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Neuroscienze e dipendenze - Dipartimento per le politiche antidroga

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212 - E<strong>le</strong>menti di NEUROSCIENZE E DIPENDENZE<br />

(8-20 ms). La ppTMS viene applica soprattutto nello soprattutto<br />

applicata allo studio del<strong>le</strong> funzioni inibitorie ed<br />

eccitatorie di circuiti cerebrali.<br />

La TMS ripetitiva (rTMS) consiste in una stimolazione<br />

ripetuta ad intervallo regolare nello stesso punto<br />

dello scalpo con una frequenza che va da 1 a 20 o più<br />

Hz. I parametri da definire in questo caso sono l’intensità,<br />

la frequenza, la lunghezza dei treni di impulsi inviati<br />

(il loro numero) e l’intervallo tempora<strong>le</strong> tra la somministrazione<br />

di treni di impulsi successivi.<br />

Gli effetti della rTMS <strong>per</strong>mangono più a lungo rispetto<br />

alla TMS ad impulso singolo, nell’ordine di qualche<br />

minuto. Maggiore è la frequenza e l’intensità, maggiore<br />

è l’interferenza cortica<strong>le</strong> prodotta durante la stimolazione.<br />

Tuttavia, è stato dimostrato che la rTMS a varie<br />

frequenze <strong>per</strong> <strong>per</strong>iodi relativamente lunghi può indurre<br />

del<strong>le</strong> variazioni dopo la stimolazione stessa (Bonfiglioli<br />

& Castiello 2005). Queste variazioni a lungo termine del<br />

funzionamento della corteccia producono effetti che variano<br />

a seconda della frequenza di stimolazione usata,<br />

producendo inibizione o facilitazione. La rTMS a bassa<br />

frequenza (5HZ)<br />

la facilita.<br />

OBIETTIVI E PROTOCOLLI<br />

A seconda del tipo di obiettivo che si vuo<strong>le</strong> ottenere si<br />

dovranno utilizzare protocolli diversi. Differenti tipologie<br />

di utilizzo della TMS possono infatti dare risposta a<br />

questioni diverse. La TMS, nel<strong>le</strong> sue varie tipologie di<br />

utilizzo, può comportare del<strong>le</strong> procedure alquanto differenziate.<br />

Alcune di esse, tuttavia, sono relativamente<br />

standard e verranno di seguito descritte.<br />

La registrazione dell’attività e<strong>le</strong>ttromiografica (EMG)<br />

da un muscolo è una pratica usua<strong>le</strong> durante l’impiego<br />

della TMS, ed ha diversi scopi. Uno dei principali è<br />

quello di aiutare a localizzare il punto sullo scalpo che<br />

produce la risposta motoria migliore in relazione alla<br />

parte del corpo considerata e che rappresenta, dunque,<br />

la sede della corteccia motoria che la controlla. Per registrare<br />

il tracciato e<strong>le</strong>ttromiografico vengono posti degli<br />

e<strong>le</strong>ttrodi a contatto con il muscolo della mano (Abductor<br />

pollicis brevis) controlatera<strong>le</strong> all’emisfero che verrà<br />

stimolato dall’impulso magnetico. Ciò consente di monitorare<br />

<strong>le</strong> variazioni dell’attività muscolare dipendenti<br />

dalla stimolazione magnetica. Il computer col<strong>le</strong>gato allo<br />

stimolatore magnetico controlla la scansione tempora<strong>le</strong><br />

degli eventi che includono la stimolazione e gli eventuali<br />

altri stimoli presentati al soggetto mentre, contemporaneamente,<br />

registra l’attività EMG.<br />

Subito dopo la somministrazione dell’impulso con la<br />

TMS ad una certa intensità, il tracciato EMG si modifica<br />

e si evidenzia un’attività motoria suscitata dalla stimolazione,<br />

o potenzia<strong>le</strong> evocato motorio (MEP, dall’ing<strong>le</strong>se<br />

Motor Evoked Potential), che appare come un<br />

picco ampio nel<strong>le</strong> due direzioni (alto-basso).<br />

Nella maggior parte degli studi si localizza la corteccia<br />

motoria della mano controlatera<strong>le</strong>. Un modo <strong>per</strong> fare questo<br />

è mantenere invariata l’intensità dell’impulso magnetico<br />

e spostare sistematicamente il coil sullo scalpo in posizioni<br />

diverse, distanti 1 cm tra loro, misurando il MEP<br />

in ogni punto. Alla fine si ottiene una mappa di MEP di<br />

ampiezza diversa (dove quelli di ampiezza maggiore dovrebbero<br />

essere al centro) ed un punto con l’ampiezza<br />

massima che corrisponde alla posizione ottima<strong>le</strong> sullo<br />

scalpo <strong>per</strong> quella mano (optimal position o hot spot).<br />

La registrazione dell’EMG non è uti<strong>le</strong> solo <strong>per</strong> localizzazione<br />

della corteccia motoria che controlla la mano,<br />

ma anche <strong>per</strong> determinare l’intensità dell’impulso magnetico<br />

necessaria <strong>per</strong> ottenere una risposta motoria, cioè<br />

<strong>per</strong> determinare la cosiddetta soglia motoria (MT, dall’ing<strong>le</strong>se<br />

Motor Threshold). Per fare questo si procede innanzitutto<br />

come descritto sopra e si posiziona il coil sull’hot<br />

spot. Dopodiché, l’intensità della stimolazione magnetica<br />

viene ridotta progressivamente fino a raggiungere<br />

un livello nel qua<strong>le</strong> la stimolazione produce un MEP di<br />

una certa ampiezza (maggiore o ugua<strong>le</strong> a 50 mv) nel<br />

50% dei casi. L’intensità dell’impulso magnetico necessario<br />

<strong>per</strong>ché la stimolazione produca questo tipo di risposta<br />

è (MT). Si ritiene che la MT sia espressione del<br />

grado di eccitabilità motoria del SNC; essa può essere influenzata<br />

dall’uso di alcuni farmaci e sostanze d’abuso.<br />

Uno dei fattori principali che può far variare il valore<br />

della MT (abbassandolo) è la contrazione tonica del muscolo.<br />

Nella maggior parte degli studi l’intensità dell’impulso<br />

della TMS viene regolato in modo da corrispondere<br />

al 10% in meno del valore di MT <strong>per</strong> ciascun soggetto.<br />

L’USO COMBINATO DELLA TMS<br />

CON ALTRE TECNICHE FUNZIONALI<br />

Uno degli aspetti della TMS che potrà beneficiare di notevoli<br />

ulteriori sviluppi viene dal suo uso combinato con<br />

altre tecniche funzionali (Bonfiglioli & Castiello 2005).<br />

Un possibi<strong>le</strong> approccio combinato è con la PET (Tomografia<br />

ad Emissione di Positroni), combinazione che<br />

è stata introdotta da Paus e i suoi collaboratori (Paus et<br />

al. 1997).<br />

La stimolazione magnetica, oltre che con la EMG, è<br />

<strong>per</strong>fettamente integrabi<strong>le</strong> anche con la registrazione dell’EEG<br />

(e<strong>le</strong>ttroencefalogramma) (Ilmoniemi et al. 1997).<br />

Una del<strong>le</strong> applicazioni più interessanti di questi approcci<br />

consiste nella possibilità di rivelare quali siano <strong>le</strong><br />

connessioni dell’area stimolata con la TMS. Infatti la<br />

TMS induce un effetto principa<strong>le</strong> in corrispondenza dell’area<br />

prescelta, con un’attività secondaria che si dirama<br />

lungo <strong>le</strong> proiezioni anatomiche funzionanti della zona<br />

stimolata.

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