Thalerwine-Selection
Il vino è per chi lo beve
Il vino è per chi lo beve
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CHAMPAGNE<br />
AURORE & FLORIAN LAVAL<br />
AREA | Vallée de La Marne Rive Gauche<br />
VILLAGE | Boursault<br />
PRODUTTORE | Florian Laval<br />
SIGLA | R.M.<br />
L’A R E A<br />
La Vallée de la Marne Rive Gauche copre una superficie di circa<br />
2590 ettari, di cui il 78% a Pinot Meunier, l’11% a Pinot Noir e un<br />
ulteriore 11% a Chardonnay. 15 sono i villages dell’area, più altri<br />
due attigui. Oltre a Boursault, Courthiézy, Dormans, Festigny, Igny-<br />
Comblizy, La Ville-sous-Orbais, Le Breuil, Leuvrigny, Mardeuil,<br />
Mareuil-le-Port, Nesle-le-Repons, Œuilly, Orbais-l’Abbaye, Troissy<br />
e Vauciennes, e i vicini Baulne-en-Brie e La Chapelle-Monthodon.<br />
I vigneti sono piuttosto pendenti e per lo più esposti a nord.<br />
IL LUOGO<br />
Il village di Boursault si trova sulla riva sinistra del fiume Marne,<br />
vale a dire a sud del fiume.<br />
Due piccoli villaggi o frazioni si trovano all’interno dei confini del<br />
comune: Villemongeois a est di Boursault e il castello, in direzione<br />
di Vauciennes, e Villesaint a ovest di Boursault, in direzione<br />
di Œuilly. Il comune di Boursault copre circa 1650 ettari e conta<br />
430 abitanti. I vigneti di Boursault sono costituiti principalmente da<br />
Molti (anche in Italia) conoscono il marchio Michel Laval:<br />
Aurore e Florian, i figli di Michel, hanno creato la loro<br />
personalissima linea e questo non è che un debutto a propria<br />
firma, perché il lavoro, quello di vigna e di cantina già lo<br />
facevano e continuano a farlo nel solco della tradizione di<br />
famiglia. Come deve essere.<br />
Fu intorno al 1870 che iniziò la storia dei Laval, quando<br />
Jules, il trisavolo, ereditò 40 acri di terreno agricolo e decise<br />
di coltivare l’uva, supportato dal figlio Jules, soprannominato<br />
Lucien. Qualche anno dopo, nel 1948, i nonni Roger e<br />
Fabienne (la figlia di Lucien) decisero a loro volta di<br />
sviluppare l’azienda di famiglia iniziando a produrre il loro<br />
Champagne. Michel, padre di Aurore e Florian e figlio di<br />
I L P R O D U T T O R E<br />
pendii miti esposti a nord con il Pinot Meunier<br />
come vitigno principale. L’attuale superficie<br />
complessiva a vigneto è di circa 253 ettari.<br />
170 ettari di Pinot Meunier (68%), 53 ettari di<br />
Pinot Nero (21%) e 30 ettari di Chardonnay<br />
(11%). Sono un centinaio i proprietari di vigna<br />
nel comune.<br />
Roger e Fabienne, ha creato il proprio marchio: Michel Laval<br />
nel 1979. Ancora attivo oggi, da subito si impegna in una<br />
viticoltura che rispetti la biodiversità. Il desiderio familiare è<br />
quello di far rivivere la terra per fare rivivere i vini e, quindi,<br />
produrre champagne sinceri ed emozionali. Anche per<br />
questo sono banditi i trattamenti insetticidi sui loro vigneti,<br />
praticando invece la confusione sessuale per proteggere le viti<br />
e utilizzando solo prodotti naturali, soprattutto per il diserbo.<br />
Una famiglia unita, dunque, che lavora con convinzione e<br />
impegno per ridurre il più possibile interazioni pesanti sulla<br />
natura, per preservare i suoli, le viti e la terra, nient’altro di<br />
ciò che viene avvertito come il proprio terroir.<br />
Florian è un ragazzo speciale: un artista a tutto tondo e a lui<br />
lasciamo la parola e la scena per raccontare il suo pensiero,<br />
il suo lavoro, i suoi Champagne.<br />
“…Raccontare i propri vini per dare memoria all’effimero.<br />
Questo è per me e mia sorella Aurore. Mentre il nostro<br />
impegno è quello di rispettare i nostri terroir e più in generale<br />
gli esseri viventi che li abitano, il nostro desiderio è quello<br />
di intervenire solo quando necessario per preservare ciò che<br />
la natura ci ha dato. Una massima, che risuona in noi come<br />
un mantra, è costruita su tre basi che ci stanno a cuore: il<br />
terroir, la sensibilità e l’onirico, questa è la nostra filosofia.<br />
Lascia che te lo racconti...<br />
Capitolo I. Il terroir. In Champagne padroneggiamo il<br />
processo di produzione dei nostri vini, tuttavia, per quanto<br />
riguarda il terroir, abbiamo ancora molto da capire...<br />
Il terroir, infatti, è l’espressione più vera del rispetto che<br />
accordiamo alla terra e che umilmente abbiamo a nostra<br />
disposizione. Rappresenta la tipicità di un luogo e una<br />
biodiversità che si trascrive grazie al vivente. È una base<br />
espressa nei nostri vini, siamo convinti che i terreni siano<br />
vivi e che si avverta degustandoli. Per questo abbiamo scelto<br />
un approccio che vogliamo sia virtuoso verso il concetto di<br />
suolo vivente. Questo orientamento ci permette di lavorare<br />
con un approccio biologico dove il rafforzamento delle<br />
difese immunitarie delle piante è assicurato dai sovesci (la<br />
protezione delle piante, da parte delle piante). Questo ci<br />
permette di rispettare meglio il nostro terroir lasciando che<br />
si riveli a noi, attraverso i nostri vini. Per me e mia sorella<br />
dare un senso al nostro terroir significa dare un senso alla<br />
vita, fino al punto di connettere e riunire le persone attorno<br />
ai nostri Champagne, molto semplicemente... porgendo loro<br />
un’anima in più…<br />
Capitolo II. La sensibilità. Se la comprensione del<br />
terroir nasce dall’osservazione e dall’esperienza, allora la<br />
comprensione dei vini nasce dalla padronanza tecnica e dalla<br />
capacità di proiezione di se stessi e della propria sensibilità di<br />
viticoltore. Per noi mostrare sensibilità è fondamentale perché<br />
è espressione di ciò che viene dal profondo di noi, dalle scelte<br />
che facciamo, senza finzioni. Così, essendo poco interventisti,<br />
possiamo rispettare il nostro terroir, le sue caratteristiche per<br />
trasmettere un’emozione e un messaggio di cui le persone<br />
possano appropriarsi. I vini hanno una loro voce, che ci<br />
sforziamo di rispettare e sottolineare, dall’origine all’etichetta.<br />
Non resta, quindi, che ascoltarli.<br />
Capitolo III. L’onirismo. Hai mai sentito i profumi della<br />
tua infanzia quando assaggi un vino? Sai, per noi creare vini<br />
significa disegnare per intero un universo poetico e onirico.<br />
Creare nel mondo onirico è molto piacevole, permette di<br />
dimenticare la parzialità della realtà. È possibile tratteggiare il<br />
tuo mondo, la tua storia, nessun codice, nessuna temporalità<br />
gli viene imposta. È darsi il diritto di sognare attorno a questa<br />
frase che tutti amiamo, viticoltori e vignaioli: “prendiamo in<br />
prestito la terra dai nostri figli”. Per questo abbiamo scelto di<br />
rappresentare nel nostro packaging il lavoro del viticoltore<br />
attraverso gli occhi dei nostri figli. Il nostro marchio è<br />
costruito su ricordi sinceri, il lato regressivo di un aroma,<br />
un momento di noi seduti al sole con la famiglia. Connettersi<br />
a questi ricordi ci permette di rivivere quei meravigliosi<br />
istanti. Il rosé, per me, ne è esempio calzante: fare rosé<br />
d’assemblage equivale a creare poesia e riavere istantanee<br />
dall’infanzia, come una manciata di ciliegie raccolte dal<br />
vicino e mordicchiate all’ombra di un albero… Il vino ha<br />
il potere di evocare appaganti momenti di evasione. Tutti<br />
possono ritrovare il proprio equilibrio, qui. E tu? Comment<br />
donnez-vous de la mémoire à l’éphémère ?”.<br />
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