fenda <strong>in</strong>vocando una supposta <strong>in</strong>volontarietà<br />

della omissione.<br />

2.3. <strong>La</strong> ripartizione dell’onere della prova con riferimento all’omesso versamento IVA<br />

Si è detto prima che le ipotesi <strong>in</strong> cui l’omesso versamento può <strong>di</strong>rsi determ<strong>in</strong>ato da forza<br />

maggiore appaiono <strong>in</strong> realtà riconducibili a casi <strong>di</strong> scuola <strong>di</strong> ben scarsa rilevanza pratica.<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>fesa dell’impren<strong>di</strong>tore <strong>in</strong>solvente, imputato del delitto previsto e punito dall’art. 10-ter,<br />

sarà <strong>in</strong>vece <strong>di</strong> regola volta a <strong>di</strong>mostrare l’<strong>in</strong>sussistenza del dolo (o meglio <strong>di</strong> una delle<br />

componenti del dolo, cioè della volontarietà dell’azione).<br />

<strong>La</strong> <strong>di</strong>fferenza – solo apparentemente teorica – assume non poco rilievo concreto con<br />

riferimento alla ripartizione dell’onere probatorio.<br />

Mentre <strong>in</strong>fatti l’esistenza <strong>di</strong> un’ipotesi <strong>di</strong> forza maggiore va necessariamente <strong>di</strong>mostrata<br />

dall’imputato (trattandosi <strong>di</strong> una causa <strong>di</strong> non punibilità), è <strong>in</strong>vece l’accusa a dovere dar<br />

prova (al <strong>di</strong> là <strong>di</strong> ogni ragionevole dubbio) della sussistenza dell’elemento psicologico del<br />

reato.<br />

Il punto merita tuttavia alcune precisazioni.<br />

Il problema centrale <strong>in</strong> tema <strong>di</strong> dolo è rappresentato proprio dalla <strong>di</strong>fficoltà del suo<br />

accertamento.<br />

Per questa ragione, è necessario “trovare un modus proceden<strong>di</strong> che, da un lato, non trasformi<br />

l’accertamento del dolo <strong>in</strong> una probatio <strong>di</strong>abolica, ponendo così <strong>in</strong> uno stato <strong>di</strong> palese <strong>in</strong>feriorità<br />

l’accusa, ma che, dall’altro, parimenti rifugga da presunzioni legali” 27 .<br />

26 E. M. Ambrosetti, Diritto penale dell’impresa, Bologna, 2012, p. 299.<br />

27 F. Mantovani, op. cit., p. 334.<br />

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