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FuoriAsse #20

Officina della cultura

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cammina avanti e indietro nella stanza, con<br />

i suoi “speroni bombardieri”, e il fumo che si<br />

diffonde nell’aria “spiralicamente”. Immaginiamo<br />

Marinetti nella sua stanza mentre<br />

recita dettando davanti a Corra che ride<br />

mentre trascrive i suoi mirabolanti pensieri e<br />

narra i suoi ripetuti attacchi “inevitabili” alle<br />

donne più diverse. L’uso degli aggettivi è<br />

nuovo, Marinetti fa cozzare aggettivi con<br />

oggetti improbabili, come “speroni” e “bombardieri”,<br />

oppure usa avverbi ricercati come<br />

“spiralicamente”.<br />

In questo albergo, aspettando di ripartire<br />

per il fronte, in treno, nell’odore mordente<br />

dei grigioverde ricolorato dalla trincea, tra<br />

le gomitate dei soldati, io continuerò a dettare<br />

questo libro in velocità maneggiando<br />

brutalmente il meraviglioso corpo elasticissimo<br />

di quella donna fatta di cento donne<br />

che ognuno porta con sé alla guerra.<br />

Ognuno... un italiano beninteso, completamente<br />

virile, libero da ogni pregiudizio nordico,<br />

nemico delle biblioteche e intimamente<br />

legato al gran pozzo di sensualità che si<br />

chiama Mediterraneo. Libro illogico dunque<br />

che sarà felice d’essere strappato dalle<br />

mani indefinite delle donne brutte, ma piacerà<br />

indubbiamente alle mani precise e<br />

soavi delle belle.<br />

Marinetti sottolinea “in velocità” mettendo<br />

lui, questa volta, il corsivo, indicando una<br />

modalità della scrittura del saggio. Frasi<br />

brevi e brevissime, spesso con il verbo all’infinito,<br />

seguendo i dettami propri del manifesto<br />

futurista. La velocità, il ritmo saltellante<br />

della prosa deve adeguarsi alla vita<br />

moderna, dove tutto è movimento e cambiamento<br />

continuo. Non si può più scrivere come<br />

prima, c’è bisogno di una prosa diversa,<br />

meno impaludata nella retorica di una prosa<br />

pomposa, museale, passatista e universitaria.<br />

(Non è forse una lezione ancora oggi di<br />

grande attualità?) Marinetti ama gli avverbi<br />

usati anche in maniera ossimorica come<br />

“maneggiare brutalmente”, al contrario di<br />

“maneggiare con cura”, oppure “completamente<br />

virile” come se dovesse sottolineare<br />

necessariamente che un uomo futurista<br />

non può avere ambiguità sessuali. Un libro<br />

“illogico”, senza alcuna tesi da dimostrare,<br />

che si scaglia contro le donne brutte, e<br />

vedremo cosa vuol dire “brutta” per Marinetti,<br />

che, sottolinea più avanti, non ama le<br />

bellezze acqua e sapone tanto in voga oggi<br />

nella pubblicità. Lui ama le donne con il<br />

“magnetismo animale”:<br />

Belle più o meno. Alludo al misterioso magnetismo<br />

animale, non alla bellezza perfetta<br />

che toglie ogni attività fascinatrice alla<br />

donna.<br />

Volere esser bella vale molto più che qualsiasi<br />

splendore fisico. Nella mia vasta<br />

esplorazione eroticosentimentale ho sempre<br />

ricercato i corpi intelligenti, continuamente<br />

armati da un vigilante e mascherato<br />

desiderio di piacere. Le donne che trascinano<br />

in giro una bellezza cosiddetta naturale,<br />

sono profondamente ridicole, noiose, e inconcludenti<br />

nel piacere. L’intelligenza del<br />

corpo non si apprende, né si acquista. È<br />

una specie di volontà-istinto che tutte le<br />

belve hanno.<br />

©Brett Walker<br />

FUOR ASSE<br />

134 Imparare a scrivere

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