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FuoriAsse #20

Officina della cultura

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Marinetti, nella sua divertita follia, vuol suscitare<br />

nelle donne di oggi, come di ieri, un<br />

sentimento di protesta e di polemica, e lo fa<br />

mentre si diverte a definire il suo ideale di<br />

donna. Marinetti non è mai banale, anche<br />

quando si diverte o scherza, anzi, proprio in<br />

quei momenti, sembra essere serissimo. La<br />

sua prosa è attenta, ogni aggettivo, ogni avverbio<br />

ha una sua forza semantica potente.<br />

Un esercizio utile, che consigliava Giuseppe<br />

Pontiggia, era quello di togliere dalla pagina<br />

dello scrittore, un aggettivo, oppure sostituirlo<br />

con un altro per vedere cosa succede. Gli<br />

aggettivi o gli avverbi di Marinetti sono<br />

sempre necessari.<br />

Una donna bella è quella che “vuole essere<br />

bella”. Non è una bellezza fisica ma più profonda,<br />

animalesca. Il corpo deve essere “intelligente”.<br />

Cosa vuol dire un corpo intelligente?<br />

Anche qui l’uso dell’aggettivo intelligente<br />

riferito al corpo è una novità potente,<br />

che spinge a riflettere. Oggi la pubblicità<br />

elogia la bellezza acqua e sapone delle donne<br />

di ogni età, al di là di ogni maquillage. Per<br />

Marinetti era la peggior bruttezza. Un corpo<br />

intelligente è vigilante, maschera un profondo<br />

desiderio di piacere. L’ideale di Marinetti,<br />

dunque, è quello di una donna volitiva, aperta<br />

al mondo, con una sua dignità, una sua<br />

energia che oggi chiamiamo “femminilità”.<br />

Freud, in quegli anni, dice apertamente di<br />

non aver capito nulla della donna che rimane<br />

per lui “un mondo oscuro”. Eppure<br />

ebbe il merito di portare in primo piano il<br />

tema del piacere femminile, anche se la sua<br />

idea di donna era alla fine subalterna rispetto<br />

a quella maschile. Una posizione non<br />

molto diversa da quella espressa da Marinetti.<br />

Come si seducono le donne si inserisce<br />

in questo dibattito di idee che si svilupperà<br />

per tutto il Novecento, con le battaglie femministe<br />

degli anni sessanta e settanta.<br />

A noi interessa vedere come scrive Marinetti,<br />

come usa la lingua, indicando una ricchezza<br />

e uno stile suo proprio che sarà utile per<br />

capire molta prosa del Novecento.<br />

La prosa di Marinetti nel secondo capitolo<br />

intitolato La donna e la strategia, cambia, e<br />

cambia lo stile. Non dimentichiamo che<br />

siamo di fronte ad un manuale che deve<br />

©Mary Corradi<br />

insegnare agli italiani a sedurre le donne.<br />

Non è più un saggio, non espone più una<br />

tesi, si passa all’azione. Ci troviamo di<br />

fronte ad una prosa d’azione. Leggiamo ad<br />

alta voce.<br />

Il secondo capitolo<br />

La donna e la strategia<br />

Eccellente terreno di conversazione per<br />

un uomo ardito e intuitivo è l’elogio sfacciato,<br />

senza mezzi termini, del corpo della<br />

donna e della sua eleganza. Insistere su<br />

questa come un critico passatista insisterebbe<br />

su un Canto di Dante. Considerarla<br />

come il prodotto personalissimo della sua<br />

intelligenza e arrampicarsi così sino all’esaltazione<br />

entusiastica del suo spirito e<br />

della sua intelligenza profonda specialmente<br />

se è un’oca perfetta. Parlare di tutte le<br />

cose meravigliose che avrebbe potuto fare<br />

se fosse stata favorita dal destino. Accusare<br />

sempre il destino come il nemico crudele di<br />

ogni cosa bella e geniale, in modo che la<br />

donna cadendo, creda realmente di compiere<br />

per la prima volta un grande atto nobile<br />

FUOR ASSE<br />

135<br />

Guido Conti

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