Thalerwine-Selection
Il vino è per chi lo beve
Il vino è per chi lo beve
You also want an ePaper? Increase the reach of your titles
YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.
CALICI LIPS:<br />
REALIZZATI IN ESCLUSIVA PER<br />
THALERWINE SELECTION,<br />
SONO IN VETRO SOFFIATO IN STAMPO DI LEGNO<br />
prodotte, rivelano leggerezza, resistenza, rispondenza,<br />
elasticità, un tocco straordinariamente sottile al<br />
contatto con le labbra e assoluta precisione nella degustazione.<br />
Non solo uno strumento di lavoro ma anche un prezioso,<br />
bellissimo oggetto di condivisione che lega,<br />
nella passione, il vino all’uomo.<br />
Lips è vento, soffio che spira da sud-ovest e annuncia<br />
la pioggia. Pur divinizzati dai Greci fin dai primi tempi,<br />
i venti conservarono sempre le loro caratteristiche di<br />
forze della natura e, di conseguenza, non arrivarono<br />
mai a essere completamente personificati.<br />
Secondo Omero, loro padre e signore, è Eolo che li<br />
tiene chiusi in un otre di cuoio, tradizione raccolta<br />
anche da Virgilio e da altri poeti. I venti del mattino<br />
sono chiamati Aurae. Secondo Esiodo, i venti dannosi<br />
discendono da Tifone, gli altri invece da Astreo ed<br />
Eos. Inoltre per ogni singolo vento esistono numerose<br />
altre genealogie.<br />
Il loro numero è incerto; i più famosi sono Borea, il<br />
vento del Nord e Zefiro, il vento dell’Ovest, ricordati<br />
già nell’Iliade. Nell’Odissea invece compaiono Euro, il<br />
vento dell’Est e Noto, il vento del Sud.<br />
Aristotele conosce il nome di 11 venti, Strabone di 6 e<br />
secondo la graduazione della rosa dei venti possono<br />
essere citati quattro, otto o financo 32 nomi di venti<br />
(scrittori latini della tarda antichità). Nei rilievi della<br />
Torre dei Venti di Atene compaiono, oltre ai 4 venti<br />
omerici, Skiros come vento di Nord-Ovest, Lips come<br />
vento di Sud-Ovest, per il Nord-Est, Kaikias e per l’Est<br />
Apeliotes (Euro è qui il vento di Sud-Est). I più comuni<br />
nomi latini dei venti, secondo Plinio, sono: Aquilone<br />
(Borea), Subsolano (Apeliotes), Volturno (Euro), Austro<br />
(Noto), Africo (Lips), Favonio (Zefiro), Coro (Kaikias),<br />
Settentrione (Skiron).<br />
IL TOCCO DELLE LABBRA,<br />
LA LEGGEREZZA DEL VENTO, LA TRASPARENZA<br />
DELLA LUCE, LA RAFFINATA ARTIGIANALITÀ<br />
La purezza assoluta della luce, la trasparenza perfetta,<br />
un raffinato sapere artigiano che si tramanda,<br />
nell’opificio della conoscenza, attraversando il tempo.<br />
La paziente storia dei giorni che nulla dimentica del<br />
passato e che si arricchisce nella lezione dell’arte, il<br />
respiro della vita. I calici LIPS sono prodotti tra Austria<br />
e Boemia. Qui, per secoli, si sono realizzati calici in<br />
vetro soffiato, esemplari davvero unici, pensati e cesellati<br />
come opere di altissimo valore, nella maestria<br />
e nelle capacità di soffiare a caldo, materia tanto difficile,<br />
quanto affascinante. È seguendo questa grande<br />
tradizione di assoluta manualità e di ingegno dell’uomo<br />
che nasce il marchio LIPS. Il nome vuole, inoltre,<br />
ricordare la carezza del tocco sottile delle labbra, nel<br />
sensuale contatto con il cristallo.<br />
LA LEZIONE DELLA STORIA<br />
I calici LIPS, oggi, sono realizzati seguendo gli assunti<br />
e lo stile dei soffiatori italiani del periodo rinascimentale.<br />
Niente è cambiato da quando, a metà del XV secolo,<br />
a Venezia, il vetraio muranese Angelo Barovier<br />
inventò il cristallo, un vetro incolore e terso, basato<br />
sulla depurazione alchemica delle ceneri sodiche fondenti<br />
(l’allume catino proveniente dal Levante), oltre<br />
che sulla decolorazione col biossido di manganese,<br />
citato per la prima volta nel 1453. Il vetrificante era<br />
costituito dai ciottoli di quarzo del fiume Ticino, polverizzati.<br />
Si trattava di silice piuttosto pura, con un<br />
basso tenore di ferro. I maestri vetrai conseguirono<br />
velocemente un alto livello di manualità nella lavorazione<br />
a caldo e i numerosi tipi di bicchieri, calici, coppe,<br />
coppe con piede, tazze, piatti, bottiglie assunsero<br />
forme auliche ed eleganti, degne dei migliori arredi rinascimentali.<br />
Verso la fine del XVII secolo l’egemonia<br />
veneziana andò progressivamente riducendosi, fino a<br />
cedere il passo a nuove realtà, soprattutto in Boemia<br />
e in Inghilterra.<br />
La Boemia fu, dunque, area vetraria di rilievo grazie<br />
alla vasta estensione di foreste che fornivano combustibile<br />
e piante da cui ricavare le ceneri fondenti.<br />
Verso il 1570 i vetrai boemi impararono a purificare la<br />
potassa con i metodi che i veneziani dalla metà del<br />
XV secolo applicavano alla soda e a usare il biossido<br />
di manganese come decolorante.<br />
Una lunghissima storia che ci porta fino ai giorni nostri,<br />
preservando e rispettando gli assunti di una cultura<br />
artigiana centenaria.<br />
OGGI<br />
Eleganza, raffinatezza, estetica, performance tecniche,<br />
sono i valori che, oggi, il marchio LIPS veicola.<br />
Studiati, disegnati e realizzati per soddisfare appassionati<br />
di vino, sommelier, ristoratori e operatori del<br />
settore, i calici soffiati a bocca, nelle differenti linee<br />
CHE COSA È LA SOFFIATURA?<br />
La soffiatura è una tecnica molto antica che ha rivoluzionato<br />
la produzione vetraria già a partire dalla<br />
metà del I secolo avanti Cristo, rendendo veloce ed<br />
economica la produzione di contenitori in vetro. La<br />
soffiatura nacque in area siro-palestinese e divenne<br />
un metodo abituale di produzione nella prima metà<br />
del I secolo dopo Cristo. Inizialmente non esisteva la<br />
canna da soffio ma si usava una canna vitrea cava,<br />
chiusa a una estremità e modellata in forma di boccetta,<br />
mentre il vetraio soffiava dall’altra estremità.<br />
Quindi l’oggetto modellato veniva staccato dal resto<br />
della canna vitrea. L’adozione di una canna metallica<br />
ampliò le possibilità di produzione e rese più facile il<br />
lavoro del vetraio. Una estremità della canna metallica<br />
viene inserita nel crogiolo contenente il vetro incandescente<br />
così da attingerne la quantità necessaria.<br />
Poi il vetraio soffia con cautela dall’altra estremità.<br />
LA SOFFIATURA A STAMPO<br />
La soffiatura a stampo iniziò a diffondersi attorno al<br />
30 dopo Cristo nelle vetrerie dell’impero romano,<br />
probabilmente sulle coste orientali del Mediterraneo.<br />
Esistono due tipi fondamentali di stampi. Lo stampo<br />
monoblocco in forma di bicchiere a tronco di cono<br />
(dip-mould), generalmente di metallo, che permette<br />
di imprimere sulla superficie del vetro decorazioni a<br />
rilievo mentre è la mano del vetraio che determina la<br />
forma con l’aiuto di particolari strumenti di lavoro.<br />
Lo stampo a due o più pezzi incernierati (closed<br />
mould) permette, invece, di conferire al manufatto<br />
non solo motivi decorativi ma anche una forma predeterminata.<br />
Aperta la forma, il maestro soffiatore inserisce il vetro<br />
già in parte soffiato attaccato alla canna da soffio.<br />
Con la soffiatura il vetro aderisce alla parete dello<br />
stampo acquisendone in negativo la forma ed eventuali<br />
decorazioni. Nuovamente aperto lo stampo, il calice<br />
potrà essere rifinito con il piede.<br />
Gli stampi antichi erano in terracotta, pietra, gesso,<br />
legno e metallo. Oggi si prediligono quelli in metallo,<br />
ghisa e legno che deve essere, sempre, privo di nodi<br />
come ad esempio quello di pero.<br />
# 1_ per champagne di fragranza, finezza e sale<br />
# 2_ per champagne di affinamento, texture e avvolgenza<br />
# 3_ per champagne di millesimo, ricchezza e profondità<br />
150 151