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FuoriAsse #20

Officina della cultura

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dissoluzione di ciò che siamo, nella<br />

quale ritrovare ciò che siamo. Una catastrofe,<br />

ci racconta Long con parole sognanti,<br />

offre, nella dissoluzione materiale<br />

e spirituale di tutto ciò che abbiamo<br />

assunto a realtà certa e indubitabile, la<br />

possibilità di riappropriarci, al di là dei<br />

confini stabiliti per convenzione di questa<br />

realtà, della vita. Questa possibilità<br />

Long la mette in bocca a Cabeza de Vaca<br />

quando riferisce circa il suo e il nostro<br />

naufragio: «ho visto uomini buttarsi a<br />

mare resi pazzi dalla sete e dal sole. Li<br />

ho visti gonfiarsi e morire delirando, ho<br />

ascoltato le parole e i canti che esprimevano<br />

i loro poveri pensieri. Ho visto<br />

uomini rosicchiare i cadaveri; e si trattava<br />

di gentiluomini spagnoli. È strano<br />

avere una lezione così vivida di quel che<br />

può diventare la vita. Eravamo stati una<br />

fiera compagnia piena di fiducia nelle<br />

nostre forze, nelle nostre armature, nei<br />

nostri cavalli. A poco a poco la nostra<br />

forza si disgregò al punto che nulla di<br />

ciò che avevamo in comune ci poteva<br />

essere di aiuto. Come dico, è strano non<br />

potere contare più su niente all’infuori<br />

di sé stessi». Questo sé stessi, forzato<br />

dal ritmo incantatorio della poesia di<br />

Long, si presta volentieri alla più comune<br />

e triviale delle deformazioni, come<br />

non ha mancato di succedere nei decenni<br />

successivi l’uscita di questo libro,<br />

grazie a quella teodicea libertaria degli<br />

anni Sessanta e Settanta e a quella teologia<br />

psicanalitica dell’io che con goffe<br />

parole d’ordine e incerte definizioni dottrinali<br />

ci hanno portato a quel distacco<br />

dalla realtà causato dal mito superstiziosissimo<br />

del nostro vero sé, della<br />

nostra centratura, con i vari corollari di<br />

successo e soddisfazione materiale, e<br />

via dicendo. Il senso di questo avvicinarsi<br />

a sé stessi, eppure, in Long, con<br />

perspicuo senso della realtà, non è altro<br />

che una rinuncia a tutto ciò che ci<br />

FUOR ASSE<br />

41<br />

©Cristina Masoni<br />

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