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La trasformazione di società in trust - Reggio Emilia

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l. 3/2012 e i cre<strong>di</strong>tori con causa o titolo posteriore non possono procedere esecutivamente sui<br />

beni oggetto del piano.<br />

Si prevede, altresì, che i cre<strong>di</strong>ti sorti <strong>in</strong> occasione o <strong>in</strong> funzione <strong>di</strong> uno dei proce<strong>di</strong>menti <strong>di</strong><br />

composizione delle crisi siano sod<strong>di</strong>sfatti con preferenza rispetto agli altri, con esclusione <strong>di</strong><br />

quanto ricavato dalla liquidazione dei beni oggetto <strong>di</strong> pegno ed ipoteca per la parte dest<strong>in</strong>ata ai<br />

cre<strong>di</strong>tori garantiti (art. 13, comma 4-bis, l. 3/2012).<br />

Viene, poi, <strong>in</strong>trodotta una norma espressa che esclude da revocatoria gli atti compiuti <strong>in</strong><br />

esecuzione dell’accordo omologato (ultimo periodo del comma 5 dell’art. 12, l. 3/2012).<br />

Nel comma 5 dell’art. 12, l. 3/2012, relativo alla non revocabilità degli atti, pagamenti e<br />

garanzie posti <strong>in</strong> essere <strong>in</strong> esecuzione dell'accordo omologato, è aggiunta la seguente previsione:<br />

“A seguito della sentenza che <strong>di</strong>chiara il fallimento, i cre<strong>di</strong>ti derivanti da f<strong>in</strong>anziamenti effettuati <strong>in</strong><br />

esecuzione o <strong>in</strong> funzione dell'accordo omologato sono prededucibili a norma dell'articolo 111 del<br />

regio decreto 16 marzo 1942, n. 267”.<br />

Rispetto alla <strong>di</strong>scipl<strong>in</strong>a previgente, cambia la sanzione stabilita per l’<strong>in</strong>osservanza del<br />

contenuto dell’accordo omologato: il nuovo comma 4 dell’art. 13 l. 3/2012 stabilisce, <strong>in</strong>fatti, che i<br />

pagamenti e gli atti <strong>di</strong>spositivi dei beni posti <strong>in</strong> essere <strong>in</strong> violazione dell'accordo o del piano del<br />

consumatore sono <strong>in</strong>efficaci rispetto ai cre<strong>di</strong>tori anteriori al momento <strong>in</strong> cui ne è stata eseguita la<br />

pubblicità. <strong>La</strong> precedente formulazione della norma prevedeva, <strong>in</strong>vece, la <strong>di</strong>versa sanzione della<br />

nullità.<br />

Gli effetti dell’omologazione del piano del consumatore sono analoghi a quelli<br />

dell’omologazione dell’accordo del debitore. Essi, <strong>in</strong>fatti, consistono nel <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> <strong>in</strong>iziare o<br />

proseguire azioni <strong>in</strong><strong>di</strong>viduali, nel <strong>di</strong>vieto <strong>di</strong> acquistare <strong>di</strong>ritti <strong>di</strong> prelazione sul patrimonio del<br />

debitore, nell’obbligatorietà del piano nei confronti <strong>di</strong> tutti i cre<strong>di</strong>tori anteriori alla data della<br />

pubblicità del proce<strong>di</strong>mento.<br />

Con riferimento specifico agli effetti dell’omologazione del piano del consumatore, l’art. 12-<br />

ter, comma 3, l. 3/2012 stabilisce, <strong>in</strong>oltre, che l'omologazione del piano non pregiu<strong>di</strong>ca i <strong>di</strong>ritti dei<br />

cre<strong>di</strong>tori nei confronti dei coobbligati, fideiussori del debitore e obbligati <strong>in</strong> via <strong>di</strong> regresso.<br />

8. L’esecuzione dell’accordo o del piano<br />

Il comma 1 dell’art. 13, l. 3/2012, relativo alle modalità <strong>di</strong> esecuzione del piano, prevede la<br />

possibilità che, <strong>in</strong> caso <strong>di</strong> accordo o piano i quali prevedano l’impiego <strong>di</strong> beni sottoposti a<br />

pignoramento, il giu<strong>di</strong>ce nom<strong>in</strong>i un liquidatore che <strong>di</strong>sponga <strong>in</strong> via esclusiva degli stessi e delle<br />

somme <strong>in</strong>cassate (6) .<br />

Al <strong>di</strong> fuori <strong>di</strong> tale caso, il nuovo quarto periodo del comma 1 dell’art. 7, l. 3/2012, stabilisce la<br />

possibilità che il piano preveda la nom<strong>in</strong>a <strong>di</strong> “un gestore per la liquidazione, la custo<strong>di</strong>a e la<br />

<strong>di</strong>stribuzione del ricavato ai cre<strong>di</strong>tori, da <strong>in</strong><strong>di</strong>viduarsi <strong>in</strong> un professionista <strong>in</strong> possesso dei requisiti<br />

<strong>di</strong> cui all'articolo 28 del regio decreto 16 marzo 1942, n. 267”, ossia <strong>in</strong> possesso dei requisiti per la<br />

nom<strong>in</strong>a a curatore fallimentare.<br />

In precedenza, la predetta norma stabiliva la possibilità <strong>di</strong> nom<strong>in</strong>are un “fiduciario” per la<br />

liquidazione, custo<strong>di</strong>a e <strong>di</strong>stribuzione del ricavato ai cre<strong>di</strong>tori, senza fissare i relativi criteri <strong>di</strong><br />

nom<strong>in</strong>a dello stesso.<br />

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