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FuoriAsse #20

Officina della cultura

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nunzio, le loro reciproche letture e influenze<br />

sono talmente note (ma con scavi<br />

tutt’altro che esauriti) che non mi<br />

sembra il caso di insistervi qui. Mi preme<br />

invece osservare che ambedue gli au -<br />

tori hanno percepito l’importanza degli<br />

apporti della Modernità sul piano tecnologico<br />

e come questi ultimi potevano<br />

cambiare le nostre vite: il treno (Pascoli),<br />

la nave (d’Annunzio), la bicicletta (Pascoli),<br />

l’aereo e l’automobile (d’Annunzio),<br />

la macchina da scrivere (Pascoli), il<br />

telefono (d’Annunzio). Poco importa che<br />

a volte usassero di rado o per niente mez -<br />

zi come il telefono, appunto, o la macchina<br />

da scrivere. I due autori hanno<br />

però anche compreso lo strappo che la<br />

Modernità ha comportato sul piano materiale<br />

e immateriale e che non era possibile<br />

pensare la Modernità senza l’Antico.<br />

Sotto questo punto di vista, il loro<br />

contributo è stato tanto lungimirante<br />

che oggi sentiamo il bisogno di tornare a<br />

farci i conti. Voglio dire insomma che<br />

Pascoli e d’Annunzio non sono espressioni<br />

attardate della “provincia” Italia,<br />

come talora si intende, ma due autori<br />

che possono dare molto per farci comprendere<br />

le impasses di certa cultura<br />

internazionale contemporanea ed aiutarci<br />

ad uscirne.<br />

In nome dell’approssimazione futurista,<br />

abbiamo pensato che fosse possibile tagliare<br />

i ponti con il passato, accorciare<br />

la nostra vista, ma tutta la Fisica contemporanea,<br />

la Biologia e altre scienze<br />

mostrano di continuo che questo genere<br />

di miopia è un vero e proprio errore culturale.<br />

Non possiamo più permettercelo.<br />

Pascoli e d’Annunzio hanno scritto poesia<br />

a partire da un sentimento di vitalità<br />

del passato, legato sia alla concezione<br />

della poesia come arte sia all’urgenza di<br />

salvaguardarne in toto il destino, cioè<br />

©Polina Nefidova<br />

l’essenza e il ruolo nella società moderna.<br />

Le Laudi dannunziane nascono dalla<br />

volontà di tornare ad essere aedi, di<br />

cantare le gesta degli eroi e degli artisti,<br />

come facevano i poeti antichi; il Vittoriale<br />

sorge perché Ruskin e le sue idee sull’architettura<br />

impongono che la casa resti<br />

nel tempo come testimonianza e memoria<br />

viva dell’esistenza di un uomo.<br />

Anche la scelta di Mariù Pascoli di mantenere<br />

la casa di Castelvecchio di Barga<br />

come era al momento della morte del<br />

fratello Giovanni non è frutto di un culto<br />

unicamente morboso... L’epopea contadina<br />

di Pascoli, la cui opera non può<br />

comunque essere limitata solo a questo<br />

aspetto, scaturisce dalla volontà di reagire<br />

alla industrializzazione selvaggia, di<br />

riattingere a una dimensione umana<br />

senza illusioni, ma più consona alla natura<br />

di essere dal nobile destino spirituale.<br />

Lo fa negli stessi anni anche Van<br />

FUOR ASSE<br />

68 Redazione Diffusa

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