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FuoriAsse #20

Officina della cultura

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terrestre, sarebbe bastato «un grado in<br />

più o uno in meno, un misero grado, e<br />

non ci sarebbe stato niente, né il giorno<br />

né la notte, le stagioni, il volo degli uccelli,<br />

il tempo, gli uomini e i loro infiniti<br />

affanni».<br />

Ed è l’arrivo di un circo, non di quelli<br />

soliti, che si fermano ogni anno, la mattina<br />

dopo la notte di San Lorenzo, “Notte<br />

di stelle”, a trasformare la penna in una<br />

lancia che ferisce e guarisce, che riempie<br />

i fogli di questa storia intessuta e<br />

dissolta nei destini degli abitanti di Girifalco.<br />

Destini che s’incrociano, s’imbrigliano,<br />

si sovrappongono, s’allontanano,<br />

s’avvicinano e si disperdono.<br />

La bravura di Dara sta nel riuscire a<br />

donare un ordine a quest’attorcigliarsi<br />

di traiettorie e sa essere un vero “pastore”<br />

del suo “gregge” e, come un vero “pastore”,<br />

sa che i deboli e i poveri si trovano<br />

nel mondo come pecore in mezzo ai<br />

lupi. Sa riconoscere i lupi e sa anche dar<br />

loro, quando è il caso, una bella legnata.<br />

Ma sa anche che un “pastore” non necessariamente<br />

riesce a salvare tutte le<br />

sue “pecore”.<br />

C’è una comicità, o meglio ironia, nel<br />

suo narrare, che deriva dall’osservazione<br />

della nostra condizione umana, una<br />

e molteplice, o dalle umane storture dei<br />

protagonisti del libro. I «grandi fatti» per<br />

lui sono, e questo è un valore, i fatti della<br />

nostra vita quotidiana.<br />

Tuttavia non solo va riconosciuto a<br />

Dara di averci regalato un bel romanzo<br />

ma, soprattutto, se ne apprezza l’estrema<br />

attenzione alla lingua e a quello che<br />

la parola deve esprimere e comunicare.<br />

Una lingua, la sua, che, ricercando e<br />

donando valore letterario al dialetto calabrese,<br />

pur mantenendo vive le radici<br />

della lingua stessa, percorre una “traiettoria”<br />

nuova. Una lingua che, ancorché<br />

possa sembrare a tratti complessa, ri-<br />

sulta chiara nello stile, senza ingombri e<br />

con espedienti linguistici che la tengono<br />

ancorata nella nostra mente e, soprattutto,<br />

che cattura il lettore.<br />

Dicevo all’inizio che, con Appunti di<br />

Meccanica celeste, Dara si propone il<br />

compito di “ridisegnare” il mondo perché<br />

ripercorre le stesse vie, gli stessi<br />

luoghi dell’anima percorsi nel suo romanzo<br />

d’esordio: Breve trattato sulle coincidenze<br />

(Nutrimenti, 2014). Romanzo<br />

che gli era valso tanti riconoscimenti,<br />

tra questi il Premio Corrado Alvaro, e<br />

che ha raccolto l’apprezzamento dei lettori<br />

– e in particolare del nostro gruppo<br />

di lettura “Letture di Traverso”. Per<br />

questa ragione il ciclo “Letture di Traverso”<br />

presto proporrà il nuovo Appunti<br />

di Meccanica celeste.<br />

FUOR ASSE 113

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