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Neuroscienze e dipendenze - Dipartimento per le politiche antidroga

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104 - E<strong>le</strong>menti di NEUROSCIENZE E DIPENDENZE<br />

ricaduta nell’uso di droghe in un individuo astinente<br />

<strong>per</strong>sino mesi o anni dopo aver smesso.<br />

La neurobiologia della dipendenza incomincia a scoprire<br />

come l’uso cronico di droghe che danno dipendenza<br />

possa sconvolgere anche altri importanti vie neurali<br />

nel cervello che portano a questi deficit cognitivi.<br />

L’uso cronico di droga può provocare cambiamenti<br />

neurochimici nel<strong>le</strong> regioni corticali su<strong>per</strong>iori della parte<br />

fronta<strong>le</strong> del cervello (corteccia fronta<strong>le</strong>) che rendono la<br />

droga così attraente, e può danneggiare la capacità di dominare<br />

gli impulsi a non usare <strong>le</strong> droghe.<br />

Ciò sortisce l’effetto di focalizzare l’attenzione del<br />

soggetto dipendente sull’uso di droga e può rendere più<br />

difficoltose <strong>le</strong> decisioni di non assumerne. Si crede che<br />

questi cambiamenti spieghino anche la comparsa di desiderio<br />

compulsivo (craving) <strong>per</strong> <strong>le</strong> sostanze d’abuso e il<br />

continuo consumo di droga nonostante <strong>le</strong> conseguenze<br />

terribilmente negative <strong>per</strong> il tossicodipendente. I neuroadattamenti<br />

in altre parti della corteccia fronta<strong>le</strong> sarebbero<br />

coinvolti nell’alterata capacità di valutare <strong>le</strong> conseguenze<br />

di un uso ininterrotto di droghe.<br />

La sco<strong>per</strong>ta di cambiamenti <strong>per</strong>sistenti nel<strong>le</strong> regioni<br />

del cervello responsabili dell’apprendimento e della memoria<br />

aiuta anche a spiegare il <strong>per</strong>ché la ricaduta nell’utilizzo<br />

di droghe sia così frequente nonostante mesi e talvolta<br />

anni di astinenza. I neuroadattamenti a livello del<strong>le</strong><br />

sinapsi all’interno di queste regioni conferiscono un’incrementata<br />

salienza ai ricordi correlati all’uso di droghe.<br />

Di conseguenza, eventi o indizi che riportano alla memoria<br />

questi ricordi (<strong>per</strong> esempio un’immagine di uno<br />

strumento di iniezione o della droga stessa; rivisitare luoghi<br />

dove la droga è stata consumata) ha la capacità di innescare<br />

forte dediderio compulsivo <strong>per</strong> la sostanza d’abuso,<br />

spesso risultanti in una ricaduta all’uso di droga.<br />

Questi neuroadattamenti si sono verificati in tossicodipendenti<br />

in astinenza da mesi (Volkow e Fow<strong>le</strong>r, 2000).<br />

Lo stress rappresenta un forte fattore scatenante della ricaduta,<br />

e <strong>le</strong> neuroscienze cominciano anche a spiegare<br />

come l’utilizzo cronico di droghe possa rendere i tossicodipendenti<br />

vulnerabili alla ricaduta nel caso in cui siano<br />

sottoposti a stress.<br />

La ricerca ha anche identificato differenze neuropsicologiche<br />

e genetiche tra individui che potrebbero influenzare<br />

<strong>le</strong> possibilità che questi ultimi sviluppino una<br />

dipendenza nel caso in cui utilizzino droghe. Migliorando<br />

la comprensione di come la dipendenza si sviluppi,<br />

questa ricerca sottolinea il potenzia<strong>le</strong> che nuove<br />

cure psicologiche e farmacologiche possono avere nel<br />

trattamento e più speculativamente nella prevenzione<br />

della dipendenza (v. Capitolo 3). Le neuroscienze suggeriscono<br />

che la tossicodipendenza sia un comportamento<br />

patologico in cui <strong>le</strong> droghe che danno assuefazione cooptano<br />

<strong>le</strong> normali vie dell’apprendimento e della motivazione<br />

nel cervello in modo ta<strong>le</strong> che l’assunzione di droghe<br />

diventi dominante su tutte <strong>le</strong> altre attività mirate a<br />

obiettivi. Una ta<strong>le</strong> prospettiva presenta la possibilità di<br />

schiudere non solo un’ampia gamma di nuove e potenti<br />

cure contro la dipendenza che prendono come bersaglio<br />

o migliorano questi cambiamenti, bensì anche la possibilità<br />

di modificare la nostra visione nei confronti di chi<br />

soffre di dipendenza e del modo in cui li curiamo (v. Capitolo<br />

1 e questo capitolo). Data l’importanza centra<strong>le</strong><br />

che il cervello assume e <strong>le</strong> forti opinioni morali che molti<br />

hanno nei confronti di chi abusa o dipende da droghe, si<br />

rende necessario considerare la natura e l’impatto di questi<br />

cambiamenti. Una ta<strong>le</strong> analisi dovrà prendere in considerazione<br />

criticamente la ricerca neuroscientifica emergente<br />

sulla dipendenza. Ta<strong>le</strong> ricerca ha anche implicazioni<br />

sui tipi di <strong>politiche</strong> sociali a cui ricorriamo <strong>per</strong><br />

ridurre la dipendenza e l’uso dannoso di droghe. Nel capitolo<br />

5, verranno trattate <strong>le</strong> implicazioni sociali e etiche<br />

di questa ricerca. In questa sezione invece si osserverà<br />

l’attua<strong>le</strong> ricerca neuroscientifica sulla dipendenza e si<br />

spiegherà il modo in cui l’abuso cronico di droghe che<br />

danno dipendenza possa alterare la struttura e il funzionamento<br />

neurochimico del cervello con modalità che<br />

portano alla psicologia della dipendenza.<br />

LA NEUROANATOMIA DELLA TOSSICODIPENDENZA<br />

La dipendenza è la quintessenza di un comp<strong>le</strong>sso disturbo<br />

comportamenta<strong>le</strong> che o<strong>per</strong>a a livello biologico,<br />

psicologico e socia<strong>le</strong>. Ta<strong>le</strong> comp<strong>le</strong>ssità si rif<strong>le</strong>tte nel numero<br />

di sistemi neurocognitivi che vengono colpiti dalla<br />

tossicodipendenza. Spesso questi sistemi sono stati studiati<br />

in isolamento, portando allo sviluppo di modelli<br />

parziali concorrenti che mirano a spiegare tutta la dipendenza.<br />

Dalla convergenza di questi diversi approcci sta<br />

nascendo un quadro maggiormente comp<strong>le</strong>to della neuroanatomia<br />

della dipendenza.<br />

Il neuroimaging, grazie al ricorso a tecnologie come la<br />

risonanza magnetica funziona<strong>le</strong> (fMRI) e la tomografia<br />

ad emissione di positroni (PET), ha fornito informazioni<br />

fondamentali sul modo in cui i cambiamenti nel cervello<br />

indotti da droghe possano produrre il tipo di deficit cognitivi<br />

notati nei tossicodipendenti. La capacità di visualizzare<br />

il cervello di individui che soffrono di tossicodipendenza<br />

ha identificato cambiamenti in molteplici sistemi<br />

cerebrali che potrebbero spiegare la <strong>per</strong>dita di<br />

controllo e l’assunzione compulsiva di droghe. Inoltre,<br />

questi cambiamenti possono spiegare <strong>per</strong>ché l’astinenza<br />

sia diffici<strong>le</strong> da raggiungere e <strong>per</strong>ché così di frequente la ricaduta<br />

avvenga dopo lunghi <strong>per</strong>iodi di astinenza.<br />

I sistemi neurocognitivi colpiti dal<strong>le</strong> droghe che<br />

danno assuefazione comprendono:<br />

– ricompensa e rinforzo – nel nuc<strong>le</strong>o accumbens (NAcc)<br />

– compulsione, desiderio compulsivo (craving) e controllo<br />

inibitorio – nella corteccia orbitofronta<strong>le</strong> (OFC)<br />

e nel giro del cingolo anteriore (aCG)<br />

– danno del controllo esecutivo e danno cognitivo –<br />

nella corteccia prefronta<strong>le</strong> (PFC)

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