Tab.2 Studenti stranieri nelle scuole secondarie in Lombardia e nella Provincia di MilanoTotale alunni stranieriin ItaliaAnno scolastico 2008/2009Totale alunni stranierinelle sc. Sec. IIgrado in ItaliaAlunni stranieri nellesc. secondarie IIgrado in LombardiaAlunni stranieri nellesc. sec. II grado inprovincia di Milano629.360 130.012 28.292 12.203Totale alunnistranieri in ItaliaAnno scolastico 2009/2010Totale alunni stranierinelle sc. Sec. IIgrado in ItaliaAlunni stranieri nellesc. Secondarie IIgrado in LombardiaAlunni stranieri inprovincia di Milano(scuole superiori)673.592 143.224 31.129 13.304Fonte: MIUR 2010L’analisi dei dati sugli alunni stranieri che hanno frequentato i laboratori diitaliano L2, realizzati nell’ambito del progetto “Non uno di meno”, mette inluce alcune loro caratteristiche interessanti (dati rilevati a marzo 2011). Sitratta di circa 1.100 <strong>studenti</strong>, in maggioranza maschi (60.7 % circa), la cui etàè di 14-15 anni, nel 33.5% dei casi, e compresa nella fascia 16-18 nel 66.5%.La classe di inserimento maggiormente rappresentata è la prima, dove siconcentrano il 51% dei ragazzi stranieri coinvolti, mentre frequentano la secondail 23% e la terza il 22%.Gli <strong>studenti</strong> stranieri appartengono a 32 diverse nazionalità, ma tre Paesi diorigine raggiungono da soli poco meno della metà del totale: Filippine, Perù,Ecuador.Le presenze più consistenti sono quelle:- filippina (16.1%)- peruviana (15.6%);- ecuadoriana (15.4%);- cinese (9%);- rumena (8.8%).Quanto alla conoscenza dell’italiano rilevata dai docenti, solo il 12% vieneconsiderato al livello prebasico (sono presumibilmente gli alunni neoarrivati),mentre il 37% si colloca nel livello A1, il 40% nel livello A2 e l’11% nellivello B1.Ricominciare da capoMigrare nell’adolescenza è un’esperienza cruciale, uno snodo biografico chetrascina con sé sfide, opportunità e fatiche. Fra queste, la riduzione, almenonella prima fase, dei percorsi di autonomia e <strong>degli</strong> spazi vitali. Ragazzi“grandi”, impegnati nei contesti di origine nei processi naturali di allarga-19
mento dello spazio vitale verso l’esterno, di uscita dall’ambito famigliare perandare verso il mondo, si trovano, nel contesto di immigrazione, a ridiventare“piccoli”, a vivere in spazi più ridotti, che coincidono per un po’ con la soladimora famigliare. È un periodo più o meno lungo di blocco nel percorsoidentitario, che si risolverà nel momento in cui gli spazi di vita e di aggregazionesaranno (se lo saranno) di nuovo molteplici e significativi: la scuola,il quartiere, i luoghi dell’incontro con i coetanei, gli spazi <strong>degli</strong> affetti e dellacomunità nella varietà dei luoghi comuni, luoghi “etnici” e luoghi “meticci”.Un’altra fatica riguarda la necessità di dover ricominciare da capo in un momentodella vita in cui si dovrebbe invece impegnare tutte le risorse per allontanarsidal mondo dell’infanzia e cominciare a costruire un posto per sé.“Mi sento come un ragno”, dice C., un ragazzo peruviano “che ogni giornotesse la sua tela: ogni giorno la tela si rompe e deve ricominciare da capo”(Favaro e Napoli 2004).La migrazione comporta per tutti una fase e un processo di inevitabile regressione.Non saper parlare la nuova lingua, non riuscire a esprimere statid’animo, proposte, bisogni, scherzi, ironie, provocazioni. Non essere riconosciutorispetto alla storia precedente, ai saperi e ai saper fare già acquisiti,ai livelli di autonomia raggiunti (spesso ben più ampi di quelli dei coetaneiautoctoni): tutto ciò riporta a una condizione di infans (letteralmente: coluiche non parla), di incapacità, di inadeguatezza.I più vulnerabiliLe ricerche condotte a livello nazionale e locale sull’integrazione dei minoristranieri a partire da indicatori quali: i risultati scolastici, la modalità di prosecuzione<strong>degli</strong> studi, la conoscenza dell’italiano, le relazioni con i pari a scuolae nella città, il tempo libero, i progetti per il futuro individuano i soggetti più“vulnerabili” tra:- coloro che sono nati all’estero e sono giunti in Italia a partire dai dieci annie oltre;- coloro che giungono in Italia ad anno scolastico già iniziato o avanzato eche rischiano perdere mesi importanti di scolarità;- coloro che provengono dai contesti africano (in particolare, i m a r o c -chini) e asiatico ( in particolare, i cinesi) più che dai contesti est-europeo elatinoamericano;- i maschi più delle femmine.Anche una ricerca recente, condotta su un ampio campione di ragazzi italianie stranieri di età compresa fra gli 11 e i 14 anni (circa 10.000 ragazzi italianie altrettanti stranieri), ha individuato le criticità maggiori, sia riferite alla scuolache alle relazioni con i pari, fra i ragazzi marocchini e cinesi. Ad esempio,solo il 31% dei minori cinesi nati in Italia o arrivati qui da piccoli frequenta20
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