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FuoriAsse #20

Officina della cultura

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stuono della recente storia balcanica, al<br />

di sopra del tempo e dello spazio fisico,<br />

più che per la capillare documentazione<br />

storica, appunto, che la narrazione afferma<br />

il crisma della piena credibilità e<br />

sostenibilità. Storia dolorosamente vera,<br />

quella di Ana Mladić, ma romanzata un<br />

po’ alla maniera dei libri del connazionale<br />

Javier Cercas (Soldati di Salamina,<br />

L’impostore...), in cui realtà e fiction si<br />

fondono e confondono nel segno della<br />

“menzogna” (Manganelli) che è la letteratura,<br />

dell’inganno nel quale, secondo<br />

il filosofo Gorgia, citato dallo stesso Cercas<br />

nel suo ultimo libro, consisterebbe<br />

la poesia; un inganno «in cui chi inganna<br />

è più onesto di chi non inganna, e chi<br />

si lascia ingannare è più saggio di chi<br />

non si lascia ingannare». Un inganno<br />

“più vero del vero”, insomma.<br />

Ma tornando alla fondamentale “unicità”<br />

dell’esperienza umana, quella per<br />

cui a uno scrittore, nell’atto di scrivere,<br />

è dato farsi altro, scovare l’altro in se<br />

stesso e viceversa, viene in mente il<br />

Borges de Il giardino dei sentieri che si<br />

biforcano (e di moltissimi altri luoghi del -<br />

la sua opera, si capisce), laddove scrive<br />

che «ogni cosa, a ognuno, accade precisamente,<br />

precisamente ora. Secoli e secoli,<br />

e solo nel presente accadono i fatti;<br />

innumerevoli uomini nell’aria, sulla terra<br />

e sul mare, e tutto ciò che realmente<br />

accade, accade a me...». Tutto, ci dice<br />

Borges, avviene simultaneamente e alla<br />

stessa persona. Che è un po’ la chiave di<br />

lettura, o una delle tante, dell’opera più<br />

recente della Usón, Valori. Anche questa<br />

uscita in Italia con Sellerio, nel 2016. In<br />

essa, in questo poliedrico e originale romanzo,<br />

l'autrice racconta più storie, che<br />

si svolgono su piani temporali diversi.<br />

Storie, più che intrecciate, giustapposte.<br />

Sono fondamentalmente tre: di una direttrice<br />

di banca e di sua figlia, tra dilemmi<br />

generazionali e imbrogli finanziari,<br />

nella Spagna di oggi; di alcuni giovani<br />

rivoluzionari, sempre in Spagna, al tempo<br />

dell’insurrezione repubblicana del<br />

1930; e di un prete cattolico nazifascista<br />

nel campo di concentramento croato di<br />

Jasenovac durante la Seconda Guerra<br />

Mondiale. Storie in apparenza incomunicanti<br />

(almeno per buona parte del romanzo);<br />

ma, per quella “confutazione<br />

del tempo” di borgesiana memoria, per<br />

quell’eterna onnivivenza di ogni essere<br />

umano, prodigiosamente simultanee.<br />

«Non c’è presente né futuro né passato,<br />

è tutto rimescolato e come ingarbugliato»,<br />

viene detto in un punto del libro.<br />

L’autrice, nella prima parte del romanzo,<br />

salta da un piano temporale all’altro,<br />

dall’una all’altra storia, senza alcuna<br />

cesura grafica, improvvisamente, senza<br />

mai avvertirne il lettore, che si ritrova<br />

continuamente sbalzato da una vicenda<br />

di oggi a una di ieri, dai “valori” di un<br />

fervente rivoluzionario del secolo scorso<br />

a quelli di un’irrequieta ragazzina dell’attuale,<br />

e via dicendo: con un effetto,<br />

più che di straniamento, di stupore;<br />

stupore nel verificare come i più disparati<br />

valori, appunto, i più antitetici, per<br />

il solo fatto di essere sostenuti e agiti nel<br />

medesimo eterno presente della storia<br />

appaiano egualmente agibili e sostenibili,<br />

di là da ogni ovvia distinzione di<br />

ordine etico.<br />

I Valori, dunque, sono al centro del libro.<br />

Religiosi e nazionalistici, nel caso di<br />

padre Casimiro, il sacerdote croato; civili,<br />

per gli artefici dell’insurrezione repubblicana;<br />

materiali, finanziari, voluttuosi,<br />

per la madre e la figlia. Ma in ciascuno<br />

di questi casi l'aspirazione dei per -<br />

sonaggi a un’istanza superiore si risolve<br />

inesorabilmente, di volta in volta, in insuccesso<br />

o in abominio; l’uomo, sembra<br />

dirci la scrittrice, non può uscire indenne<br />

dal fuoco dei propri ideali, sani o<br />

degenerati che siano.<br />

Via via che la narrazione procede verso<br />

la fine, si vanno svelando le intercon-<br />

FUOR ASSE<br />

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