Palazzo de'Rossi. Una storia pistoiese
a cura di Roberto Cadonici fotografie di Aurelio Amendola
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In basso<br />
91. <strong>Palazzo</strong> de’ Rossi, veduta esterna del volume aggiunto<br />
nel 1812 al fronte del palazzo, per realizzare la “galleria<br />
nuova”, dipinta a “grottesche”, al primo piano ovest, lato<br />
destro.<br />
Nella pagina a fianco<br />
92. Veduta complessiva della volta decorata a “grottesche”,<br />
nella “galleria nuova” al primo piano ovest.<br />
tardo Settecento e all’inizio dell’Ottocento, lo sposalizio nel 1801, il tenore di vita che voleva<br />
consono al suo rango, anche in seguito, lo avevano però coperto di debiti 240 . Nel frattempo,<br />
la partenza da Pistoia del fratello Giulio, per andare a ricoprire l’incarico di vescovo di Pescia,<br />
nel 1804, 241 aveva reso disponibili i due “quartieri” di ponente, rispettivamente al primo e al<br />
secondo piano del palazzo 242 .<br />
Francesco aveva fatto costruire, nell’appartamento ovest al piano nobile, una nuova “galleria”<br />
(fig. 91), gemella a quella che nella prima fase edilizia era stata realizzata, per il “quartiere” dei<br />
genitori, sulla stalla. L’intervento, avvenuto nel 1812, risulta l’unico, dal 1802, e l’ultimo di cui<br />
il canonico Tommaso abbia fatto menzione nel suo Taccuino, informando anche che allora il<br />
pittore <strong>pistoiese</strong> Bartolomeo Valiani era stato incaricato di dipingere all’esterno di quel nuovo<br />
volume un finto cornicione in pietra riccamente ornato 243 .<br />
La decorazione “a grottesche” della volta della “galleria nuova” (figg. 92-94, 96) ha dunque, come<br />
terminus ante quem non la data in cui il nuovo volume edilizio fu completato, a fine luglio del 1812.<br />
Il nome del pittore che la realizzò – che non può essere il giovane Bartolomeo Valiani, altrimenti<br />
il canonico Tommaso non avrebbe mancato di riferirne – e la data in cui fu attuata non filtra dal<br />
gioco delle omissioni, a questo punto da ritenere intenzionali, della nostra fonte memorialistica.<br />
L’opera non risulta firmata né datata, come lo sono invece le posteriori pitture al piano nobile,<br />
del ciclo compreso fra 1824 e 1831, di Bartolomeo Valiani stesso, ancora di Nicola Monti e<br />
di Giuseppe Bezzuoli 244 .<br />
Nella volta della nuova “galleria” un’ampia cornice esagonale, pesantemente sottolineata da<br />
una balza perimetrale a finto ricamo dorato e disposta al centro dell’intero campo, contiene<br />
l’allegoria della Giustizia come figura femminile accompagnata dagli attributi del suo compito<br />
e del suo potere, affiancata da un putto che sorregge fra le mani un cartiglio, dove si legge:<br />
“ius suum / [uni]cuique tribu[ere]” (fig. 96). Tale elemento separa e nello stesso tempo raccorda<br />
due zone simmetriche, ciascuna delle quali è formata da tre trapezi uguali con all’interno<br />
“grottesche”, uniti sulla base minore da una cornice quadrata contenente un velario<br />
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