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pratiche d'integrazione. l'inserimento degli studenti ... - Centro COME

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Tre diversi gruppiNella fotografia di gruppo <strong>degli</strong>adolescenti immigrati possiamodistinguere tre diversi percorsiche segnano identità, progetti econdizioni di vita. Nel primo collochiamocoloro che sono natiin Italia, o giunti qui nella primainfanzia, la cosiddetta “secondagenerazione” in senso stretto.Dal punto di vista giuridico, essisono stranieri fino alla maggioreetà (fra i diciotto e i diciannoveanni potranno richiederela cittadinanza italiana e seguire un iter diaccesso più rapido, sulla base della legge n°91/1992), ma sono italiani defacto. Il loro percorso di socializzazione, acquisizione linguistica e di acculturazioneavviene infatti in tempi precoci entro gli spazi educativi del Paese diaccoglienza. Gli adolescenti che sono nati in Italia non hanno vissuto direttamentela migrazione, l’esodo e la fase di sradicamento e di ri-orientamentonel nuovo contesto. Alcuni di loro hanno fatto raramente visita ai contesti diprovenienza della famiglia e conoscono il Paese d’origine per lo più attraversole narrazioni famigliari, più o meno dense di nostalgia e rimpianto. Dalpunto di vista quantitativo, questo gruppo ha dimensioni ridotte, data la relativanovità dei processi di stabilizzazione <strong>degli</strong> immigrati e della diffusionepiuttosto recente delle situazioni famigliari. Vi sono presenze significative diadolescenti nati in Italia fra gli eritrei/etiopi, gli egiziani, i salvadoregni, unaparte dei marocchini di immigrazione più lontana: le comunità più “mature”e ormai radicate.Il secondo gruppo, numericamente meno consistente, comprende i minorinon accompagnati, coloro che sono giunti in Italia da soli, come “Ulisse nascostosotto il montone per sfuggire Polifemo” (Affinati 2008), al seguito disedicenti famigliari, o implicati in veri e propri traffici di minori. Adolescenzemarginali, invisibili, negate: le condizioni di vita dei minori non accompagnatisono segnate spesso da difficoltà, miseria, vessazioni. La necessità di produrrereddito immediato e in qualunque maniera impedisce a molti la possibilitàdi un progetto per sé e di inserimento dignitoso che richiedono tempo,tutela e risorse (Giovannetti 2008).Nel terzo gruppo si collocano le presenze quantitativamente più numerose:sono le ragazze e i ragazzi arrivati in Italia a dodici anni e oltre, in seguito alricongiungimento della famiglia. Per loro sono state coniate le definizioni di“generazione 1.5” (uno e mezzo) (Portes e Rumbaut, 2001) e di in-betweengeneration (Crul 2000), per significare una condizione di vita sospesa tra riferimentidiversi, a metà strada fra il contesto di origine e il luogo di accoglienza.Gli adolescenti ricongiunti hanno vissuto in prima persona il viaggio dimigrazione, hanno sperimentato la frattura fra il “prima” e il “dopo” nella lorostoria; portano con sé memoria e nostalgie, come i loro genitori, ma sonoanche proiettati, come i coetanei, nei progetti e nella costruzione del futuro.17

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