La trasformazione di società in trust - Reggio Emilia

Il tutto tenendo debitamente conto “delle semplificazioni probatorie”, ogni qual volta ci si trovi
di fronte a “comportamenti c.d. «psicologicamente orientati»”, cioè tali, “per la loro stessa natura
o per i modi di estrinsecazione nella realtà”, da denotare con ragionevole probabilità la natura
dolosa del comportamento medesimo 28 .
Ecco che in tali casi, pur non verificandosi una (inammissibile) inversione dell’onere
probatorio, l’imputato finisce per essere chiamato a fornire una serie di allegazioni, proprio
per superare quella semplificazione (un qualcosa di non molto diverso da una presunzione
semplice) che deriva dalla struttura della sua stessa azione (od omissione).
Ciò significa che l’imprenditore chiamato a rispondere del reato di cui all’art. 10-ter, che
invochi a propria discolpa l’impossibilità di adempiere, dovrà farsi parte attiva al fine di
dimostrare la sussistenza delle condizioni per così dire “scriminanti” cui poc’anzi si è fatto
riferimento, allegando elementi sulla cui base il giudice potrà ritenere non sufficientemente
dimostrata la sussistenza del dolo di omissione, con conseguente necessità di pervenire ad
una pronuncia di assoluzione (eventualmente con formula dubitativa) perché il fatto non
costituisce reato.
Trattasi, indubbiamente, di un onere di allegazione tanto gravoso, quanto articolato.
Sicuramente non sarà sufficiente invocare l’esistenza della (pur drammaticamente
riscontrabile) crisi economica e finanziaria che ha investito il Paese, né ci potrà
genericamente richiamare ad un “blocco” del proprio settore di appartenenza, né infine ci si
potrà lamentare della (a volte sicuramente ingiustificata) impossibilità di accedere al credito.
Dovrà invece dimostrarsi, attraverso una allegazione analitica, opportunamente
accompagnata da una relazione di carattere tecnico, che l’impresa versava in una situazione
di reale insolvenza (non di “semplice” illiquidità transitoria), che detta situazione di
insolvenza è sorta prima o al più tardi alla scadenza del termine previsto dalle disposizioni
tributarie per il versamento IVA, che la stessa situazione era presente al momento della
scadenza del termine indicato dall’art. 10-ter, che l’imprenditore non ha cagionato (nel senso
sopra precisato) l’insolvenza ed infine che, una volta insorta tale condizione, l’imprenditore
medesimo ha posto in essere una condotta conforme alle previsioni normative, in particolare
con riferimento ai pagamenti.
28 F. Mantovani, op. cit., p. 335.
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