FuoriAsse #20
Officina della cultura
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Le<br />
recensioni<br />
a cura di<br />
Claudio Morandini<br />
Marinette Pendola<br />
L’erba di vento<br />
Arkadia, 2016<br />
Che bel personaggio è Angela, l’assorta<br />
protagonista del romanzo L’erba di vento<br />
di Marinette Pendola. Scontrosa, solitaria,<br />
legata ad abitudini e a piccoli riti<br />
prettamente femminili, odia farsi toccare<br />
dagli altri fino a sfiorare l’afefobia,<br />
strilla a più non posso se qualcuno osa<br />
metterle le mani addosso. Il racconto<br />
della sua vita è il racconto di un’ostinata<br />
ricerca di una libertà dai condizionamenti<br />
familiari e in particolare maschili.<br />
Angela sa aspettare: prima o poi arriverà<br />
il suo momento, quello in cui non<br />
dovrà più obbedire e farsi da parte per<br />
soddisfare la prepotenza altrui, e abiterà<br />
i suoi piccoli rassicuranti spazi da sola,<br />
da padrona della sua vita. Diventerà<br />
vecchia in questa ricerca, in cui ogni<br />
©Ayatullah R. Hiba<br />
giorno le paure e l’ansia mettono alla<br />
prova la sua pazienza: e una volta divenuta<br />
vecchia, indebolita, smagata, sentirà<br />
che forse può concedersi anche il<br />
conforto di una compagnia, purché scel -<br />
ta, non subita.<br />
Ambientato nei primi decenni del Novecento<br />
tra le miserie della Sicilia rurale e<br />
le durezze della Tunisia, ardua terra pro -<br />
messa per chi non ha lavoro in patria, il<br />
romanzo di Marinette Pendola è fatto<br />
di giornate scandite dai lavori sempre<br />
uguali, dai riti della quotidianità, dalle<br />
convenzioni sociali proprie del mondo<br />
contadino. È un mondo angusto, arcaico,<br />
feroce ma capace di generosità oggi<br />
perdute. Angusto è anche – poche stan -<br />
ze buie, una cucina, un orticello – l’oriz-<br />
FUOR ASSE<br />
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