09.04.2020 Views

Palazzo de'Rossi. Una storia pistoiese

a cura di Roberto Cadonici fotografie di Aurelio Amendola

a cura di Roberto Cadonici
fotografie di Aurelio Amendola

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

12. Giuseppe Bezzuoli, Allegoria della danza. Firenze,<br />

Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi (n. 109516).<br />

testo per introdurre nelle stanze del palazzo le ‘affinità elettive’ sia riferite al circolo amicale<br />

della famiglia, sia estese alle condivisioni letterarie che, nel caso specifico, attraverso le pagine<br />

di Boccaccio consentivano di comporre quel perfetto amalgama fra le ‘arti sorelle’ peculiare<br />

della civiltà della Restaurazione e riconoscibile appunto nell’armonia figurativa e sentimentale<br />

che connotava gli interni di quella felice stagione. Un esempio significativo di tale consonanza<br />

fra arte e letteratura si ritrova, ad esempio, nella stanza che Carlotta Medici Lenzoni fece<br />

affrescare nel suo palazzo di Firenze da Pietro Benvenuti 29 che in quell’occasione piegava la<br />

sua vena classicista al moderato naturalismo introdotto dal purismo nazareno con esiti convenienti<br />

all’evocazione di un Medioevo ornato e gentile. Anche qui il Decamerone fornisce materia<br />

per brani di natura che fanno da sfondo all’allegra brigata e a un Boccaccio pensoso nel<br />

paesaggio di Certaldo, mentre la novella di Griselda si svolge fra le mura di una sala neogotica<br />

da repertorio, vale a dire un’architettura semplice e austera come se la figuravano gli artisti<br />

romantici che si stavano appassionando nel riscoprire epoche romanzesche e molto fruttuose<br />

per le immaginazioni pittoriche. Qualche anno dopo le imprese di Benvenuti e di Bezzuoli,<br />

Baldassarre Calamai esporrà all’Accademia, nel 1836, un Episodio della peste di Firenze del 1348,<br />

descritta dal Boccaccio 30 : soggetto tratto dal Decamerone ma questa volta scelto per assecondare<br />

l’ambientazione notturna ispirata dai quadri secenteschi a lume di notte che erano la passione<br />

del granduca Leopoldo II, acquirente dell’opera insieme ad un’altra, dipinta dallo stesso<br />

Calamai nel 1844 (ma ideata per il granduca almeno dieci anni prima) e raffigurante Boccaccio<br />

che sotto il nome di Dioneo rallegra con una sua novella la brigata raccolta nella villa di Schifanoia (fig.<br />

13), anch’essa ambientata in ore notturne con effetti di grande suggestione ricavati, come scrive<br />

Enrico Montazio componendo una sorta di ecfrasi letteraria, “dalla varia luce delle lampade<br />

che ardono sulla mensa, dal lume che traluce dalle interne stanze e che si frange sulla faccia<br />

del servo, dalla lanterna del villico, e infine dal pallido chiarore della luna il cui raggio trapassa<br />

fra le colonne e si riflette sul pavimento, sulle splendide vesti dei commensali sulle pareti ….” 31 .<br />

Non si deve dimenticare, a margine di questa antologia di traduzioni pittoriche, che il De-<br />

camerone ebbe in Toscana una costante fortuna editoriale affidata a volumi di varia qualità e<br />

destinazione 32 fra i quali interessa qui citare, per coincidenza di data, quello pubblicato nel<br />

1831 da Passigli Borghi e Compagni, arricchito dalle sapide illustrazioni di Francesco Nenci<br />

che si adeguavano alla cordiale narrazione della pittura di genere, la più adatta per accompagnare<br />

la vena boccaccesca in volumetti destinati alla ‘Biblioteca portatile del viaggiatore’ 33 .<br />

E a proposito di fortuna iconografica e di tradizione letteraria la meta di Certaldo fu nuovamente<br />

segnalata e nobilitata da Carlotta Lenzoni con l’acquisto, nel 1825, della casa natale<br />

dello scrittore dove la nobildonna, frequentatrice di intellettuali e scrittori da lei invitati nel<br />

suo celebre salotto fiorentino, fece dipingere da Pietro Benvenuti, già impegnato nella decorazione<br />

delle stanze del palazzo di città, un affresco con l’immagine domestica e accostante<br />

di Giovanni Boccaccio nel suo studio 34 .<br />

Come si può dunque constatare il soffitto di palazzo de Rossi dipinto da Bezzuoli si inscrive<br />

in un contesto artistico e letterario inteso a far dialogare fra loro le ‘arti sorelle’ e favorito da<br />

un’aggiornata committenza che, anche a Pistoia, dava spazio ai protagonisti di una stagione<br />

che stava segnando il definitivo superamento del canone accademico in favore della “temperata”<br />

verità del Purismo e di un vivere borghese confortato dalle molteplici risorse dell’arte.<br />

Per questo la Danza di Bezzuoli non sfuggì alle rinomate pagine de ‘L’Ape Italiana delle Belle<br />

Arti’ dove, nel 1838, la descrizione di Giuseppe Tigri era accompagnata da una bella incisione<br />

al tratto dell’affresco eseguita su disegno dell’allora giovanissimo Pietro Ulivi 35 ; una lettura<br />

entusiasta dell’opera <strong>pistoiese</strong> che sarà pubblicata a parte, nello stesso anno, dall’editore Bracali<br />

in un raffinato volumetto che consacrava definitivamente l’impresa della famiglia de Rossi:<br />

“… io non dubito d’affermare – vi scrive l’autore rammentando anche la proverbiale celerità<br />

dell’artista – che pochi saranno gli affreschi che potrà contare per ora il secolo decimo nono<br />

così felicemente in ventotto dì dirò improvvisati, eppure con tanto magistero toccati e finiti;<br />

per modo che queste orme che il genio creatore del Carlo VIII segnava franche e sicure sulla<br />

fresca calce, belle di splendida gloria dureranno a perpetuo decoro della scuola Italiana” 36 .<br />

306<br />

words of Boccaccio, allowed for the perfect amalgamation between the ‘sister arts’ peculiar<br />

to the Restoration and identifiable in fact in the figurative and sentimental harmony that<br />

marked the interiors of that fine era. A significant example of such consonance between<br />

art and literature can be found, for example, in the room which Carlotta Medici Lenzoni<br />

had frescoed in her palazzo in Florence by Pietro Benvenuti, 29 who on that occasion bowed<br />

his classicist vein to moderate naturalism introduced by Nazarene purism with results that<br />

evoke an ornate and graceful version of the Middle Ages. Here too the Decameron provided<br />

material for natural scenes which formed the background to a lively group of figures and to<br />

a pensive Boccaccio in the countryside of Certaldo, while the tale of Griselda took place<br />

within the walls of a stock neo-gothic room , that is, a simple and austere building as depicted<br />

by the romantic artists who were developing a passion for rediscovering Romanesque<br />

eras, rich in cues for pictorial concepts. A few years after the undertakings of Benvenuti and<br />

Bezzuoli, Baldassarre Calamai would exhibit at the Academy, in 1836, a Episodio della peste di<br />

Firenze del 1348 (Episode from the 1348 plague in Florence), as described by Boccaccio. 30 This<br />

was a subject taken from the Decameron, but this time chosen to tie in with the nocturnal<br />

setting inspired by seventeenth century illuminated night scenes, which were the passion<br />

of the Grand Duke Leopoldo II, buyer of the work along with another, painted by Calamai<br />

himself in 1844 (but conceived for the Grand Duke at least ten years before) and depicting<br />

Boccaccio che sotto il nome di Dioneo rallegra con una sua novella la brigata raccolta nella villa di<br />

Schifanoia (Boccaccio, who under the name of Dioneo, treats the group gathered in the villa<br />

of Schifanoia to one of his novellas), (fig. 12) it too set at night, with highly evocative effects,<br />

as described by Enrico Montazio, thus creating a sort of literary ekphrasis , “from the varied<br />

light of the lamps burning on the table, from the light shining through from the inner rooms<br />

and on the servant’s face, from the peasant’s lantern, and lastly from the pale light of the<br />

moon, whose rays pass between the columns and are reflected on the floor, on the splendid<br />

garments of the table companions, on the walls ….”. 31<br />

307

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!