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Palazzo de'Rossi. Una storia pistoiese

a cura di Roberto Cadonici fotografie di Aurelio Amendola

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Ad una data certo anteriore alla morte di Francesco dei Rossi, a ottantotto anni, avvenuta<br />

il 20 aprile 1850 301 , sono da ascrivere gli eleganti medaglioni figurati che ornano le crociere<br />

modificate delle due stanze d’ingresso al “quartiere” del secondo piano verso levante.<br />

È l’ultimo apporto artistico ottocentesco di un certo rilievo in palazzo de’ Rossi, frutto di una<br />

matura cultura accademica ‘antichizzante’, espressa con sicuro mestiere quanto a disegno e<br />

colore, ma non aliena dal ricorrere a tecniche artigianali seriali per arrivare al risultato finale.<br />

Decori a stampiglia, ultima volgarizzazione di un estenuato barocchetto adattato ad ambienti<br />

più consueti e ‘familiari’, adornano infatti di minuti ricami o di elaborate volute le cornici<br />

entro le quali sono inclusi i soggetti raffigurati. Essi risultano appartenere a due diverse serie<br />

tematiche, in rapporto con il relativo ambiente. Sui quattro spicchi della crociera della prima<br />

stanza, d’ingresso, si trovano minuscoli paesaggi di tipo “romantico-pittoresco” (figg. 123-126);<br />

sulle profilature smussate delle quattro vele della stanza seguente spiccano medaglioni mistilinei<br />

contenenti figure eleganti e miniaturizzate di personaggi del mondo classico, su uno<br />

sfondo rosso-bruno, a coppie: Zeus/Eros; Paride/Afrodite 302 (figg. 130-133).<br />

Tali pitture rivelano una cultura in cui la concezione neoclassica di perfezione formale della<br />

figura non esclude di accogliere, per il paesaggio, caratteri romantici.<br />

Le immagini, ridotte intenzionalmente al formato e all’aspetto di “medaglioni” miniati su<br />

porcellana o smaltati (quasi a imitazione dell’encausto), da privata Wunderkammer di un collezionista<br />

d’arte, riproducono opere note in più grandi formati o in materia anche diversa dalla<br />

pittura – quasi sfidando chi le guarda ad identificarne l’originale, o il soggetto – allora replicate<br />

in molti modi per il mercato e diffuse tramite oggetti d’arredo o personali di gran lusso.<br />

Le due serie figurative, a mio avviso, potrebbero essere assegnate, in questo particolare<br />

contesto, ai tardi anni Trenta dell’Ottocento: e ancora far parte del riallestimento di<br />

vari ambienti (al secondo piano), per Francesco ed i suoi, già iniziato nel 1825 e documentato<br />

fino al 1837 303 , in cui furono utilizzate stanze sia della “casa vecchia” che del<br />

palazzo stesso 304 .<br />

120. “Galleria” al primo piano est, soffitto dipinto con riquadro centrale in cui è raffigurata La dan za della Prima Giornata del Decamerone, dipinta da Giuseppe Bezzuoli nel 1831,<br />

con i coevi com pletamenti decorativi di Ferdinando Marini. Prima del restauro.<br />

121. Particolare dell’affresco, con Gruppo di tre danzatori. Prima del restauro.<br />

118<br />

These paintings reflect a culture in which the neoclassical conception of the formal perfection<br />

of the figure did not exclude the adoption of proto-Romantic characteristics in the landscape.<br />

The images, deliberately reduced in size and given the appearance of miniature “medallions”<br />

painted on porcelain or in enamel (almost in imitation of the encaustic painting), typical of<br />

the private Wunderkammer of an art collector, reproduced well-known works on a larger scale<br />

or in a different medium from paint—as if challenging the viewer to identify the original,<br />

or the subject—replicated at the time in many ways for the market and diffused through<br />

furnishings or personal objects of great luxury.<br />

In this particular context, the two figurative series could, in my view, be assigned to the<br />

late 1830s; and still be part of the refurbishment of various rooms (on the third floor) for<br />

Francesco and his family, already begun in 1825 and documented until 1837, 303 in which rooms<br />

both in the “old house” and in the palazzo itself were utilized. 304<br />

The room with the medallions containing landscapes may have retained its function as an entrance,<br />

while the adjoining one, on the right as you enter, decorated with figures from classical myth—<br />

archly but covertly alluding to the power of eros and female beauty even over beings as powerful as<br />

Zeus—may suggest a more private and personal use on the part of the master of the house.<br />

The small and beautifully crafted landscapes contained in the four medallions “with tracery”<br />

in the first room are unmistakably views of the park of the Villa di Scornio (in which we can<br />

identify the Temple of Pythagoras and the Gothic Castle) 305 and present the same conception<br />

of the relationship between wild clumps of trees and human figures as was typical of Niccolò<br />

Puccini. Who had planned, for the original layout of his English-style garden, views in which<br />

the—seemingly natural—disorder of the vegetation was combined with mysterious, evocative<br />

constructions, as a metaphor for the possibility of an arbitrary revival of any time and culture,<br />

in a precise design intended to show the hidden relations between Humanity and Nature.<br />

Thus it went beyond the “view” typical of the 18th century, still basically analytical and<br />

descriptive, even if already animated by subtle emotions roused by the quality of the<br />

122. Particolare dell’affresco. Figura assisa di Giovanni<br />

Boccaccio, in veste di ‘poeta laureato’ e in atto di guardare la<br />

scena. Dopo il restauro.<br />

Nelle pagine seguenti<br />

123. Quartiere al secondo piano est, prima stanza<br />

d’ingresso, particolare della decorazione della volta con<br />

medaglioni ‘a paesi’: primo medaglione con l’Isola con il<br />

Tempio di Pitagora del parco pucciniano di Scornio, prima<br />

del restauro. Attribuito a Ferdinando Marini, fine del<br />

quarto decennio del secolo XIX.<br />

124. Particolare della decorazione della stessa volta:<br />

secondo medaglione con Veduta del Castello gotico nel parco<br />

di Scornio, prima del restauro. Attribuito a Ferdinando<br />

Marini, fine del quarto decennio del secolo XIX.<br />

125. Particolare della decorazione della stessa volta:<br />

terzo medaglione con Veduta di paesaggio. Attribuito a<br />

Ferdinando Marini, fine del quarto decennio del secolo<br />

XIX. Prima del restauro.<br />

126. Ivi: quarto medaglione con Veduta di paesaggio.<br />

Attribuito a Ferdinando Marini, fine del quarto decennio<br />

del secolo XIX. Prima del restauro.<br />

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