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Neuroscienze e dipendenze - Dipartimento per le politiche antidroga

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217<br />

La stimolazione cerebra<strong>le</strong> nello studio<br />

e nel trattamento della tossicodipendenza<br />

Francesco A. Bricolo 1<br />

Paolo Manganotti 2<br />

Elisa Bellamoli 1<br />

Giovanni Serpelloni 3<br />

1<br />

Unità di <strong>Neuroscienze</strong>, <strong>Dipartimento</strong> del<strong>le</strong> Dipendenze<br />

ULSS 20 Verona<br />

2<br />

<strong>Dipartimento</strong> di Scienze Neurologiche e della<br />

Visione, Università degli studi di Verona<br />

3<br />

<strong>Dipartimento</strong> Politiche Antidroga, Presidenza<br />

del Consiglio dei Ministri<br />

Attualmente i medici possono prescrivere terapie agoniste e antagoniste <strong>per</strong><br />

oppiacei, alcol e benzodiazepine, ed una terapia agonista ma non antagonista<br />

<strong>per</strong> la nicotina. Ad oggi, <strong>per</strong>ò, non esistono ancora terapie agoniste o antagoniste<br />

<strong>per</strong> cocaina, amfetamine e cannabis. L’impossibilità di dare sollievo<br />

con trattamenti farmacologici appropriati a soggetti che abusano di sostanze<br />

quali cocaina, amfetamine e cannabis ha spinto i ricercatori a cercare trattamenti<br />

efficaci anche <strong>per</strong> <strong>le</strong> <strong>dipendenze</strong> da queste sostanze (Serpelloni et al.<br />

2008).<br />

L’esposizione ripetuta al<strong>le</strong> droghe può indurre adattamenti neuronali a<br />

lungo termine in alcuni sistemi. Questi neuroadattamenti sono in parte associati<br />

all’alterata attività della dopamina nel circuito mesocorticolimbico<br />

(Hyman et al. 2006, Vanderschuren & Kalivas 2000) e portano ad un’alterazione<br />

della neurotrasmissione del glutammato (Wolf et al. 2004) e dell’eccitabilità<br />

cortica<strong>le</strong>.<br />

In questo capitolo si vuo<strong>le</strong> offrire una panoramica sulla situazione attua<strong>le</strong><br />

della ricerca nell’ambito dello studio e del trattamento del<strong>le</strong> <strong>dipendenze</strong> con<br />

la stimolazione cerebra<strong>le</strong>. Le tecniche non invasive di stimolazione cerebra<strong>le</strong><br />

che sembrano avere <strong>le</strong> potenzialità <strong>per</strong> apportare benefici nel trattamento<br />

della dipendenza da sostanze sono la Stimolazione Magnetica Transcranica<br />

(TMS, dall’ing<strong>le</strong>se Transcranial Magnetic Stimulation), ampiamente descritte<br />

nel capitolo precedente, e la Stimolazione Transcranica a Corrente Continua<br />

(tDCS, dall’ing<strong>le</strong>se Transcranial direct current stimulation).<br />

APPLICAZIONI DELLA TMS NELL’AMBITO DELLA RICERCA SULLE<br />

TOSSICODIPENDENZE<br />

La Stimolazione Magnetica Transcranica è una tecnica relativamente nuova<br />

nel panorama del<strong>le</strong> metodiche a disposizione della s<strong>per</strong>imentazione psicologica.<br />

Essa consente di stimolare o<br />

inibire la corteccia cerebra<strong>le</strong> in<br />

modo non invasivo (figura 1).<br />

Come <strong>per</strong> altre patologie, anche<br />

nell’ambito del<strong>le</strong> tossico<strong>dipendenze</strong><br />

vanno distinti gli studi con Stimolazione<br />

Magnetica Transcranica più<br />

strettamente dedicati alla ricerca da<br />

quelli specificamente rivolti al trattamento.<br />

Indubbiamente interessanti sono<br />

gli studi con TMS sull’inibizione<br />

cortica<strong>le</strong> nella corteccia cerebra<strong>le</strong> di<br />

soggetti con dipendenza da sostanze.<br />

Questi studi hanno valutato la con-<br />

Figura 1.<br />

Applicazione della TMS e curva di risposta dell’attività<br />

neurona<strong>le</strong> evocata.

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