Neuroscienze e dipendenze - Dipartimento per le politiche antidroga
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130 - E<strong>le</strong>menti di NEUROSCIENZE E DIPENDENZE<br />
del GHB e naltrexone (Caputo et al, 2007) e del GHB,<br />
naltrexone ed escitalopram (Stella et al, 2008).<br />
Baclofen: mo<strong>le</strong>cola agonista dei recettori GABAB. Vari<br />
studi hanno evidenziato la sua efficacia nel determinare la<br />
riduzione del consumo volontario di etanolo nei ratti alcol-preferenti<br />
(Colombo et al, 2000) e nell’indurre il raggiungimento<br />
ed il mantenimento dell’astinenza (Addolorato<br />
et al 2000; Addolorato et al, 2002; Flannery et al,<br />
2004). Ta<strong>le</strong> farmaco appare essere in grado di ridurre sia il<br />
craving da alcol che il “pensiero ossessivo” dell’alcol, fenomeno<br />
quasi sempre presente negli alcolisti, specie nella<br />
prima fase di trattamento e spesso causa di ricadute. Rispetto<br />
al GHB, il baclofen risulta essere maneggevo<strong>le</strong>, essendo<br />
privo di potenzia<strong>le</strong> di abuso e di effetti collaterali<br />
considerevoli. Un recente studio randomizzato, controllato,<br />
in doppio-cieco ha dimostrato l’efficacia e la sicurezza<br />
del baclofen nel raggiungimento dell’astinenza da alcol in<br />
pazienti alcol-dipendenti affetti da cirrosi epatica, anche<br />
in stadio avanzato (classe B e C di Child-Pugh). Inoltre, si<br />
è mostrato più efficace rispetto al placebo nel ridurre il<br />
craving, anche nel<strong>le</strong> sue componenti “ossessiva” e “compulsiva”.<br />
In tali pazienti inoltre non è stata evidenziata alcuna<br />
tossicità del farmaco a livello epatico, a differenza di<br />
quanto riscontrato <strong>per</strong> la gran parte dei farmaci impiegati<br />
nel trattamento di disassuefazione da alcol e <strong>per</strong>tanto controindicati<br />
in caso di epatopatia severa (Addolorato et al,<br />
2007). Il baclofen, <strong>per</strong> il suo effetto anti-craving e la sua<br />
maneggevo<strong>le</strong>zza, potrebbe in futuro rappresentare una importante<br />
strategia di trattamento dell’alcol-dipendenza nei<br />
pazienti con epatopatia cronica in stadio avanzato.<br />
Topiramato. È un farmaco antiepi<strong>le</strong>ttico, agonista dei<br />
recettori GABAA, con azione su un sito non-benzodiazepinico<br />
del recettore. Ta<strong>le</strong> farmaco è risultato efficace<br />
nel ridurre l’intake di alcol, nel favorire il raggiungimento<br />
dell’astinenza e nel ridurre il craving <strong>per</strong> l’alcol<br />
(Johnson et al, 2003, 2007). Per quanto riguarda il craving,<br />
il topiramato è risultato efficace nel ridurre varie<br />
componenti del craving, in particolare la componente<br />
ossessiva, la componente dell’automaticità del bere e la<br />
componente <strong>le</strong>gata agli effetti del bere sul comportamento;<br />
inoltre, si è dimostrato efficace nel migliorare lo<br />
stato di salute e la qualità di vita dei pazienti alcol-dipendenti<br />
in trattamento (Johnson et al, 2008).<br />
CONCLUSIONI<br />
Nel corso degli anni sono state elaborate numerose definizioni<br />
e teorie sul craving, teorie spesso molto diverse<br />
tra loro se non addirittura contrastanti. In particolare si<br />
va da posizioni critiche circa l’esistenza del craving o comunque<br />
della sua rea<strong>le</strong> importanza clinica e predittiva<br />
(in termini di ricaduta) a teorie in cui vengono chiamati<br />
in causa fattori di ordine “familiare”, se non addirittura<br />
“genetico”. Tutto ciò fa del craving un meccanismo comp<strong>le</strong>sso<br />
e soprattutto non unitario in cui sono presenti e<br />
interagiscono sia fattori costituzionali che ambientali, a<br />
tal punto che, come avevamo già detto traendo spunto<br />
da Potgieter (Potgieter et al, 1999), pazienti differenti<br />
hanno differenti profili di craving. Per ta<strong>le</strong> motivo non<br />
si dovrebbe pensare ad una terapia standard <strong>per</strong> qualsiasi<br />
tipo di paziente ma sarebbe uti<strong>le</strong> l’individuazione di vari<br />
sottotipi di pazienti alcol-dipendenti, allo scopo di individuare<br />
la terapia specifica <strong>per</strong> ognuno di essi.<br />
Tabella 1.<br />
FARMACO<br />
CARATTERISTICHE<br />
DEL FARMACO<br />
CARATTERISTICHE DEL PAZIENTE PER LO SPECIFICO<br />
FARMACO<br />
TIPI DI<br />
CRAVING<br />
Naltrexone<br />
Antagonista dei<br />
recettori degli opiodi<br />
BS, BR, BP, pazienti con comp<strong>le</strong>ta partecipazione al<br />
trattamento; AEP; alcolismo familiare, tipologie III e IV di Lesch<br />
Reward<br />
Acamprosate<br />
Ca++acetilomotaurinato<br />
Tipologie I e II di Lesch; AET; pazienti con sintomi astinenziali<br />
e “bevitori reattivi”<br />
Relief<br />
Acido γ-<br />
idrossibutirico (GHB)<br />
Alcol mimetico con<br />
recettore endogeno<br />
Pazienti con sintomi astinenziali e “bevitori reattivi” (i pazienti<br />
devono essere seguiti sotto stretto controllo medico)<br />
Relief e<br />
Reward<br />
Baclofen<br />
Agonista del<br />
recettore GABAB<br />
Pazienti con sintomi astinenziali; pazienti con abuso di tipo<br />
“ossessivo-compulsivo”; pazienti con disturbo d’ansia<br />
Relief e<br />
Obsessive;<br />
Reward ()<br />
Topiramato<br />
Agonista del<br />
recettore GABAA<br />
Pazienti con “abuso ossessivo”, “automaticità nel bere” e grave<br />
“interferenza nel quotidiano” secondaria al bere; AEP e AET;<br />
tipologie III e IV di Lesch ()<br />
Obsessive;<br />
Reward ()<br />
Ipotesi sul possibi<strong>le</strong> utilizzo di diversi tipi di farmaci <strong>per</strong> differenti tipi di pazienti alcol dipendenti, in relazione ai differenti tipi di craving.<br />
Legenda: BS: bevitore socia<strong>le</strong>; BR: bevitore a rischio; BP: bevitore prob<strong>le</strong>matico; AET: alcolismo ad esordio tardivo; AEP: alcolismo ad esordio<br />
precoce.