Llibret amb els discursos de l'acte - Universitat Ramon Llull

mondo, affinché siano agenti effettvi del futuro, è per noi una responsabilità, un
obbligo, il nostro dovere. È molto importante il lavoro che svolgono i nostri ricercatori
ed è necessario incoraggiarli, perché in loro risiede un frammento del nostro futuro.
Però, se vogliamo che i nostri studenti, investigatori, professori e dottori occupino la
prima fila, è perché crediamo che non lo fanno dal vuoro dei valori, né dalla
dimenticanza dei fini. Non siamo un’Università che si ferma nei mezzi, che garantisce,
solo la qualità dei mezzi, siamo una Universitas, una comunità di maestri ed alunni,
che cerca i fini, che li pensa, che li dibatte e li ricerca. Essere e sapere vuol dire non
rinunciare alla personain nome della scienza e vuol dire non avere altra paura che la
prudenza nell’avanzare nella conoscenza. Essere e sapere sono uno corto motto, ma
fecondo. È un motto che ammirevolmente raccoglie le radici e le potenzialità del
nostro spirito e della nostra vita. È un motto che non ci rinnega, ma che afferma le
nostre radici, che non ci immobilizza come se, attoniti, guardassimo una foto del
passato: ci spinge verso un futuro mai chiuso, mai fermo, mai incolto. Le università
che hanno dato il benvenuto al Dott Reale, nelle quali ha trascorso buona parte della
sua vita accademica come allievo e come professore, l’Università Cattolica del Sacro
Cuore di Milano e più recentemente, l’Università Vita-Salute San Raffaele de Milano,
condividono con noi la speranza di un mondo di prosperità che non esclude lo spirito
dell'uomo, che gli restituisce la centralità che deve avere. Essere e sapere. Come
dottore honoris causa della nostra Università è invitato a lasciarsi interpellare su questi
due verbi che conosce così bene. Crediamo che questo motto sia comune a noi, a
lei ed a tutta la Comunità universitaria. Oggi, la invitiamo a partecipare al percorso
che compie l’Universitat Ramon Llull per riempirlo di significato. Si è spesso detto che
sul frontispizio dell'Academia di Platone c’era un'iscrizione che diceva “non entri
nessuno che non sia geòmetra“. Qualsiasi cosa sia di certo in tutto ciò, ci permetterà
di rendere a lei il nostro motto, che le “regaliamo“, affinché sia l’iscrizione Dott Reale,
del frontispici della sua Accademia; cioè, la sua opera giornaliera ed il suo sforzo
pedagogico filosofico.
Forse questo motto dovrebbe esserlo anche di questa nuova università
europea che la Dichiarazione di Bologna sta costruendo. Siamo coscienti che, in
coerenza con quanto ho detto fin’ora e seguendo l’insegnamento del Dott Giovanni
Reale, dobbiamo essere una voce chiara e pungente al momento di chiedere ancora
che l’unione delle università europee non sia, ancora una volta, una semplice apertura
di relazioni amministrative. Le riserve morale e spirituali d’Europa si trovano, per la
maggior parte, immagazzinate nelle università, conservate e trasmesse durante i
secoli dai loro membri. La realtà d'una spiritualità comune deve farci rendere conto
dell’importanza del nostro discorso universitario in questi momenti convulsi della
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