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Neuroscienze e dipendenze - Dipartimento per le politiche antidroga

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135<br />

La risonanza magnetica funziona<strong>le</strong>:<br />

limiti e obiettivi<br />

L<br />

o studio dell’organizzazione struttura<strong>le</strong> e funziona<strong>le</strong> del cervello è oggetto di ricerca con profonde implicazioni<br />

in varie discipline scientifiche. Per questo motivo l’analisi della rappresentazione del<strong>le</strong> funzioni della corteccia<br />

cerebra<strong>le</strong> ha attratto l’interesse di molti ricercatori fin dalla metà dell’800. Già in quegli anni infatti molti ricercatori<br />

italiani e stranieri avevano proposto che l’attività neurona<strong>le</strong> ed il flusso ematico cerebra<strong>le</strong> fossero correlati.<br />

Franco A<strong>le</strong>ssandrini 1<br />

Giada Zoccatelli 1<br />

Alberto Beltramello 1<br />

1<br />

Servizio di Neuroradiologia, Ospeda<strong>le</strong> Civi<strong>le</strong><br />

Maggiore di Verona<br />

CENNI STORICI<br />

I lavori di Mosso, Roy e Fulton, pur indicando la connessione tra funzione<br />

cerebra<strong>le</strong> e flusso ematico regiona<strong>le</strong>, non suscitarono molto interesse, sia <strong>per</strong><br />

il disaccordo di parte della comunità scientifica, sia <strong>per</strong> la mancanza di tecniche<br />

che potessero validare quanto proposto.<br />

Soltanto con l’introduzione della Risonanza Magnetica Nuc<strong>le</strong>are (RMN),<br />

i cui principi erano <strong>per</strong>altro già stati dimostrati nella prima metà del 900, si<br />

è giunti alla verifica del<strong>le</strong> teorie presentate precedentemente sul funzionamento<br />

cerebra<strong>le</strong>. Nel 1973 infatti Lauterbur, portando finalmente alla ribalta<br />

l’applicazione clinica della Risonanza Magnetica Nuc<strong>le</strong>are (che utilizzava gli<br />

atomi di idrogeno come sorgente di informazione sulla composizione mo<strong>le</strong>colare,<br />

struttura<strong>le</strong> dell’organismo), gettò <strong>le</strong> basi <strong>per</strong> l’imaging mediante RM,<br />

che è successivamente diventata la metodica di e<strong>le</strong>zione <strong>per</strong> lo studio morfologico<br />

e anatomo-patologico non invasivo ad alta risoluzione dell’encefalo,<br />

in costante evoluzione e rinnovamento. La svolta avvenne agli inizi degli anni<br />

’90, quando cominciarono a diffondersi i primi studi sull’attivazione funziona<strong>le</strong><br />

della corteccia mediante Risonanza Magnetica. Utilizzando immagini<br />

RM ottenute rapidamente dopo iniezione endovenosa di un bolo di contrasto,<br />

Belliveu e collaboratori hanno dimostrato <strong>per</strong> la prima volta nel 1991 <strong>le</strong><br />

variazioni di segna<strong>le</strong> nella corteccia visiva umana dopo attivazione con sti-<br />

Figura 1.<br />

Attivazione del giro fronta<strong>le</strong> inferiore e medio destro durante compito di controllo esecutivo

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