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Neuroscienze e dipendenze - Dipartimento per le politiche antidroga

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44 - E<strong>le</strong>menti di NEUROSCIENZE E DIPENDENZE<br />

Figura 10.<br />

Rappresentazione grafica dello sviluppo della materia grigia cerebra<strong>le</strong>. Il picco di densità viene raggiunto<br />

attorno ai 12-13 anni di vita (come indicato dalla freccia), <strong>per</strong> poi diminuire verso i 20 anni di età (forma<br />

ad U rovesciata).<br />

Figura 12.<br />

Esempio di posizionamento della cuffia con gli<br />

e<strong>le</strong>ttrodi <strong>per</strong> la misurazione dell’attività e<strong>le</strong>ttrica cerebra<strong>le</strong>.<br />

Misurazione maturità cerebra<strong>le</strong><br />

Figura 11<br />

Il <strong>per</strong>iodo di rischio (risk <strong>per</strong>iod) è definito dall’are tratteggiata dalla qua<strong>le</strong> risulta<br />

che <strong>le</strong> regioni limbiche, deputate al sistema di gratificazione, maturano<br />

prima del<strong>le</strong> regioni frontali deputate al controllo<br />

L’ado<strong>le</strong>scenza è caratterizzata dalla sinaptogenesi che<br />

consiste in una proliferazione di sinapsi. Un fenomeno<br />

simi<strong>le</strong> accade usualmente nei primi anni di vita. La sostanza<br />

grigia dunque aumenta di densità e raggiunge il<br />

plateau. Questo fenomeno viene denominato “U rovesciata”<br />

in quanto questo aumento della sostanza grigia<br />

può essere rappresentato come una U rovesciata (figura<br />

in basso). La massima densità neurona<strong>le</strong> della sostanza<br />

grigia nella corteccia fronta<strong>le</strong> avviene attorno ai 12-13<br />

anni di vita. Successivamente, <strong>per</strong> il fenomeno del “pruning<br />

sinaptico”, c’è una riduzione del volume tota<strong>le</strong> cortica<strong>le</strong><br />

dato dall’eliminazione del<strong>le</strong> connessioni neuronali<br />

meno usate, e dal consolidamento dei network più fortemente<br />

utilizzati.<br />

L’e<strong>le</strong>ttroencefalogramma (EEG) registra l’attività e<strong>le</strong>ttrica<br />

cerebra<strong>le</strong> tramite e<strong>le</strong>ttrodi di su<strong>per</strong>ficie posizionati<br />

sulla testa. La continua fluttuazione della norma<strong>le</strong><br />

attività cerebra<strong>le</strong> induce picco<strong>le</strong> differenze di potenzia<strong>le</strong><br />

e<strong>le</strong>ttrico (milionesimi di volt, microvolt) che vengono<br />

amplificate e registrate.<br />

Si ottiene così un tracciato che segna <strong>per</strong> ciascun e<strong>le</strong>ttrodo<br />

<strong>le</strong> variazioni del voltaggio nel tempo. Poiché ogni<br />

e<strong>le</strong>ttrodo rif<strong>le</strong>tte in prima linea l’attività della parte cerebra<strong>le</strong><br />

più vicina, l’EEG è in grado di fornire informazioni<br />

non solo su attività e<strong>le</strong>ttriche anoma<strong>le</strong>, ma anche sulla<br />

loro localizzazione.<br />

L’analisi dei tracciati EEG potrebbe fornire ulteriori<br />

indicazioni circa lo sviluppo cerebra<strong>le</strong> attraverso uno studio<br />

del cambiamento dell’attività e<strong>le</strong>ttrica neurona<strong>le</strong><br />

nel<strong>le</strong> varie fasi di vita.<br />

A tal proposito, il Prof. Campbell della University of<br />

California Davis (Sacramento) sta portando avanti una<br />

linea di studi promettente.<br />

La fase del sonno caratterizzata da un e<strong>le</strong>ttroencefalogramma<br />

con onde di bassa frequenza ed e<strong>le</strong>vata ampiezza<br />

(sincronizzazione) e dall’assenza dei movimenti oculari<br />

rapidi viene chiamata “non rapid eye movement” (da cui<br />

l’acronimo NREM). Viene anche definito sonno “a onde<br />

<strong>le</strong>nte” a causa della sincronizzazione dell’e<strong>le</strong>ttroencefalogramma.<br />

Questa fase è caratterizzata da una ridotta attività<br />

motoria e da una diminuita e regolare attività circolatoria<br />

e respiratoria. Utilizzando l’EEG, gli scienziati di Sacramento<br />

hanno visto che durante l’ado<strong>le</strong>scenza c’è un<br />

decremento dei NREM che può essere utilizzato qua<strong>le</strong><br />

“indicatore” della maturità cerebra<strong>le</strong>.<br />

Ciò significa che l’NREM costituisce un parametro<br />

in grado di mostrare il grado di maturità cerebra<strong>le</strong> dell’individuo.

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