FuoriAsse #20
Officina della cultura
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Francesca<br />
Scotti<br />
Intervista<br />
Federico Manzone<br />
L’ultimo paese<br />
Canicola, 2017<br />
Fumetto<br />
d’Autore<br />
L’italia de L’ultimo paese di Federico<br />
Manzone (Canicola, pp. 136) è quella del<br />
sud, intensa, travagliata, a tratti immutabile.<br />
L’italia de L’ultimo paese è simile<br />
a ciò che affiora nei documentari sulla<br />
Calabria del secondo dopoguerra di Vittorio<br />
de Seta. Infatti, percorrendo le pagine<br />
di questo libro, le immagini, gli sfumati,<br />
i bianchi e i neri si ha la sensazione<br />
di camminare in una sorta di “mondo<br />
com’era”.<br />
Il luogo narrato è Alessandria del Carretto,<br />
un paese della Calabria; l’accadimento<br />
è la Festa dell’Abete, rito tradizionale<br />
in occasione del quale l’intera<br />
comunità di alessandrini dedica al loro<br />
Santo patrono un abete bianco: la pianta<br />
viene ritualmente scissa in due, il<br />
tronco e la cima sono trasportati a braccia<br />
nel centro abitato, dove verranno<br />
riassemblati, innalzati, scalati e infine<br />
riabbattuti. Ma luogo e rito sono solo<br />
due ingredienti dei quali Federico Manzone<br />
si serve per avventurarsi più in<br />
profondità, in una dimensione rurale,<br />
arcaica, magica dell’esistenza e della sto -<br />
ria. Il racconto, l’intreccio di passato e<br />
presente, segue due protagonisti: un<br />
bambino miracolato (sopravvissuto a<br />
una frana) di nome Mimino e Vittorio,<br />
un pittore di ex voto senza un braccio,<br />
rimasto menomato durante la guerra<br />
quando era ancora piccolo. Al pittore<br />
FUOR ASSE<br />
94<br />
Fumetto d’Autore