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Thalerwine-Selection

Il vino è per chi lo beve

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H. LENTSCH<br />

ITALIA-ALTO ADIGE<br />

I L P R O D U T T O R E<br />

AREA | Alto Adige<br />

PAESE | Bronzolo<br />

PRODUTTORE | Stefan Donà (enologo), proprietà<br />

Peter e Ulrich Lentsch, gerenza<br />

Stefan Desaler<br />

SIGLA | Vignaiolo<br />

IL LUOGO<br />

La vitivinicoltura in Alto Adige ha radici profonde. È probabile che<br />

già nel primo millennio avanti Cristo esistessero coltivazioni di uva<br />

nelle zone settentrionali del fiume Adige.<br />

Successivamente i romani stabilizzarono la pratica di produrre il<br />

vino, cosa che si tramandò nel tempo fino al Medio evo e poi, dal<br />

tredicesimo secolo, grazie ai conventi bavaresi.<br />

Dopo l’annessione all’Italia, nel 1919, ripresero i rapporti commerciali<br />

con molti paesi europei. Solo dopo l’attribuzione della<br />

Denominazione di Origine Controllata, però, hanno avuto impulso<br />

importanti cambiamenti strutturali che hanno portato l’Alto Adige<br />

a essere una delle più importanti realtà vinicole nel panorama<br />

nazionale e internazionale.<br />

Oggi, circa cinquemila aziende nella provincia di Bolzano producono<br />

vino. Il vitigno più diffuso, e quello che storicamente appartiene<br />

alla tradizione della Alto Adige, è la Schiava, base per vini come il<br />

Lago di Caldaro, il Santa Maddalena, il Meranese, il Colli di Bolzano<br />

e l’Alto Adige Schiava, appunto.<br />

I vini Schiava si differenziano tra loro, comunque, per le diverse<br />

conformazioni orogenetiche dei terreni, per l’altitudine, il clima, la<br />

ventosità, fatti che influiscono sulle caratteristiche del vino, corposità<br />

pienezza in primo luogo. Gli Schiava rappresentano il 50%<br />

STEFAN DONÀ<br />

della produzione vinicola complessiva, il restante<br />

20% si suddivide tra Pinot Nero, Lagrein,<br />

Merlot, Cabernet, e altre esigue produzioni di<br />

rosso. Fra i bianchi un 15% tra Pinot Bianco e<br />

Chardonnay e un 15% tra Gewürztraminer, Pinot<br />

Grigio, Sylvaner, Müller Thurgau e altri.<br />

La tenuta H. Lentsch si trova a Bronzolo, nell’Alto Adige<br />

meridionale, a una altitudine di 230-260 metri, circondata<br />

da pietre di porfido porose, ai piedi di un grande cono alluvionale.<br />

In questo ambiente, caldo di giorno e fresco di<br />

notte, le vigne sono spesso toccate dal vento Ora del Garda,<br />

ma anche dall’aria di montagna resa più fresca che si insinua,<br />

scendendo dai ghiacciai.<br />

Il porfido quarzifero rosso di Bronzolo garantisce un drenaggio<br />

naturale e una crescita sana delle viti. Questa è prioritariamente<br />

una zona da rossi: Lagrein, Merlot, Cabernet e<br />

Syrah sono i vitigni tipici del paese. La coltivazione è semplice<br />

e naturale: è totale l’assenza di fertilizzanti artificiali e<br />

di erbicidi e insiste in un contesto agricolo più ampio tra<br />

cipressi secolari e alberi di ulivo. Circa la metà dei 20 ettari<br />

della superficie coltivabile della vecchia azienda agricola è<br />

costituita da vigneti.<br />

HARTMANN LENTSCH BRUT S.A.<br />

100% Chardonnay<br />

Da tre differenti aree climatiche su vigneti a 220, 440 e 750 metri di<br />

altitudine, su terreni calcarei, magri e freddi, in esposizioni sud-est e sudovest,<br />

vinificato in inox termoregolato, e poi in bottiglia sui lieviti per almeno<br />

18-24 mesi, ecco questo fragrante, fresco, dinamico Metodo Classico dai<br />

profumi fini di erbe aromatiche verdi, fiori bianchi, e frutta a polpa bianca in<br />

un contrappunto di agrume. Di texture leggera, dal colore pastello, in una<br />

dinamica di grande e facile beva è davvero un perfetto aperitivo.<br />

All’inizio, però, non fu il vino il primo commercio della<br />

famiglia, ma la pietra di porfido che, nell’Ottocento, spinse<br />

i fratelli Lentsch a trasferirsi dal nord del Tirolo a Bronzolo.<br />

Quasi un’ispirazione Goethiana, a ben pensarci, visto che lo<br />

scrittore tedesco descrisse le pareti di porfido “rosso come<br />

fuoco” nel suo “Viaggio in Italia”. I Lentsch, in breve tempo,<br />

divennero noti in tutta Europa per l’estrazione e la vendita<br />

della pietra.<br />

La produzione di vino risale, invece, alla fine dell’ottocento.<br />

Con l’acquisto dello Schwarzer Adler, un albergo dalla storia<br />

densa di avvenimenti, Hartmann Lentsch iniziò a produrre<br />

vini rossi, inizialmente destinati ai soli clienti dell’hotel.<br />

Ben presto si aggiunsero altre varietà, la passione per la coltivazione<br />

dell’uva crebbe e con essa nuovi e migliori metodi<br />

per produrre vini pregiati. La storia di oggi non è che la<br />

stratificazione di un lungo passato.<br />

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