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Palazzo de'Rossi. Una storia pistoiese

a cura di Roberto Cadonici fotografie di Aurelio Amendola

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anni lo stile troubadour – ad esempio, nelle miniature di Giovanni Battista Gigola – con precisioni<br />

di costume e di arredo che confermano l’interesse rivolto dal pittore più ai costumi del<br />

tempo che non al significato dei fatti, richiamando per questo il rimprovero che il ricordato<br />

‘Kuns Blatt’ rivolse al dipinto di Palagi dove l’artista aveva impiegato “tutti i mezzi del suo<br />

talento” senza però esprimervi “un giudizio” 21 . Con questo affresco Niccola Monti si poneva<br />

tuttavia in buona posizione entro il ‘catalogo’ che enumera la fortuna di quel soggetto storico<br />

se si pensa che nel 1827 Giuseppe Bezzuoli riceveva da Leopoldo II l’incarico di dipingere<br />

L’entrata di Carlo VIII a Firenze, opera che sarà cruciale per gli sviluppi della pittura romantica<br />

in Toscana ancora una volta per meriti stilistici e non per qualità civiche 22 ; e, nel 1830, Luigi<br />

Sabatelli presentava a Brera il quadro non ancora ultimato di Pier Capponi che straccia i capitoli<br />

di Carlo VIII destinato alla collezione di Gino Capponi e noto attraverso la celebre incisione<br />

del 1832, opera di stile sublime per l’eroica emergenza del protagonista ma, a giudizio di Giuseppe<br />

Mazzini, ancora acerba nell’esprimere il “sentimento del collettivo” che l’appassionato<br />

esegeta della pittura romantica riteneva dominante sul concetto di <strong>storia</strong> 23 .<br />

Nelle Memorie raccolte e pubblicate da alcuni scolari ed amici intorno alla vita e alle opere<br />

di Giuseppe Bezzuoli si legge un’efficace recensione dell’affresco commissionato al pittore<br />

per la ‘galleria’ (Giuseppe Tigri la definisce “una Sala destinata alle danze e al canto” 24 ) nell’ala<br />

est del primo piano del palazzo: “Nel 1830 chiamato il Bezzoli a Pistoja, il Cav. Rossi di quella<br />

città vago di possedere anch’egli un’opera che gli rammentasse il Pittore venuto in tanta<br />

fama; gli dette gentile commissione di un dipinto a buon fresco in una delle sale del suo <strong>Palazzo</strong>.<br />

Il nostro concittadino corrispose al grazioso invito, ponendoci sott’occhio coi colori,<br />

una delle liete giornate descritte dal Boccaccio. Fra le sue opere a fresco questa può dirsi una<br />

delle più felicemente condotte: non vi è figura in questo dipinto che non porti il carattere e<br />

la vita del Certaldese descritta. Vi si ritrova maestria di disegno nei moti delle figure, varietà<br />

di caratteri per modo che facile ti è riconoscere il nome di ciascuna donzella; ed infine un<br />

colore lucido e trasparente da non ottenersi maggiore in una pittura a olio” 25 . Sull’onda del<br />

time than in the significance of the events, thus meeting with the reproach that the aforementioned<br />

‘KunsBlatt’ aimed the painting by Palagi, where the artist employed “all the means<br />

of his talent” but without expressing therein “an opinion”. 21 With this fresco, Niccola Monti<br />

nonetheless put himself in a good position within the ‘catalogue’ that enumerates the fortune<br />

of that historical subject matter if you think that in 1827 Giuseppe Bezzuoli received from<br />

Leopoldo II the job of painting L’entrata di Carlo VIII a Firenze (Charles VIII entering Florence),<br />

a work that would be crucial to the development of romantic painting in Tuscany again<br />

for its style and not for its civic qualities; 22 and, in 1830, Luigi Sabatelli presented at Brera the<br />

not yet finished painting of Pier Capponi che straccia i capitoli di Carlo VIII (Pier Capponi tearing<br />

up the treaty of Charles VIII) for Gino Capponi’s collection and known through the famous<br />

engraving of 1832, a work of sublime style for the heroic emergence of the protagonist but,<br />

according to Giuseppe Mazzini, not as yet expressing the “collective sentiment” which the<br />

passionate commentator of romantic painting believed dominated the concept of history. 23<br />

In the Memorie collected and published by some scholars and friends about the life and works<br />

of Giuseppe Bezzuoli is a valuable review of the fresco commissioned from the painter for the<br />

‘galleria’ (Giuseppe Tigrila defines it as “a Room for singing and dancing” 24 ) in the east wing of the<br />

first floor of the palazzo: “In 1830, Bezzoli was called to Pistoia, by Cav. Rossi from that city, who<br />

wanted to own a work that would recall the famous Painter; he gave him the kind commission for<br />

a buon fresco painting in one of the rooms of his <strong>Palazzo</strong>. Our fellow citizen met the kind invitation<br />

by presenting us with one of the happy days described by Boccaccio, in colour. Of his frescoes,<br />

this can be said to be one of the most successfully executed: there is no figure in this painting<br />

that does not express the character and life of the Certaldo maiden described. The movement<br />

of the figures is skilfully drawn, with a variety in the characters such that each damsel is easily<br />

identifiable; and lastly a bright and transparent colour that could not be better achieved in an oil<br />

painting”. 25 On the wave of the success achieved by the Charles VIII, which he finished painting<br />

in 1829, Bezzuoli was then called to a worksite which though smaller revived Florentine experisuccesso<br />

procuratogli dal Carlo VIII, finito di dipingere nel 1829, Bezzuoli era dunque convocato<br />

in un cantiere che pur in dimensione ridotta rinverdiva esperienze fiorentine condivise<br />

con Niccola Monti: insieme si erano infatti trovati ad operare nel ricordato Quartiere<br />

Palatino della reggia di Pitti, ma anche nella decorazione della galleria del palazzo di Camillo<br />

Borghese in via Ghibellina, prima del 1822, dove Bezzuoli aveva dipinto l’Educazione di Bacco<br />

e Monti Bacco e Arianna nell’isola di Nasso, opere entrambe in cui il paesaggio dominava con le<br />

analogie seicentesche garanti, in quegli anni, di moderno naturalismo 26 . Lo stesso che ravviva<br />

di fresca atmosfera la scena della Danza in palazzo de Rossi, realizzata a buon fresco nel 1831<br />

(fig. 11), nella quale Bezzuoli si esercita a tradurre in forme nuove i modelli che sin dai suoi<br />

viaggi giovanili tra Roma e Bologna gli avevano indicato la giusta maniera di contemperare<br />

l’osservazione d’après nature con il suggestivo classicismo di Poussin e di Lorrain. Tanto più<br />

che alcuni anni dopo la commissione degli affreschi per il palazzo di via Ghibellina, Camillo<br />

Borghese aveva ricercato Bezzuoli per affidargli la decorazione di una galleria posta al piano<br />

nobile della sua villa di Quinto, restaurata e riallestita entro il 1831, per la quale il pittore<br />

ideava un’allegoria centrale, Follia che guida il carro d’Amore, e due specchiature laterali con le<br />

allegorie della Musica e della Danza, invenzioni entrambe di leggerezza formale e di elegante<br />

dinamismo, ben apprezzabili in special modo nei curatissimi disegni preparatori che sembrano<br />

già appartenere al laboratorio ideativo del palazzo <strong>pistoiese</strong> 27 .<br />

Dimostrando di ben conoscere la situazione artistica contemporanea e di voler assicurare alla<br />

sua dimora una firma di grande prestigio, Luisa Magnani, moglie di Girolamo de Rossi si era<br />

rivolta a Bezzuoli probabilmente consigliata dal circuito degli aristocratici committenti fiorentini<br />

che avevano instaurato col pittore ormai famoso legami di cordiale confidenza, come<br />

dimostra un dettaglio della Danza messo in evidenza da Didaco Macciò quando, descrivendo<br />

l’affresco, segnala in esso il ritratto della “illustre signora Ottavia figlia di Gino Capponi, che fu<br />

consorte del Marchese Attilio Incontri, in quella figura in piedi appoggiata e rivolta di profilo<br />

con la testa a sinistra” 28 . Il brano del Decamerone tradotto in figure era quindi un elegante preences<br />

shared with Niccola Monti: both found themselves working in the previously mentioned<br />

Quartiere Palatino of Pitti Palace, as well as on the decoration of the gallery of the palazzo of<br />

Camillo Borghese in Via Ghibellina, before 1822, where Bezzuoli had painted the l’Educazione di<br />

Bacco (Education of Bacchus) and Monti Bacco e Arianna nell’isola di Nasso (Bacchus and Ariadne on the<br />

Island of Naxos), both works dominated by the landscape, with seventeenth century analogies that<br />

guaranteed, in those years, modern naturalism. 26 The same that brings a fresh atmosphere to the<br />

scene of the Danza in <strong>Palazzo</strong> de Rossi, a buon fresco executed in 1831 (fig. 11), in which Bezzuoli<br />

translated into new forms the models that since his travels as a youth between Rome and Bologna<br />

had shown him the right way to reconcile d’après nature with the suggestive classicism of Poussin<br />

and of Lorrain. So much so that a few years after the commission for the frescoes in the palazzo<br />

in Via Ghibellina, Camillo Borghese sought Bezzuoli to entrust him with the decoration of a gallery<br />

on the piano nobile of his villa di Quinto, restored and renovated by 1831, for which the painter<br />

conceived a central allegory, Follia che guida il carro d’Amore, and two side panels with the allegories<br />

of Musica and of Danza, both expressions of formal lightness and elegant dynamism, which can be<br />

easily and particularly appreciated in the carefully executed preparatory drawings, which seem to<br />

already belong to the conceptual laboratory of the Pistoia palazzo. 27<br />

Showing that she knew the contemporary artistic situation well and to ensure a prestigious<br />

name for her residence, Luisa Magnani, wife of Girolamo de Rossi had turned to Bezzuoli<br />

probably on the recommendation of the Florentine aristocratic group of clients who had<br />

by then established a friendship with the painter, as shown by a detail of Danza highlighted<br />

by Didaco Macciò when, describing the fresco, pointed out the portrait of the “illustrious<br />

Madam Ottavia daughter of Gino Capponi, who was the wife of Marchese Attilio Incontri,<br />

in that standing figure, leaning and with her head turned to her left”. 28 The passage from<br />

the Decameron translated into figures was thus an elegant pretext for introducing into the<br />

rooms of the palazzo the ‘elective affinity’ referring to the family’s circle of friends, and extending<br />

also to include the popular literary sources which, in the case at hand, through the<br />

11. Giuseppe Bezzuoli, La Danza della prima giornata del<br />

Decamerone. Pistoia, <strong>Palazzo</strong> de’ Rossi<br />

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