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Neuroscienze e dipendenze - Dipartimento per le politiche antidroga

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LA STIMOLAZIONE MAGNETICA TRANSCRANICA: CENNI STORICI E FUNZIONAMENTO - 211<br />

Figura 3.<br />

Il soggetto sottoposto a trattamento con TMS è seduto in una poltrona confortevo<strong>le</strong><br />

ed è vigi<strong>le</strong>. Il coil viene tenuto in mano da un o<strong>per</strong>atore e posizionato<br />

sopra l’area da stimolare.<br />

Nonostante in questi sistemi scorrano correnti molto<br />

e<strong>le</strong>vate e siano presenti tensioni ri<strong>le</strong>vanti, esse non dovrebbero<br />

rivestire un <strong>per</strong>icolo <strong>per</strong> il paziente poiché non<br />

vi è col<strong>le</strong>gato e<strong>le</strong>ttricamente. La bobina è la parte che interessa<br />

più da vicino il soggetto e, in genere, è costituita<br />

da un conduttore alloggiato in un contenitore fortemente<br />

isolato.<br />

A seconda della funzione normalmente svolta da<br />

quell’area della corteccia, e dal compito che il soggetto<br />

sta eseguendo, l’impulso magnetico può produrre effetti<br />

diversi sulla funzionalità di un’area cerebra<strong>le</strong>.<br />

In genera<strong>le</strong> <strong>per</strong> quanto riguarda la TMS, la conseguenza<br />

principa<strong>le</strong> del passaggio di corrente e<strong>le</strong>ttrica indotta<br />

artificialmente consiste in un’interferenza. Semplificando,<br />

si può dire che nell’area del cervello stimolata<br />

dalla TMS viene indotto una sorta di rumore e<strong>le</strong>ttrico di<br />

disturbo, che può avere due effetti principali: indurre attività<br />

in una zona altrimenti inattiva in quel preciso momento<br />

(attivazione), o disturbare la norma<strong>le</strong> attività e<strong>le</strong>ttrica<br />

in corso (inibizione).<br />

La forza degli effetti prodotti dalla TMS dipende da<br />

una serie di fattori <strong>le</strong>gati al<strong>le</strong> caratteristiche del campo<br />

magnetico. La grandezza e l’estensione in profondità della<br />

corrente indotta nel cervello dipendono, oltre che dall’intensità<br />

del campo stesso, dalla forma del coil usato <strong>per</strong> la<br />

stimolazione e dalla posizione nella qua<strong>le</strong> viene tenuto.<br />

TIPOLOGIE DI COIL<br />

Esistono diversi tipi di coil che differiscono <strong>per</strong> forma e<br />

grandezza, ma la maggior parte dei ricercatori di solito<br />

utilizza o un coil a forma di 8, i cui due componenti circolari<br />

possono essere grandi (70 mm di diametro), o piccoli<br />

(45 mm), oppure un semplice coil circolare abbastanza<br />

grande.<br />

Il coil può essere scelto in base al tipo di stimolazione<br />

che si vuo<strong>le</strong> effettuare, in quanto entrambi i coil a forma<br />

di 8 producono un campo magnetico i cui effetti sono<br />

piuttosto focali e che agisce su una porzione relativamente<br />

limitata di tessuto cerebra<strong>le</strong>, mentre il coil circolare<br />

produce un campo magnetico i cui effetti sono estesi<br />

ad una porzione maggiore di tessuto cerebra<strong>le</strong>.<br />

Gli effetti focali prodotti dal coil a forma di 8 derivano<br />

dal fatto che il campo magnetico che genera raggiunge un<br />

picco di intensità massima all’intersezione tra i due anelli<br />

componenti (nei quali la corrente circola in direzione opposta),<br />

che si traduce in un massimo di corrente indotta<br />

nel cervello immediatamente al di sotto dell’intersezione.<br />

Diversamente, la corrente indotta dal campo magnetico<br />

del coil circolare è massima nell’area ad anello immediatamente<br />

sottostante. È quindi possibi<strong>le</strong> scegliere il coil più<br />

appropriato in funzione della grandezza dell’area cortica<strong>le</strong><br />

nella qua<strong>le</strong> si vuo<strong>le</strong> produrre l’interferenza. Se questa è ristretta,<br />

è preferibi<strong>le</strong> usare un coil tipo-8 rispetto a quello<br />

circolare e, più l’area è ristretta, maggiore è il vantaggio<br />

derivante dall’uso di un coil a forma di 8 di picco<strong>le</strong> dimensioni,<br />

rispetto ad uno più grande.<br />

Le macchine <strong>per</strong> TMS sono attualmente in grado di<br />

stimolare solamente la corteccia cerebra<strong>le</strong>, la parte più in<br />

su<strong>per</strong>ficie del cervello. Il campo magnetico che viene<br />

creato dal coil ha infatti uno spessore abbastanza limitato<br />

anche se recentemente è stato creato un coil in grado di<br />

produrre una stimolazione magnetica capace di passare<br />

oltre la corteccia (stimolazione profonda, dTMS, dall’ing<strong>le</strong>se,<br />

deep Transcranial Magnetic Stimulation). Il coil<br />

<strong>per</strong> la stimolazione profonda, a differenza di quelli tradizionali,<br />

è a forma di “H” (H-coil) e consente l’accesso a<br />

strutture neuronali più profonde (Roth et al. 2007) ma<br />

è meno foca<strong>le</strong>.<br />

TIPOLOGIE DI TMS<br />

Qui di seguito verranno brevemente illustrate <strong>le</strong> tre tipologie<br />

di TMS: a impulso singolo, a doppio impulso, ripetitiva.<br />

Nella TMS ad impulso singolo (sing<strong>le</strong> pulse TMS) gli<br />

impulsi vengono somministrati uno alla volta e la distanza<br />

tempora<strong>le</strong> minima tra la somministrazione di un<br />

impulso e la successiva non è inferiore a 3 secondi. Gli<br />

effetti della TMS a impulso singolo sull’attività neurona<strong>le</strong><br />

sono di breve durata, fino a circa 200 ms.<br />

La TMS a doppio impulso (paired pulse o ppTMS)<br />

prevede la presentazione accoppiata di uno stimolo condizionante<br />

sotto-soglia seguito (con un certo intervallo<br />

di tempo) da uno stimolo sopra-soglia, che può essere<br />

somministrato con lo stesso coil, e quindi nella stessa posizione,<br />

o con un altro coil posizionato in un’area diversa.<br />

La risposta a questa coppia di stimoli può essere aumentata<br />

(facilitazione), o diminuita (inibizione), a seconda<br />

dell’intervallo tempora<strong>le</strong> tra gli stimoli (Inter Stimulus<br />

Interval, ISI). Se gli intervalli tra i due impulsi sono<br />

molto brevi (1-6 ms), o molto lunghi (50-200 ms), si ottiene<br />

un effetto inibitorio, mentre la facilitazione del<strong>le</strong><br />

risposte viene ottenuta impiegando intervalli intermedi

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