Neuroscienze e dipendenze - Dipartimento per le politiche antidroga
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85<br />
Il consumo di cannabis in gravidanza<br />
e i danni allo sviluppo del feto<br />
e del bambino<br />
Elisa Bellamoli 1<br />
Francesco Bricolo 1<br />
Aldo Va<strong>le</strong>ntini 2<br />
Claudia Rimondo 3<br />
Catia Seri 3<br />
Giovanni Serpelloni 4<br />
1<br />
Unità di <strong>Neuroscienze</strong>, <strong>Dipartimento</strong><br />
del<strong>le</strong> Dipendenze, Azienda ULSS 20, Verona<br />
2<br />
Divisione Ostetricia e Ginecologia,<br />
Ospeda<strong>le</strong> S. Bonifacio, ULSS 20, Verona<br />
3<br />
Sistema di Al<strong>le</strong>rta Precoce, <strong>Dipartimento</strong><br />
Politiche Antidroga, Presidenza Consiglio<br />
dei Ministri<br />
4<br />
<strong>Dipartimento</strong> Politiche Antidroga,<br />
Presidenza del Consiglio dei Ministri<br />
CANNABIS E GRAVIDANZA<br />
La cannabis e i suoi derivati sono utilizzati, e spesso abusati, dai giovani in<br />
numerosi paesi nel mondo. Un aspetto peculiare da prendere in considerazione<br />
è il fatto che tra molti di questi giovani consumatori spesso si trovano<br />
anche numerose donne in età ferti<strong>le</strong> e quindi potenzialmente gravide con<br />
conseguente esposizione prenata<strong>le</strong> del feto a tali sostanze. Purtroppo, come<br />
riportato da vari studi (Fried & Smith 2001), nei Paesi occidentali la cannabis<br />
è tra <strong>le</strong> droghe il<strong>le</strong>cite più abusate dal<strong>le</strong> donne incinta.<br />
AUMENTATO PERICOLO<br />
L’esposizione del feto alla cannabis in gravidanza espone il suo cervello, ancora<br />
in fase di sviluppo, a gravi danni fisiologici e neurologici e <strong>le</strong> conseguenze<br />
di ta<strong>le</strong> esposizione possono protrarsi <strong>per</strong> tutta la vita del nascituro.<br />
Inoltre, la nocività e la <strong>per</strong>icolosità dell’esposizione alla cannabis vengono<br />
aggravate dal fatto che, sempre più frequentemente, sul mercato il<strong>le</strong>cito vengono<br />
immessi sia prodotti a base di particolari specie di cannabis, con <strong>per</strong>centuali<br />
di principio attivo anche 10 volte su<strong>per</strong>iore rispetto alla cannabis tradiziona<strong>le</strong>,<br />
sia misce<strong>le</strong> vegetali contenenti cannabinoidi sintetici molto più potenti<br />
del norma<strong>le</strong> THC. Gli effetti di questi prodotti così potenti<br />
costituiscono un rischio ancora più e<strong>le</strong>vato di causare, con il loro uso, danni<br />
al Sistema Nervoso Centra<strong>le</strong> (SNC). Nel<strong>le</strong> donne in gravidanza questo rischio<br />
si ri<strong>per</strong>cuote drammaticamente sulla salute del nascituro.<br />
SPERIMENTAZIONE IN VITRO<br />
Sono numerosi gli studi che dimostrano i danni subiti dal feto a causa dell’esposizione<br />
alla cannabis in gravidanza. Tali danni vengono mostrati anche da<br />
evidenze scientifiche derivanti da ricerche condotte sia su modello anima<strong>le</strong><br />
che sull’uomo.<br />
Per quanto riguarda la s<strong>per</strong>imentazione in vitro, numerose evidenze indicano<br />
che i cannabinoidi endogeni (Berrendero F., 1999) e i recettori CB 1<br />
(Berrendero F., 1998) sono espressi nel feto del ratto e nel cervello del nascituro.<br />
Pertanto, l’esposizione del sistema endocannabinoide del ratto ai cannabinoidi<br />
esogeni è in grado di provocare effetti dannosi sul Sistema Nervoso<br />
Centra<strong>le</strong>, alterando, quindi, la norma<strong>le</strong> maturazione cerebra<strong>le</strong>.<br />
Poiché il THC è una mo<strong>le</strong>cola lipofila, essa può facilmente attraversare la<br />
barriera placentare. Nello specifico, un terzo del THC presente nel plasma