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La trasformazione di società in trust - Reggio Emilia

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comportamento omissivo non dovrà essere assoggettato a sanzione per mancanza<br />

dell’elemento soggettivo tipico della fattispecie.<br />

Il fattore scrim<strong>in</strong>ante – riba<strong>di</strong>amo – non sarà rappresentato da una semplice situazione <strong>di</strong><br />

illiqui<strong>di</strong>tà temporanea, bensì da un contesto <strong>di</strong> vera e propria <strong>in</strong>solvenza.<br />

In tali con<strong>di</strong>zioni il ruolo del commercialista risulterà assolutamente centrale: sarà lui ad<br />

assistere, passo dopo passo, l’impren<strong>di</strong>tore, aiutandolo a comprendere se l’azienda si trovi <strong>in</strong><br />

una situazione <strong>di</strong> crisi reversibile o se, più probabilmente, si configuri una situazione <strong>di</strong><br />

<strong>in</strong>solvenza dest<strong>in</strong>ata a perdurare o a peggiorare. In quest’ultima ipotesi, il ricorso agli istituti<br />

alternativi al fallimento – tra cui <strong>in</strong> particolare il concordato preventivo – oltre a<br />

rappresentare l’adozione <strong>di</strong> un comportamento corretto al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> evitare l’aggravarsi della<br />

crisi aziendale – con le conseguenti responsabilità anche <strong>di</strong> carattere penale – potrà costituire,<br />

senza dubbio, un valido elemento <strong>di</strong> <strong>di</strong>fesa rispetto agli eventuali omessi versamenti<br />

(purché, ovviamente, si tratti <strong>di</strong> una percorso <strong>in</strong>trapreso con sufficiente tempestività).<br />

In def<strong>in</strong>itiva, potrebbe risultare nuovamente valorizzato il ruolo dei professionisti che<br />

affiancano l’impren<strong>di</strong>tore; ciò non solo al f<strong>in</strong>e <strong>di</strong> <strong>in</strong><strong>di</strong>viduare la soluzione più corretta che lo<br />

stesso impren<strong>di</strong>tore deve assumere e <strong>di</strong> affiancarlo nella configurazione del progetto <strong>di</strong><br />

ristrutturazione, ma, ancor prima, per <strong>di</strong>alogare con il cliente e per aiutarlo ad identificare<br />

l’eventuale irreversibilità della crisi, con la conseguente tempestiva adozione dei più idonei<br />

strumenti <strong>di</strong> prevenzione e <strong>di</strong> gestione della medesima. In particolare, la scelta <strong>di</strong> detti<br />

strumenti potrà avvenire tra il novero <strong>di</strong> quelli <strong>in</strong>trodotti dalla riforma del sistema<br />

concorsuale, con l’obiettivo <strong>di</strong> permettere alle imprese <strong>di</strong> superare la crisi e/o <strong>di</strong> ridurre<br />

l’impatto della stessa sui pr<strong>in</strong>cipali “stakeholders”; strumenti, peraltro, dotati <strong>di</strong> grande<br />

efficacia e non ispirati da <strong>in</strong>tenti punitivi verso l’impren<strong>di</strong>tore <strong>in</strong>solvente, <strong>di</strong>versamente da<br />

quanto accadeva nella superata legislazione fallimentare del 1942.<br />

Relatori del documento:<br />

Avv. Pietro Someda<br />

Avv. Andrea Ton<strong>in</strong>ello<br />

Dott. Renato Bogoni<br />

Dott. Emanuele Artuso<br />

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