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Neuroscienze e dipendenze - Dipartimento per le politiche antidroga

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STUDIO DEI MECCANISMI NEURO-COGNITIVI SOTTESI ALLA TOSSICODIPENDENZA CON UTILIZZO DI TECNICHE AVANZATE… - 155<br />

fMRI E USO DI DROGA<br />

La risonanza magnetica funziona<strong>le</strong> (fMRI), una tecnica di<br />

indagine neurofisiologica basata sull’imaging con Risonanza<br />

Magnetica Nuc<strong>le</strong>are rivela, con altissima risoluzione,<br />

l’attività cerebra<strong>le</strong> attraverso <strong>le</strong> variazioni di flusso,<br />

volume e ossigenazione del sangue che a loro volta modificano<br />

la suscettività magnetica del tessuto. Con l’uso dell’<br />

fMRI è stato ampiamente dimostrato come l’uso di droghe<br />

sia associato ad un’ anomala organizzazione funziona<strong>le</strong><br />

del cervello. Alcuni studiosi del <strong>Dipartimento</strong> di Neurobiologia<br />

e Biofisica di Hefei (Cina) hanno così focalizzato<br />

l’attenzione sulla cosiddetta Default-Mode-Network<br />

(DMN), una rete neurona<strong>le</strong> che si attiva in maniera specifica<br />

durante lo stato di riposo cerebra<strong>le</strong> ed è modulata<br />

negativamente durante l’esecuzione di compiti cognitivi.<br />

I ricercatori hanno confrontato <strong>le</strong> immagini di DMN in<br />

14 eroinomani cronici e 13 controlli sani, trovando un’alterata<br />

connettività funziona<strong>le</strong> nel gruppo di tossicodipendenti.<br />

In genera<strong>le</strong> i dati di fMRI mostrano un incremento<br />

della connettività tra <strong>le</strong> aree sottocorticali talamiche implicate<br />

nel mantenimento del piacere, nella memoria e<br />

nella gratificazione; e una ridotta connettività tra la corteccia<br />

fronta<strong>le</strong> e prefronta<strong>le</strong>, regioni deputate al controllo<br />

degli impulsi. L’alterata connettività funziona<strong>le</strong> tra <strong>le</strong> aree<br />

spiega la forte salienza (eccessiva attivazione del<strong>le</strong> aree sottocorticali)<br />

e lo scarso controllo cognitivo (sconnessione<br />

del<strong>le</strong> aree frontali) che i tossicodipendenti mostrano agli<br />

stimoli droga-correlati. La tossicodipendenza ha quindi<br />

una spiegazione neuro-anatomica di alterato funzionamento<br />

cerebra<strong>le</strong>, indotto da una modifica nella connettività<br />

funziona<strong>le</strong> che mantiene la dipendenza dalla sostanza.<br />

“RESPONDER” E “LOW RESPONDER”<br />

L’Unità di <strong>Neuroscienze</strong> del <strong>Dipartimento</strong> del<strong>le</strong> Dipendenze,<br />

ULSS 20 di Verona (http://www.neuroscienze<strong>dipendenze</strong>.it/)<br />

in collaborazione con il Servizio di<br />

Neuroradiologia dell’Ospeda<strong>le</strong> Civi<strong>le</strong> Maggiore di Verona<br />

ha studiato, tramite fMRI, l’attivazione del<strong>le</strong> regioni cerebrali<br />

in soggetti che fanno uso di cocaina. Scopo dello studio<br />

è l’identificazione dei substrati neuropsicologici sia del<br />

craving da cocaina, sia della capacità di sa<strong>per</strong> resistere al<br />

craving (fronteggiamento).<br />

Il campione di studio include pazienti tossicodipendenti<br />

(cocainomani) suddivisi in due gruppi, successivamente<br />

confrontabili tra loro: pazienti in grado di attuare<br />

un fronteggiamento del craving (pazienti “responder”) e<br />

pazienti non in grado di attuare un fronteggiamento del<br />

craving (pazienti “low responder”).<br />

Localizzare <strong>le</strong> aree cognitive coinvolte nella capacità<br />

di sopprimere o inibire il desiderio di assunzione di<br />

droga significa trovare nuove strategie terapeutiche <strong>per</strong><br />

la tossicodipendenza da cocaina, oltre che rendere visibili<br />

i danni che il cervello subisce.<br />

METODOLOGIA DELLO STUDIO fMRI<br />

Il piacere provato durante l’assunzione di droga è strettamente<br />

col<strong>le</strong>gato all’ambiente in cui è avvenuta l’assunzione<br />

e questo fa in modo che il craving da cocaina possa<br />

essere attivato da stimoli esterni che ne rievochino il ricordo.<br />

S<strong>per</strong>imentalmente si possono usare degli stimoli<br />

col<strong>le</strong>gati all’uso di cocaina (es. immagini o filmati <strong>le</strong>gati<br />

all’uso e consumo della sostanza) e stimoli di controllo<br />

(es. immagini di natura non correlati alla cocaina).<br />

Nello specifico, sono stati presentati ai soggetti tre video<br />

diversi <strong>per</strong> contenuto: filmati in cui sono presenti<br />

scene di consumo di cocaina, filmati paesaggistici (video<br />

di controllo) e filmati <strong>per</strong>sonalizzati che <strong>per</strong>mettono il<br />

fronteggiamento del craving. I video sono stati proiettati<br />

all’interno del magnete RM e è stata registrata contemporaneamente<br />

l’attività nervosa cerebra<strong>le</strong>.<br />

Gli stimoli sono stati proiettati attraverso un sistema<br />

RM compatibi<strong>le</strong> (monitor a cristalli liquidi e occhiali<br />

montati sopra la bobina <strong>per</strong> l’encefalo) mentre il paziente<br />

rimane sdraiato all’interno del magnete (Scanner Magnetom<br />

Al<strong>le</strong>gra, Siemens, 3.0 Tesla).<br />

Figura 2.<br />

Visualizzazione 3D dell’attivazione cortica<strong>le</strong> in un paziente<br />

“low responder” durante la visione di video sull’uso di cocaina<br />

e successivo fronteggiamento del craving. Durante il craving<br />

si attivano i nuc<strong>le</strong>i sottocorticali e la corteccia fronta<strong>le</strong> destra<br />

(immagine a sinistra). Durante il fronteggiamento si attiva la<br />

corteccia cingolata anteriore e orbitofronta<strong>le</strong> bilatera<strong>le</strong> (immagine<br />

a destra).<br />

Fonte: Unità di <strong>Neuroscienze</strong> <strong>Dipartimento</strong> del<strong>le</strong> Dipendenze ULSS 20 Verona

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