Llibret amb els discursos de l'acte - Universitat Ramon Llull
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La spiritualità europea.<br />
La spiritualità europea è in crisi e qualcuno dice che è in <strong>de</strong>ca<strong>de</strong>nza.<br />
Lo ha già <strong>de</strong>tto Husserl:<br />
“Il peggior nemico <strong>de</strong>ll’Europa è la stanchezza 15 “<br />
È nostro questo vecchio mondo, consumato da alcune frustrazioni. Ci<br />
perseguita un pro g resso tecnologico accelerato, si ricerca la perm a n e n t e<br />
competitività, si parla di li<strong>de</strong>raggi formali, ma la spiritualità, i fini e le radici sono solo<br />
foglie secche che si trasformeranno in cenere. La nostra sembra una società stanca,<br />
che si vergogna <strong>de</strong>lle proprie origini cristiane e greche, e soprattutto di quelle<br />
cristiane. Giovanni Reale é un autore che con i suoi studi passati ha ripercorso gli spazi<br />
cavernosi <strong>de</strong>lla nostra memoria e ci ha riportato notizie <strong>de</strong>lla consistenza, <strong>de</strong>ll’umidità<br />
e <strong>de</strong>gli odori <strong>de</strong>lle nostre radici. Ci ha <strong>de</strong>scritto il vigore e la profondità. Ci ha fatto<br />
tener presente la spiritualità relativa alla nostra i<strong>de</strong>ntità e l’evi<strong>de</strong>nte movimento<br />
<strong>de</strong>ll’anima che è la volontà di essere europeo, l’importanza di compren<strong>de</strong>re che cosa<br />
significhi essere un cittadino di questo continente. È da qui che comincia il futuro di<br />
questà comunità, di quest’i<strong>de</strong>a, di questo sogno che si chiama Europa.<br />
La stesura di una costituzione per tutti gli europei è fallita, per il momento.<br />
Ci avvisa, il professor Reale, <strong>de</strong>l dovere di cui <strong>de</strong>vono farsi carico i processi politici e<br />
specialmente di uno così importante come quello di rispon<strong>de</strong>re alle vere necessità <strong>de</strong>i<br />
cittadini e di essere coerente con la loro maniera di essere, di sentire, di cre<strong>de</strong>re e<br />
pensare. È un dovere <strong>de</strong>lla costituzione che vogliamo compiere, il non rinunciare al<br />
progresso morale, il non voler essere una costituzione chiusa ai tempi, il non ren<strong>de</strong>re<br />
esplicita la rinuncia e la sconfitta <strong>de</strong>l relativismo, <strong>de</strong>l “tutto se vale“, il non ridurci ad<br />
un’unione di stati o, peggio ancora, ad un’unione di pubbliche amministrazioni che<br />
si dividono parcelle di potere sull’organizzazione <strong>de</strong>l benessere <strong>de</strong>i cittadini. Un<br />
processo poiítico come questo, che ha l’intenzione di unire per volontà propria le<br />
diverse visioni che hanno <strong>de</strong>lineato la nostra storia, è un gran<strong>de</strong> passo di speranza:<br />
abbiamo lottato durante i secoli con tutte le combinazioni possibili di popoli, siamo<br />
stati campodi battaglia di due guerre mondiali, abbiamo fatto rivoluzioni e<br />
controrivoluzioni, abbiamo <strong>de</strong>capitato re ed abbiamo costruito i principi <strong>de</strong>lla<br />
<strong>de</strong>mocrazia mo<strong>de</strong>rna, abbiamo cercato il luogo per le nostre cre<strong>de</strong>nze e non abbiamo<br />
avuto paura d’ispirare grandi scoperte.<br />
15 E. Husserl, La filosofia en la crisis <strong>de</strong> la humanidad europea, Conferenza pronunciata nell’associazione<br />
culturale di Vienna, 7-10 maggio <strong>de</strong>l 1935, in Invitación a la Fenomenología, Barcelona, Paidós, 1992.<br />
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