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FuoriAsse #20

Officina della cultura

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Spia la Golf dietro: non la sta incalzando,<br />

al momento.<br />

La fila sulla sinistra è continua: non offre<br />

spiragli per spostarsi di corsia, però molti<br />

(vede lei, tenendo d’occhio lo specchietto),<br />

quasi a scorrimento, segnalano appena<br />

prima con la freccia per procedere,<br />

subito dopo, a uno spostamento di rapina,<br />

in spazi inesistenti.<br />

La fila è continua e irrespirabile. Si dice<br />

che per spostarsi ci sarà tempo. Intanto<br />

prende a programmare in modo accurato<br />

ciò che dovrà fare una volta approdata a<br />

casa. Quindi dopo aver perlustrato le<br />

strade intorno per trovare parcheggio.<br />

Mentalmente ripassa il contenuto del<br />

frigorifero e del freezer. Ha fame, e cerca<br />

di inventariare cibi veloci da preparare<br />

per sé, ma solo dopo aver liberato il cane<br />

in giardino e averlo nutrito insieme ai tre<br />

gatti che si sono installati da poco in<br />

casa.<br />

Intanto controlla che la Golf sia sempre<br />

dietro di lei.<br />

Quasi non vede più l’uomo quieto, e<br />

forse innocuo, che la guida.<br />

Automaticamente ormai gli occhi le<br />

vanno subito solo sulla maschera anteriore.<br />

Invece, nel deflettore sinistro, continua<br />

a vedere molte delle macchine che<br />

li seguono lungo la corsia destra spostarsi<br />

a sinistra in spiragli impossibili nel<br />

flusso che non si allenta ma sfreccia<br />

costante.<br />

È presa dalla musica. Ogni tanto canta.<br />

Agendo coi polpastrelli sui pulsanti nel<br />

raggio destro del volante, apre sul visore<br />

la lista delle ultime chiamate e pensa di<br />

fare una telefonata.<br />

Scorre i contatti. Sta per aprirne una in<br />

vivavoce, senza perdere di vista la fila che<br />

scorre sulla sinistra, per tenere d’occhio<br />

i temerari che ci si immettono con la<br />

solita tecnica dell’immissione impossibile<br />

in spazi risicatissimi.<br />

La maschera della Golf sta sempre lì, die -<br />

tro di lei, sulla sua stessa linea di marcia.<br />

©Tina Kazakhishvili<br />

Si rende conto che, spesso, decelerando<br />

o accelerando, come in un balletto, con<br />

la sua auto fa velo alle macchine che<br />

insistono a passarle accanto senza dare<br />

modo a lei di accedere alla corsia di<br />

sorpasso.<br />

Correndo moderatamente, ora il flusso<br />

di macchine che la contiene sta raggiungendo<br />

il punto in cui le direzioni di<br />

ingresso a Roma si biforcano.<br />

Tra poco dovrà per forza spostarsi<br />

a sinistra, altrimenti finirà nell’altro<br />

tunnel buio in cui qualche volta le tocca<br />

precipitare. E da lì si ritroverebbe a Tor<br />

di Quinto: arriverebbe ugualmente a<br />

casa ma meno direttamente.<br />

Come sempre, qualche auto davanti a<br />

lei rallenta, per spostarsi a destra, o la<br />

sorpassa e poi quasi le taglia la strada<br />

per conquistare la corsia verso il tunnel<br />

e Tor di Quinto.<br />

Lei, con la solita tecnica, fare velo o<br />

offrire sponda, permette che le accada<br />

tutto questo davanti, decelerando un<br />

poco, in modo che, come per un incrocio<br />

magico, a sinistra le si apra lo spazio per<br />

prendere verso Corso Francia.<br />

FUOR ASSE<br />

128<br />

Il principio dell’iceberg

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