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FuoriAsse #20

Officina della cultura

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FS - Le caratteristiche del tuo segno, il<br />

movimento che riesci a dare alla scena<br />

e alle immagini sono molto particolari:<br />

come le costruisci? E qual è il tuo<br />

strumento di lavoro preferito?<br />

FM - All’inizio il disegno era molto rigido.<br />

Troppo. La consapevolezza di lavorare<br />

al mio primo progetto lungo mi spaventava<br />

a morte e mi irrigidiva. Poi,<br />

grazie al duro lavoro di Edo e Liliana di<br />

Canicola, siamo riusciti a far ingranare i<br />

meccanismi. Mi hanno messo alla prova,<br />

mi hanno spronato a liberare la<br />

mano, a lasciarmi andare, e questo ha<br />

fatto bene al disegno e anche alla trama<br />

del libro. È stato terapeutico! Il disegno<br />

ha iniziato ad essere più morbido, anche<br />

le matite che ho usato sono matite morbide.<br />

Nello stesso tempo il mondo che<br />

racconto è un mondo duro, polveroso,<br />

roccioso e bruciato. Per creare queste<br />

atmosfere ho utilizzato una grafite 9b,<br />

grattata con un cutter e sfumata con le<br />

dita. Quindi matite, gomme e polvere di<br />

grafite sono stati gli strumenti per L’ultimo<br />

Paese. In questo momento mi piacerebbe<br />

sperimentare altre tecniche, forse<br />

i pastelli colorati, la china. Non ho una<br />

tecnica preferita. Mi piace pensare che<br />

si possano usare tutte le tecniche possibili<br />

in base al lavoro che si vuole realizzare,<br />

alla storia che si vuole raccontare.<br />

FUOR ASSE<br />

97 Fumetto d’Autore

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