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FuoriAsse #20

Officina della cultura

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“sono pronto” e si rese disponibile a fare<br />

tutto quello che io gli avrei “ordinato” di<br />

fare.<br />

Per la verità nemmeno io sapevo cosa<br />

fare e quale iniziativa prendere.<br />

Certamente logico sarebbe stato il presentarmi<br />

e chiedere con semplicità di<br />

Teresa, ma questa logica era avversata<br />

sia da motivazioni d’ordine personale<br />

che di cultura vera e propria (il periodo<br />

storico non favoriva di certo la possibilità<br />

d’amicizia fra ragazzi di sesso<br />

opposto).<br />

Totò, per partire, aspettava solo un<br />

mio segnale: egli credeva in tutto quello<br />

che facevo e solo per il piacere d’essermi<br />

d’aiuto avrebbe fatto la qualsiasi cosa<br />

così come Sancio Panza, nel don<br />

Chisciotte di Cervantes.<br />

Non persi altro tempo.<br />

Gli chiesi di estrarre dal bauletto un<br />

disco che inneggiava proprio al nome<br />

Teresa e decisi così di affidare al vento<br />

(che nella circostanza andava anche in<br />

direzione contraria all’abitazione), quel<br />

messaggio d’amore che io, a suo tempo,<br />

avrei potuto comunicargli di presenza.<br />

Quel brano, a più riprese e per più di<br />

mezz’ora, echeggiò per tutta l’intera vallata,<br />

ma tutto intorno a quella casa continuò<br />

ad essere inanimato e silenzioso.<br />

Totò mi rassicurò circa l’originalità e la<br />

bontà dell’iniziativa e addebitò quel silenzio<br />

alle nefaste condizioni atmosferiche,<br />

ree, secondo lui di non aver saputo<br />

veicolare nella direzione giusta quelle<br />

note appropriate e d’indubbia efficacia.<br />

Dopo un’ora di tormentone desistetti<br />

dal continuare e mi vidi, a quel punto,<br />

ridicolo e patetico.<br />

Capii quanto banale era stata l’iniziativa<br />

e quanto sbagliata la paura o forse la<br />

viltà nel reprimere al nascere i sentimenti<br />

più nobili che avevo e che avrei<br />

dovuto nel momento giusto manifestare.<br />

Riordinammo le attrezzature, riponemmo<br />

mestamente nella custodia quel di-<br />

© Jan Saudek<br />

sco che era diventato “l’ossessione” del<br />

pomeriggio e ripartimmo in direzione del<br />

paese, io amareggiato e ipercritico, Totò<br />

apparentemente spensierato fischiettando<br />

ancora quel motivetto, nel simpatico<br />

tentativo di esorcizzarne, ironizzandovi<br />

sopra, gli effetti avvilenti.<br />

Chiudemmo la serata in pizzeria, davanti<br />

ad un’allegra e variopinta capricciosa<br />

ed all’insegna dell’effimero oblio,<br />

provocato dalla reazione della bottiglia<br />

di birra che egli gentilmente offrì perché<br />

fresco di stipendio e generoso come<br />

sempre.<br />

Neppure la momentanea e fugace divagazione<br />

per Teresa, però, riuscì a rimuovere<br />

l’immagine di Gemma, “il sogno<br />

di un intero triennio”.<br />

Sapevo che lei arrivava puntuale il<br />

primo giorno di ritorno a scuola e nutrivo<br />

la dolce sensazione di poter incrociare<br />

il suo sguardo e sfiorare le sue<br />

guance per salutarla con un tenero<br />

bacio.<br />

FUOR ASSE<br />

21 Riflessi Metropolitani

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