FuoriAsse #20
Officina della cultura
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a vivere in misere condizioni – non<br />
godendo la massa di alcun privilegio<br />
degli europei e levantini –; dall’altro,<br />
spocchiosi intellettuali che disprezzano<br />
la sua apertura al diverso: «Quand<br />
est-ce que vous finirez de fréquenter<br />
tous ces tarbouchars?» 3 , si sentì dire un<br />
giorno in riferimento agli egiziani che<br />
abitualmente frequentava.<br />
Esotismo, libertà dunque, ma anche<br />
uno stare sulla soglia fra due mondi,<br />
vicini e lontani: è quanto ritroviamo in<br />
particolare nei romanzi Cortile a Cleopatra<br />
scritto nel 1931 (Corticelli, 1936),<br />
Ballata levantina (Feltrinelli, 1961), Il<br />
vento sulla sabbia (Mondadori, 1972).<br />
Un senso di estraneità che, variamente<br />
trasfigurata, emerge anche nei racconti<br />
Interno con figure, scritti negli anni<br />
Trenta – ad eccezione di Marcellina del<br />
1962 – e pubblicati nel 1976 per Editori<br />
Riuniti.<br />
Già il titolo, Interno con figure, suggerisce<br />
un’opposizione: fra interno ed esterno.<br />
C’è sempre infatti una parete che<br />
divide, una camera in cui ci si rifugia,<br />
un paesaggio di frontiera, una stanza<br />
che separa, qualcuno sulla soglia di un<br />
uscio a impedire un movimento, o ancora<br />
«usci che s’aprono come le bocche<br />
d’un sotterraneo, ingoiano i personaggi,<br />
si richiudono» 4 . Una sorta di diffidenza<br />
vigile che rivela per contro nella Cialente<br />
il bisogno di fiducia, schiettezza, la necessità<br />
di relazioni aperte; una tensione<br />
al vivere in società intesa come «comunità»<br />
che, come già rivelò Franco Cordelli<br />
5 , le derivò dalla formazione comunista<br />
(l’ideale di comunità solidale è chiaramente<br />
espresso nel romanzo Un inverno<br />
freddissimo, del 1966).<br />
Ed è proprio fra una realtà interna,<br />
chiusa, soffocante, dove esplodono in<br />
modo scomposto emozioni e passioni, e<br />
una realtà esterna, aperta all’avventura,<br />
alla libertà, ma anche talvolta minacciosa,<br />
che si dispiegano queste brevi narrazioni,<br />
dal ritmo di un «andante» 6 , in cui<br />
protagonisti sono soprattutto i bambini<br />
– tema caro alla Cialente che mette in<br />
scena i suoi enfants terribles, piccoli ribelli<br />
indocili, mostri inopportuni che<br />
scombussolano il mondo ipocrita dei<br />
grandi.<br />
In Marianna, favola piena di ironia sul<br />
mondo dell’infanzia, è un mondo sgraziato<br />
di bambini, che crescono tutti insieme,<br />
«alla rinfusa», la voce narrante:<br />
un noi corale che si oppone a una<br />
comunità parentale di anziani e di madri<br />
le cui regole sono custodite dall’angelica<br />
Marianna, ragazzina di dodici<br />
anni rimasta orfana, mal sopportata per<br />
il «suo stato di perenne innocenza». È<br />
questa associazione a delinquere di bam -<br />
bini «pigri, bugiardi, mal lavati, disonesti»<br />
che osserva e giudica con malizia e<br />
©Desiree Dolron<br />
3 Ivi, p. XI. Il tarbousch è il copricapo dei musulmani.<br />
4 Cialente, Marianna, in Interno con figura, cit., p. 6.<br />
5 Franco Cordelli, Prefazione a F. Cialente, Ballata levantina, Roma, Baldini e Castoldi, 2003, p. 9.<br />
6 Cialente, Introduzione a Interno con figure, cit., p. XVIII.<br />
FUOR ASSE<br />
47<br />
Il rovescio e il diritto