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FuoriAsse #20

Officina della cultura

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Controlla ancora il circostante e lascia<br />

scorrere indietro la leva del cambio fino<br />

alla posizione di marcia: D come Drive.<br />

Si immette armoniosamente e prende a<br />

guidare per tornare a casa dal lavoro.<br />

Vuole scrollarsi di dosso la tensione<br />

accumulata nella mattinata di lezioni.<br />

Ci sono giorni in cui viene via nevrastenica,<br />

ma sono rari ormai.<br />

Ha imparato a regolare le classi, a dialogare<br />

coi suoi studenti secondo una<br />

programmazione ottativa formulata a<br />

grandi linee, in cui si lascia ampi spazi<br />

per le variazioni estemporanee, che<br />

sono il suo vero gusto.<br />

Dalla collina è scesa alla stazione della<br />

Ferrovia Nord. Ora prende a destra verso<br />

il viadotto: come sempre, dovendo<br />

passarci sotto, piomberà in un breve<br />

tratto buio in curva da cui uscirà alla<br />

cieca.<br />

Puntualmente ogni volta pensa al quarterback<br />

in bicicletta investito in un<br />

tunnel da una macchina, ma, poiché<br />

non era ancora la sua vera ora, Joe Pendleton<br />

è potuto restare sulla terra prendendo<br />

le spoglie di un riccone: di Joe è<br />

rimasto solo lo sguardo.<br />

Ogni volta poi si ritrova a chiedersi che<br />

fine abbia fatto un cane nero che vive<br />

sotto il viadotto: lo ha visto dormire<br />

indenne tra le macchine un sacco di<br />

volte, ma ora è un po’ che non lo vede.<br />

L’avranno accalappiato?<br />

Si affaccia alla rotonda.<br />

Percorre il primo quarto di slancio, poi<br />

intuisce che le conviene rallentare: chi<br />

ruzzola giù dal raccordo, prima di immettersi,<br />

immancabilmente non dà la<br />

precedenza.<br />

Oggi è una ragazza in una specie di<br />

ovetto bianco, avvinghiata al volante nel<br />

suo piumino bianco, e chiusa in un circuito<br />

tele- o forse radio-fonico, da due<br />

cuffie bianche semisferiche: le sfreccia<br />

davanti senza guardare, fregandosene<br />

dello stop.<br />

Guarda nello specchietto, e vede una<br />

Golf che dietro di lei descrive una sorta<br />

di moto ficcante a intermittenza. Il guidatore<br />

ha la faccia di un uomo quieto. A<br />

lei pare uno facile a farsi inquieto.<br />

Riprende la marcia, e con una breve<br />

gimcana percorre l’ultimo tratto dritto:<br />

si affaccia alla connessione che dal raccordo<br />

riporta in città, la gloriosa via<br />

Flaminia.<br />

Come sempre è colta da una sottile<br />

emozione al pensiero che, dall’altro lato,<br />

mimetizzato sotto un ponticello nell’area<br />

di una concessionaria d’auto che cambia<br />

di continuo costruttore (una volta<br />

c’era la FIAT, e lei andò a vederci una 16<br />

che costava come una berlina straniera),<br />

nascosto proprio lì sotto, c’è un<br />

tratto superstite della antica via Flaminia<br />

in basolato romano.<br />

Anche quando lo racconta in classe,<br />

con la scusa delle tracce in pietra lasciate<br />

dai Romani in Gran Bretagna, avverte<br />

un sottile filo di emozione, una piccola<br />

stretta intercostale.<br />

Questo ha spazzato via la muta acredine<br />

destata in lei poco prima dalla ragazza<br />

nell’ovetto bianco, che aveva ignorato<br />

lo stop, e soprattutto lei.<br />

È lei ora che si appoggia alla soglia di<br />

immissione giusto il tempo di calcolare<br />

come infilarsi nel flusso fitto di macchine<br />

che provengono da dietro.<br />

Mentre sbircia nello specchietto retrovisore<br />

per regolarlo, nota anche che la<br />

Golf con l’uomo quieto, forse innocuo, la<br />

tallona per immettersi dietro di lei nella<br />

colonna che prontamente si scompone e<br />

si ricompone per incorporarli.<br />

Le due colonne di macchine ora marciano<br />

veloci, includendo lei e l’uomo innocuo<br />

dietro, sul doppio nastro lanciato<br />

verso Corso Francia.<br />

Lei resta a destra ma attiva la freccia<br />

per segnalare l’intenzione di spostarsi<br />

sulla corsia di sorpasso: la pista giusta<br />

per poi entrare a Roma dal proprio lato.<br />

FUOR ASSE<br />

127<br />

Il principio dell’iceberg

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