La trasformazione di società in trust - Reggio Emilia

versamento nel termine richiesto) volontarietà che nel caso di specie non sussiste, causa la crisi
finanziaria in cui si era venuto a trovare [l’imputato] in conseguenza, anche, delle condotte di
soggetti terzi inadempienti nei suoi confronti, crisi che lo ha posto in una condizione di "illiquidità”
che lo rende nel caso di specie, pur se inadempiente al pagamento dell'IVA, non perseguibile”.
Più articolata appare la sentenza Trib. Padova, 18 maggio 2012 30 .
Rileva il Tribunale: “dalla testimonianza della dott.ssa [commercialista della società n.d.r.], che
ha trovato riscontro nella documentazione prodotta è infatti emerso che nel corso del 2005 la società si
trovava in situazione di grave difficoltà economica e di crisi di liquidità non fronteggiabile con utili
(che non c’erano), ovvero con prestiti con le banche (la società risultava già esposta a livello
finanziario), ovvero con un aumento del capitale sociale (l’imputato era già impegnato con fideiussione
personale e gli altri soci erano i figli non in condizioni di far fronte ad impegni economici)” 31 .
Trattasi di una sentenza che ha il pregio di evidenziare ciò che l’imputato dovrebbe allegare
in giudizio per sostenere la tesi dell’inadempimento non “volontario”: dettagliata
documentazione contabile, testimonianze “qualificate” (perché rese, ad esempio, da chi ha
tenuto la contabilità aziendale e dagli eventuali responsabili amministrativi), circostanziate
dichiarazioni dell’imprenditore. Troviamo altresì un’interessante elencazione di quelle
circostanze – attinenti alla condotta dell’imprenditore – che possono appunto escludere la
sussistenza del dolo: la comprovata impossibilità di ricorrere al finanziamento bancario,
l’altrettanto comprovata impossibilità di reperire risorse proprie o presso terzi privati,
l’imprevedibile mancato incasso di significativi crediti, apparentemente esigibili.
Ma ciò che soprattutto traspare, dalla lettura della sentenza in esame, è l’assoluta
insostituibilità dell’apporto tecnico-probatorio che può essere fornito dall’esperto contabile.
L’insegnamento è chiaro: la difesa dell’imprenditore imputato del reato di cui all’art. 10-ter,
il quale si appelli ad una insuperabile situazione di illiquidità (o meglio, di insolvenza) dovrà
sempre essere corredata da una dettagliata consulenza tecnica contabile.
30 Disponibile on line su www.camerapenalepd.it.
31 Invero, la fattispecie concreta presa in esame dal Tribunale di Padova si caratterizzava anche per essersi
concretizzata nell’immediatezza dell’entrata in vigore dell’art. 10-ter; per quanto attiene al tema della prova della
mancanza del dolo (rectius: il mancato raggiungimento della prova del dolo), essa conserva pieno valore ai fini
che qui rilevano. Per completezza, riportiamo un altro passaggio significativo: “che l’imputato non fosse animato da
dolo trova conferma nel comportamento successivo alla contestazione di pagamento dell’imposta dovuta sulla base della
rateizzazione concessa da Equitalia”.
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